— Mi sembra prevedibile — commentò dolcemente Ava.
— Ha curato l’uomo scimmia cui avevo tagliato la mano. Forse è stato perché ero stato io a ferirlo. Ed ha aiutato Jonas, ma io… Thecla… avevo usato quelle fruste.
— I poteri della guarigione ci proteggono dalla natura. Perché dovrebbe l’Increato proteggerci da noi stessi? Noi ci potremmo proteggere da noi stessi, e può darsi che egli ci aiuti solo quando arriviamo a pentirci di quello che abbiamo fatto. Annuii, sempre riflettendo.
— Adesso devo andare nella cappella. Ti senti abbastanza bene da camminare con me per un breve tratto? Vuoi venire con me?
Mentre giacevo sotto il tetto di tela, mi sembrava che quello fosse tutto il lazzaretto, ma ora vidi, sia pure vagamente e di notte, che c’erano molte tende e padiglioni. La maggior parte, come il nostro, aveva le pareti di tela raccolte e sollevate per creare una maggiore frescura, ripiegate come le vele di una nave all’ancora. Non entrammo in nessuno di essi ma li attraversammo per sentieri tortuosi che a me parvero lunghi, fino a che raggiungemmo una tenda le cui pareti erano abbassate. Era di seta, non di tela, e brillava di un colore purpureo per le luci accese all’interno.
— Una volta — disse Ava, — avevamo una grande cattedrale, che poteva contenere diecimila persone eppure poteva essere conservata su un solo carro. La nostra Domnicella l’ha fatta bruciare poco prima che io entrassi nell’Ordine.
— Lo so — replicai. — L’ho visto.
All’interno della tenda di seta, c’inginocchiammo dinnanzi ad un semplice altare carico di fiori. Ava pregò ed io, non conoscendo alcuna prechiera, parlai in silenzio con qualcuno che mi sembrava talvolta dentro di me e talvolta, come aveva detto l’angelo, infinitamente distante.
XI
LA STORIA DEL LEALE AL GRUPPO DEL DICIASSETTE
L’UOMO GIUSTO
Il mattino successivo, dopo che avemmo mangiato e ci fummo destati tutti, mi azzardai a chiedere a Foila se era venuto il tempo di giudicare fra le storie di Melito e Hallvard. Ella scosse il capo, ma, prima che potesse parlare, l’Asciano annunciò:
— Tutti devono fare la loro parte al servizio della popolazione. Il bue tira l’aratro ed il cane guida le pecore, ma il gatto acchiappa i topi nel granaio. Così gli uomini, le donne e perfino i bambini possono servire la popolazione.
— Anche il nostro amico vuole raccontare una storia — spiegò Foila, con il suo abbagliante sorriso.
— Cosa? — Per un momento pensai che Melito stesse effettivamente per sollevarsi a sedere. — Hai intenzione di permettergli… di permettere ad uno di loro di prendere in considerazione…?
— Come, sì. — Foila fece un gesto che lo zittì, mentre qualcosa le tirava gli angoli delle labbra. — Sì, credo che lo farò. Naturalmente, dovrò tradurre per il resto di voi. Ti andrà bene così, Severian?
— Se tu lo desideri.
— Infatti. Non va contro lo spirito dell’accordo, ed anzi è in armonia con esso, accordo secondo il quale a competere dovevano essere gli aspiranti alla mia mano… mano che non è molto morbida né molto bella, temo, anche se è migliorata da quando sono costretta a stare in questo posto. L’Asciano sarebbe un mio pretendente se lo potesse; non avete visto il modo in cui mi guarda?
— Uniti, uomini e donne sono più forti — recitò l’Asciano, — ma una donna coraggiosa desidera figli e non mariti.
— Vuole dire che gli piacerebbe sposarmi, ma che crede che le sue attenzioni non riuscirebbero accettabili. E invece si sbaglia. — Lo sguardo di Foila si spostò da Melito ad Hallvard ed il suo sorriso si trasformò in un sogghigno. — Avete davvero voi due tanta paura di lui in una gara di narrazione di storie? Dovete essere fuggiti come conigli alla vista di un Asciano sul campo di battaglia.
