Dappertutto, in tutta questa grande terra, pensò Len, è il momento del mercato d’autunno. In tutta questa terra ci sono fiere e mercati, e i carri sono allineati nei luoghi di scambio, e gli uomini trattano i capi di bestiame, e le donne discutono sulle stoffe e sullo zucchero. In tutta questa terra accadono le stesse cose, è tutto uguale, immutabile. E dopo il mercato e dopo la fiera c’è la predica, per ravvivare la fede, in autunno, e rifornire anche l’anima di provviste per l’inverno. Questa è la vita. Così si svolge.
Camminava inquieto per la strada, su e giù, un’inquietudine d’attesa. Si fermò vicino ai carri dei mercanti, guardò le facce della gente, ascoltò i loro discorsi.
Hanno trovato la loro verità. I Nuovi Mennoniti hanno trovato la loro, e i Nuovi Ismaeliti, e gli uomini di Bartorstown.
Ora io devo trovare la mia.
Joan lo osservava nascostamente, tra le ciglia socchiuse, e aveva paura di parlare.
Alla quinta notte, tutto il commercio era finito. Diverse torce vennero sistemate intorno a un palco, in uno spazio non molto vasto in fondo alla strada. Le stelle ardevano nel cielo, e il vento diventava più fresco, e la terra cotta dal sole esalava il suo calore. La gente si riuniva.
Len sedeva sull’erba schiacciata, tenendo la mano di Joan. Dopo tanta attesa, non si accorse del carro che arrivava, rotolando piano, dall’altro lato della folla. Ma dopo qualche tempo si voltò, e Hostetter sedeva là, al suo fianco.
30.
La voce del predicatore tuonava, forte e stridente:
«Mille anni, fratelli. Mille anni. Ecco quanto ci è stato promesso. E io vi dico che siamo già in quel tempo benedetto, e c’incamminiamo verso la Gloria che è stata preparata per coloro che seguono le vie della giustizia. Io vi dico…»
Hostetter guardò Len nella luce ondeggiante delle torce mosse dal vento, e Len lo guardò, ma nessuno dei due parlò.
Joan bisbigliò qualcosa che avrebbe potuto essere il nome di Hostetter. Ritirò la mano da quella di Len, e si mosse, lentamente, spostandosi dietro di lui, come se avesse voluto avvicinarsi a Hostetter. Len l’afferrò, e la costrinse di nuovo a sedersi.
«Resta vicino a me.»
«Lasciami andare. Len…»
«Resta vicino a me.»
Piagnucolò, e rimase ferma. I suoi occhi cercarono quelli di Hostetter.
Len disse, rivolgendosi a entrambi:
«Fate silenzio. Voglio ascoltare.»
«…e se non diverrete come bambini, dice il Libro, non potrete entrare. Perché il Regno dei Cieli non è fatto per gli ingiusti. Non è fatto per gli increduli e per gli schernitori. Nossignori, fratelli e sorelle! E voi non siete ancora salvi. Solo perché il Signore ha voluto salvarvi dalla Distruzione, non dovete credere, neppure per un attimo…»
È stato in un’altra notte, a un’altra predica, che ho messo il piede sul sentiero.
Un uomo morì, quella notte. Il suo nome era Soames. Aveva la barba bionda, e lo lapidarono a morte perché veniva da Bartorstown.
Fatemi ascoltare. Fatemi pensare.
«…mille anni!» gridò il predicatore, battendo il pugno sul suo Libro polveroso, pestando il piede sulle tavole polverose. «Ma dovete lavorare per guadagnarvelo! Non potete starvene a sedere, semplicemente, senza curarvene! Non potete evitare i doveri verso il Signore!»
Che questa voce possa soffiare attraverso di me come un vento impetuoso, e le parole risuonino nelle mie orecchie come squilli di tromba.
Posso parlare ancora, e guidarli a Bartorstown, come Burdette condusse i suoi uomini a Refuge. Molti moriranno, come morì Dulinsky. Ma il Moloch sarà rovesciato.
Joan siede rigida accanto a me. Le lacrime le scorrono sulle guance. Hostetter siede dall’altro lato. Lui deve sapere cosa penso. Ma aspetta.
