Mi sembra evidente che le armi stellari non potevano essere prodotte su Urth e che dovevano essere ottenute a grande prezzo dagli Hieroduli. Un interessante interrogativo, cui non ho alcuna risposta valida da offrire, è quello relativo ai beni offerti in cambio. L’Urth del vecchio sole sembra, per i nostri standards, essere ridotta al livello dei materiali grezzi. Quando Severian parla di miniere, sembra far riferimento a quelle che noi definiremmo razzie archeologiche, ed i nuovi continenti che si dice sorgeranno con la venuta del Nuovo Sole (nella commedia del Dr. Talos) hanno fra i loro pregi «oro, argento, ferro e rame…» (il corsivo è aggiuntivo).
Schiavi (un certo grado di schiavitù esiste all’epoca di Severian), pelli, carne ed altro cibo, ed oggetti che richiedono cure particolari, come gioielli fatti a mano, sembrerebbero altri beni possibili da scambiare.
Ci piacerebbe saperne di più su quasi tutte le cose citate in questi manoscritti, ma soprattutto, è certo, ci piacerebbe saperne di più sulle navi che vagano fra le stelle, comandate dagli Hieroduli, ma talvolta dotate di un equipaggio di esseri umani. (Due delle figure più enigmatiche del manoscritto, Jonas ed Hethor, sembrano essere stati un tempo quel tipo di marinai.) Ma qui il traduttore è ancora una volta costretto ad affrontare la più assurda di tutte le difficoltà… l’incapacità di Severian di distinguere fra la navigazione stellare e quella oceanica.
Per quanto questo sia irritante, sembra assolutamente naturale, considerate le circostanze: se un distante continente è remoto quanto la luna, allora la luna non è più remota di un distante continente. Inoltre, le navi che salpano fra le stelle, sembrano essere alimentate dalla pressione della luce su immense vele di metallo, cosicché la scienza dell’uso di alberi cavi e di vele è applicabile ad entrambi i tipi di navi. Presumibilmente, dal momento che molte capacità (e forse sopra ogni altra quella di saper sopportare lunghi periodi di isolamento) erano richieste ugualmente da entrambi i tipi di imbarcazioni, marinai provenienti da imbarcazioni tali da suscitare solo il nostro disprezzo erano in grado di arruolarsi su altre le cui capacità ci avrebbero stupiti. C’è da notare che il comandante della barca noleggiata da Severian ha lo stesso modo di parlare di Jonas.
Ed ora, un commento finale. Nelle mie traduzioni, e nei commenti che ho aggiunto ad esse ho cercato di evitare ogni speculazione; mi sembra che ora che la fine di questi sette anni di fatica si avvicina, abbia il diritto di concedermene una. Si tratta della capacità di attraversare ore ed eoni posseduta da queste navi: essa potrebbe costituire semplicemente la naturale conseguenza della loro capacità di penetrare lo spazio interstellare ed anche intergalattico, e di sfuggire alle convulsioni mortali dell’universo. E potrebbe darsi che viaggiare in questo modo nel tempo non sia così complesso e difficile come siamo portati a supporre. È possibile che Severian avesse fin dall’inizio un presentimento di quello che sarebbe stato il suo futuro.