— Quelli, naturalmente: essi rinunciano deliberatamente alla loro umanità. Ma ci sono altri che la perdono senza intenzione, spesso quando credono invece di accentuarla, o di essere in procinto di raggiungere uno stato più elevato di quello in cui sono nati… E ci sono ancora altri, come gli Asciani, che ne vengono privati.
Pensai a Baldanders che si gettava nel Lago Diuturna dalle mura del suo castello.
— Certamente queste… cose meritano la nostra compassione.
— Gli animali meritano la nostra compassione, ed è per questo che il nostro Ordine si prende cura di loro. Ma non è omicidio uccidere un animale.
Mi levai a sedere e le afferrai il braccio, in preda ad un’eccitazione che non riuscivo a contenere.
— Credi tu che se qualcosa… un qualche braccio del Conciliatore, diciamo… potesse curare gli esseri umani, potrebbe tuttavia fallire con coloro che umani non sono?
— Vuoi dire l’Artiglio. Chiudi la bocca, per favore… mi fai venir voglia di. ridere se la tieni aperta in quel modo, e noi non dovremmo ridere quando ci sono in giro persone non appartenenti all’Ordine.
— Tu sai!
— La tua infermiera me lo ha rivelato. Ha detto che eri pazzo, ma in maniera tranquilla, e che non credeva avresti mai fatto male ad alcuno. Quando le ho chiesto il perché, mi ha risposto che tu hai l’Artiglio e talvolta puoi curare i malati e perfino resuscitare i morti.
— Tu mi credi matto?
Annuì, sempre sorridendo.
— Perché? Lascia perdere quello che ti ha raccontato la Pellegrina. Ti ho forse detto stanotte qualcosa che ti ha indotta a ritenermi tale?
— O forse sei vincolato da un incantesimo. Non si tratta affatto di qualcosa che hai detto, o, per lo meno, non molto. Ma tu non sei una sola persona.
A questo punto, fece una pausa, forse aspettando che io negassi, ma io tacqui.
— È nel tuo volto, nel modo in cui ti muovi…; sai che non conosco neppure il tuo nome? Lei non me lo ha detto.
— Severian.
— Io mi chiamo Ava. Severian è uno di quei nomi maschili e femminili, vero? Severian e Severa. Hai una sorella?
— Non lo so. Se ne ho una, è una strega.
— Quell’altra — continuò Ava, sorvolando sulla mia risposta, — ha un nome?
— Allora sai che si tratta di una donna.
— Uh huh. Mentre stavo distribuendo il cibo, ho creduto per un momento che una delle sorelle esultanti fosse venuta ad aiutarmi, poi mi sono guardata intorno e c’eri tu. All’inizio, mi è parso di notare il fenomeno solo quando ti guardavo con la coda dell’occhio, ma ci sono momenti, mentre stiamo seduti qui, in cui la vedo anche se ti guardo dritto in volto. Quando ti giri da un lato, talvolta, tu svanisci ed appare una donna alta e pallida che si serve del tuo viso. Per favore, non mi dire che digiuno troppo: è quello che mi dicono tutti, e non è vero. E, anche se fosse vero, non c’entra con questo.
— Il suo nome è Thecla. Ti ricordi quel che mi hai detto circa il perdere la propria umanità? Stavi cercando di parlarmi di lei?
— Non credo. — Ava scosse il capo. — Ma ti volevo chiedere qualcosa. C’era un altro paziente come te, qui, e mi hanno riferito che era arrivato con te.
— Miles, vuoi dire. No, il mio caso ed il suo sono molto differenti. Non ti parlerò di lui: dovrebbe essere lui a farlo, oppure nessun altro. Ma credo che ti parlerò di me. Sai che esistono i mangiatori di cadaveri?
— Tu non sei uno di loro. Qualche settimana fa abbiamo avuto qui tre prigionieri insurrezionisti. So che aspetto hanno.
— In che cosa consiste la differenza?
— In loro… — annaspò in cerca di parole, — in loro, il fenomeno è incontrollabile. Parlano da soli… naturalmente un mucchio di persone lo fa… e vedono cose che non ci sono. Hanno qualcosa di solitario, e qualcosa di egoistico. Tu non sei uno di loro.