Lui era là. Era parte di quell’altra notte. Era parte di Refuge. Era parte di Piper’s Run e di Bartorstown, in principio, alla fine, e in mezzo.
Posso spazzare via tutto, tutto, con il suo sangue?
Alleluia!
Confessate i vostri peccati! Purificate la vostra anima dal suo fardello di nera colpa, affinché il Signore non vi bruci di nuovo col fuoco!
Alleluia!
«Ebbene, Len?» disse Hostetter.
Stanno gridando come gridavano quella notte, oh, Dio. E cosa accadrebbe se mi alzassi e confessassi il mio peccato, offrendo quest’uomo in sacrificio? Non sarei purificato dalla conoscenza. La conoscenza non è come il peccato. Non vi è fuga mistica da essa.
E cosa accadrebbe se io rovesciassi il Moloch dalle viscere di fuoco e dalla testa di bronzo?
La conoscenza esisterebbe ancora. In qualche luogo. In qualche libro, o in qualche cervello umano, sotto qualche altra montagna. Ciò che l’uomo ha scoperto una volta, verrà scoperto di nuovo.
Hostetter si alzò in piedi.
«Hai dimenticato una cosa che ti ho detto. Dimentichi che anche noi siamo fanatici. Dimentichi che io non posso lasciarti libero.»
«Avanti,» disse Len. Si alzò in piedi a sua volta, tirando su Joan per la mano. «Avanti, se potete.»
Si fissarono nella luce delle torce, mentre la folla pestava i piedi e sollevava la polvere e gridava alleluia.
L’ho lasciata soffiare attraverso di me, ed è soltanto vento. Ho lasciato che le parole risuonassero nelle mie orecchie, e non sono altro che parole, pronunciate da un uomo ignorante dalla barba sporca di polvere. Non mi commuovono, non mi toccano. Ho finito anche con esse.
Ora io so cosa si stende sulla terra, qual è il fardello lento e pesante. Essi la chiamano fede, ma non è fede. È paura. Il popolo si è costruito un riparo sulla testa, una necessità di ignoranza, una passione di rinuncia, e l’hanno chiamato Dio, e lo hanno adorato. Ed è falso come qualsiasi Moloch. Così falso che uomini come Soames, come Dulinsky, come Esaù e me stesso lo rovesceranno. Ed esso tradirà i suoi adoratori, lasciandoli indifesi di fronte a un domani che sicuramente verrà. Potrà essere lento a venire, e lungo, un lento e lungo domani, ma verrà, e tutta la loro disperazione non lo potrà fermare. Niente lo potrà fermare.
«Non parlerò, Ed. Ora tocca a voi.»
Joan trattenne il respiro in un singhiozzo.
Hostetter guardò Len; stava con le gambe allargate, le grandi spalle un po’ curve, il volto scuro e severo come ferro, sotto l’ampia falda del cappello. Ora era Len ad aspettare.
Se muoio come Soames, avrà importanza soltanto per me. Sarà importante solo perché io sono io, e Hostetter è Hostetter, e Joan è Joan, e siamo persone, e non possiamo evitarlo. Ma per oggi, ieri, domani, questo non è importante. Il tempo continua anche senza di noi. Solo una fede, una condizione della mente, può durare, e anche questa cambia costantemente, ma in fondo a tutto ci sono due specie di pensiero… quello che dice, Qui devi fermarti, qui si arresta il tuo sapere, e quell’altro che dice, Impara.
A torto o a ragione, il frutto è stato mangiato, e non si può tornare indietro.
Io ho fatto la mia scelta.
«Cosa aspettate, Ed? Se dovete farlo, fatelo.»
Una parte della tensione abbandonò la linea delle spalle di Hostetter. Egli disse:
«Credo che nessuno di noi due abbia l’animo dell’assassino.»
Chinò il capo, accigliato, e poi lo sollevò di nuovo, fissando negli occhi Len, con uno sguardo duro e imperioso.
«Ebbene?»
La gente piangeva e urlava e si gettava in ginocchio nella polvere e singhiozzava.