Nessuno dei due rispose, e, dopo qualche tempo, l’Asciano cominciò:
— Nei tempi passati, la lealtà alla causa della popolazione era visibile dovunque. La volontà del Gruppo del Diciassette era la volontà di tutti.
— C’era una volta — interpretò Foila.
«Che nessuno sia pigro. Se qualcuno è pigro, che venga bandito insieme agli altri che sono pigri, e che essi vadano in cerca di una terra pigra. Che tutti coloro che essi incontrano diano loro indicazioni. È meglio camminare per migliaia di leghe che sedere nella Casa della Fame.
«… Una fattoria isolata in cui lavoravano in compartecipazione persone non legate da vincoli di parentela.
«Uno è forte, un altro bello ed un terzo è un abile artigiano. Chi è il migliore? Colui che serve la popolazione.
«In quella fattoria viveva un brav’uomo.
«Che il lavoro venga ripartito da un saggio ripartitore di lavoro. Che il cibo venga suddiviso da un saggio suddivisore di cibo. Che i maiali ingrassino. Che i topi muoiano di fame.
«Altri truffarono il brav’uomo della sua parte di proprietà.
«Il popolo radunato in consiglio può giudicare, ma nessuno deve ricevere più di cento colpi.
«Egli si lamentò ed essi lo picchiarono.
«Come vengono nutrite le mani? Tramite il sangue. Come il sangue raggiunge le mani? Tramite le vene. Se le vene si chiudono, le mani cadranno per la cancrena.
«Egli abbandonò la fattoria e si mise in viaggio.
«Dove siede il Gruppo del Diciassette, là viene fatta la giustizia definitiva.
«Andò alla capitale e si lamentò per il modo in cui era stato trattato.
«Che ci sia acqua limpida per coloro che lavorano, che ci siano per essi cibo caldo ed un letto pulito.
«Egli ritornò alla fattoria, stanco ed affamato per il viaggio.
«Nessuno deve ricevere più di cento colpi.
«Essi lo picchiarono di nuovo.
«Dietro ogni cosa si può trovare qualche cos’altro, sempre; così, c’è l’albero dietro l’uccello, il sasso sotto il suolo, il sole dietro Urth. Dietro i nostri sforzi, che si possano trovare i nostri sforzi.
«L’uomo giusto non si arrese. Lasciò nuovamente la fattoria e camminò fino alla capitale.
«Possono essere ascoltati tutti coloro che presentano petizioni? No, perché essi gridano tutti insieme. Chi, dunque, sarà udito…? È forse colui che grida più forte? No, perché tutti gridano con forza. Coloro che gridano più a lungo saranno ascoltati, e sarà loro fatta giustizia.
«Arrivato alla capitale, egli si accampò sulla soglia della sede del Gruppo del Diciassette e supplicò tutti coloro che passavano di ascoltarlo. Dopo lungo tempo, venne ammesso nel palazzo, dove le autorità ascoltarono con simpatia le sue lamentele.
«Così dice il Gruppo del Diciassette: A coloro che rubano, prendete tutti i loro averi, poiché nulla di ciò che essi hanno è di loro proprietà.
«Essi gli dissero di tornare alla fattoria e di riferire agli uomini cattivi, in nome loro, che se ne dovevano andare.
«Come si comporta un bravo bambino con sua madre, così si deve comportare il cittadino con il Gruppo del Diciassette.
«Egli fece esattamente come gli avevano detto.
«Che cos’è un discorso sciocco? È soltanto vento. Esso è entrato dagli orecchi ed esce dalla bocca. Nessuno deve ricevere più di cento colpi.
«Essi lo derisero e lo picchiarono.
«Che dietro i nostri sforzi ci siano ancora altri sforzi.
«L’uomo giusto non si arrese e tornò ancora una volta alla capitale.
«Il cittadino dà alla popolazione ciò che è dovuto alla popolazione. Cosa è dovuto alla popolazione? Tutto.
«Egli era molto stanco. I suoi abiti erano ridotti a stracci e le scarpe erano consumate. Non aveva cibo né alcuna cosa da barattare.