— Ma lo sono — replicai, e le raccontai, senza molti particolari, del banchetto di Vodalus.
— Ti hanno costretto — osservò, quando ebbi finito. — Se tu avessi dimostrato i tuoi sentimenti, ti avrebbero ucciso.
— Questo non ha importanza. Ho bevuto l’alzabo, ho mangiato la sua carne. Ed all’inizio era una cosa sporca, come tu dici, anche se l’avevo amata. Lei era dentro di me, ed io dividevo la vita che era stata sua, eppure lei era morta. Potevo percepire il suo corrompersi. Feci un sogno meraviglioso su di lei, quella prima notte, e quando torno indietro fra i miei ricordi, quella è una delle cose che custodisco con più affetto. In seguito, c’è stato qualcosa di orribile e talvolta mi sembrava di sognare mentre ero sveglio… credo che si tratti di quel parlare e guardare a vuoto cui hai accennato. Adesso, già da parecchio tempo, ella sembra vivere di nuovo, ma dentro di me.
— Non credo che gli altri fossero così.
— Non lo credo neanch’io — convenni. — Almeno, non stando a quanto ho sentito di loro. Ci sono molte cose che non comprendo, e quella che ti ho detto è una delle principali.
Ava rimase quieta per il tempo di due o tre respiri, poi i suoi occhi si spalancarono.
— L’Artiglio, quella cosa in cui credi. Allora ce l’hai davvero?
— Sì, ma non sapevo cosa potesse fare. Esso non aveva ancora agito, o meglio, aveva agito, resuscitando dalla morte una donna di nome Dorcas, ma io non sapevo quello che era accaduto né da dove ella fosse venuta. Se lo avessi saputo, avrei potuto salvare Thecla, riportarla in vita.
— Ma tu lo avevi? Lo avevi con te? Annuii.
— Ma, allora, non capisci? Esso l’ha riportata in vita. Hai appena detto che poteva agire senza che tu te ne accorgessi. Tu avevi l’Artiglio, ed avevi lei, che si stava corrompendo dentro di te.
— Senza il corpo…
— Tu sei un materialista, come tutta la gente ignorante. Ma il tuo materialismo non rende per questo vero il materialismo di per sé. Non lo sai? Nella convocazione finale, sono lo spirito ed i sogni, il pensiero e l’amore e le azioni, che contano.
Ero così stordito dalle idee che si stavano affollando dentro di me che non parlai per parecchio tempo, e rimasi invece seduto ed immerso nelle mie riflessioni. Quando tornai finalmente in me, rimasi sorpreso che Ava non se ne fosse andata, e cercai di ringraziarla.
— Era pacifico, starmene seduta qui con te, e se fosse passata una delle sorelle, avrei potuto sostenere che rimanevo qui nel caso che qualcuno dei feriti chiamasse.
— Non ho ancora raggiunto una decisione su quel che hai detto a proposito di Thecla. Ci dovrò riflettere per parecchio tempo, forse per molti giorni. La gente trova che sono piuttosto stupido.
Sorrise, e la verità è che mi ero espresso in quel modo (anche se era vero), almeno in parte, per vederla sorridere.
— Io non credo. Piuttosto, sei un uomo attento e preciso.
— Comunque, ho un’altra domanda da farti. Spesso, quando cercavo di dormire oppure mi svegliavo di notte, ho provato a connettere fra loro i miei successi ed i miei fallimenti. Voglio dire, le volte in cui ho usato l’Artiglio ed ho resuscitato qualcuno e le volte in cui ho provato, ma la vita non è tornata. Mi sembra che alla base di questo dovrebbe esserci qualcosa di più di una semplice casualità, anche se il legame è forse dato da qualcosa che io non posso sapere.
— Credi adesso di averlo trovato?
— Quello che hai detto in merito alla gente che perde la sua umanità… potrebbe esserne una parte. C’era una donna… credo che avrebbe potuto essere così, sebbene fosse molto bella. Ed un uomo, un mio amico, che è stato solo parzialmente curato, aiutato. Se è possibile per qualcuno perdere la sua umanità, allora deve certo essere possibile trovarla per chi non ne ha. Dappertutto ciò che uno perde viene trovato da un altro. Egli, credo, era così. E poi, l’effetto sembra sempre minore quando la morte giunge in maniera violenta…