CAPITOLO 9
VENGO SOLO PER VEDERTI PARTIRE
Dicono che un artista deve rappresentare i suoi tempi. Non dicono perché; forse pensano che sia lo specchio a creare l’immagine. Se l’artista protesta, Procuste è sempre là pronto con la sua fida sega arrugginita.
Spesso nella notte, a Nuber, dal suolo si leva una nebbia, che fluisce intorno alle case solitarie… le case lo sono sempre: isole che la gente ha messo insieme a palate, come luoghi di riposo lungo il viaggio. La nebbia assorbe il tocco terreno dei passi, il suono delle risate sottovoce, i mormorii d’amore e d’incoraggiamento. La nebbia è un’ambiguità e una meraviglia. La si respira come un vapore e si diventa, diciamo, più saggi; nella nebbia si trova almeno una saggezza confusa, una capacità di dire quello che non si direbbe mai alla luce del giorno o sotto gli inviti stravaganti della luna.
Lungo i viali e le strade dove anche gli alberi dormicchiavano, la nebbia salita dal suolo si univa a un vapore che arrivava a ondate da oriente, dal varco tra le colline. La notte odorava d’aria salmastra, della selvaggia solitudine dell’oceano. La nebbia cedeva talvolta alla persuasione d’una candela ancora accesa a una finestra, oppure si diradava per rivelare la spinta dell’angolo di un edificio, di un palo per legare i cavalli, di una staccionata. In quella traversata, Garth e Frankie erano le guide. A Demetrios davano l’impressione di un mondo medievale: gli archi di frassino e le faretre facevano parte di loro, pratici come il fucile d’un soldato del ventesimo secolo. Entrambi conoscevano ogni giravolta come una volpe conosce la sua collina, conoscevano ogni passo, dalla triste baracca in cui erano nati, all’ombra del Muro di Re Brian, fino alla Grande Strada del Sud. La sezione dove i Giardini finiscono e lasciano che la città si sollevi contro al Muro viene chiamata Outer Wall Street; alcune baracche si appoggiano a quella massa, e la pioggia sgocciola attraverso le giunture raffazzonate. Il padre dei due ragazzi, quando lavorava, raccoglieva per le strade il letame, e lo vendeva agli agricoltori a prezzi da fame.
Demetrios li seguiva e di tanto in tanto toccava le loro camicie o le loro borse, per trarne conforto. Il bastone di noce soddisfaceva la sua mano destra. Dietro di lui venivano Angus, Brand e Bosco.
— Dobbiamo arrivare lontano, stanotte? — Appena ebbe finito di parlare, Demetrios si irritò di quel suono lagnoso che gli era uscito dalla gola. Angus non poteva avere dormito per tutta la notte precedente, quand’era incominciata l’epurazione; doveva avere attraversato i confini dell’inferno, mentre Demetrios se ne stava comodo a letto con Solitaire e il Professore.
— Non molto lontano, Demetrios, — rispose gentilmente Angus. — Abbiamo pensato, dopo aver raggiunto gli altri, di andare avanti fino alla casa infestata, che è piuttosto lontana dalla Strada del Sud, e di fermarci là a riposare, almeno fino alle prime luci. Ho sentito che nessuno ci si avvicina, per paura dei fantasmi.
— Va bene.
— Ma non dobbiamo restarci molto, Mister Angus, — disse Garth. — Loro potrebbero lanciare i cani sulle tracce di Demetrios o sulle tue, e i cani di solito non si fanno fermare dai fantasmi, e neanche gli uomini, almeno di giorno.
— Persino nella Città Interna c’è qualcuno che non ci crede. — Il tono della voce di Angus non era tutto divertimento. — Come me.
— Davvero? — La voce di Garth era turbata, e il turbamento venne riecheggiato da un incerto suono gutturale, da parte di Bosco, laggiù in fondo nel buio… non era un buio pesto: la luna esercitava il suo potere sulla nebbia, e i viaggiatori avevano l’impressione di essere nuotatori che salgono alla superficie, in nuove dimensioni di respiro e di movimento. — Uomo Demetrios, mia zia ha interrogato il libro sul tuo sogno. Il libro ha detto che la ferrovia è un discorso del sogno… vedi, è la scienza della… subcoscienza, e la vera strada da fare sarà di sicuro sull’acqua, per un lungo viaggio. Lo ha detto il libro, tutte le volte che mia zia lo apriva a caso, e poi lei mi leggeva… cioè, non voglio dire proprio leggere, ma comunque sapeva quel che voleva dire.
— La ringrazio, — disse Demetrios, ripensando all’èra della scienza. Per più d’un secolo era riuscita a tenere a freno, in qualche modo, la tendenza umana ad accettare i brancolamenti della magia primitiva come rivelazioni e verità mistiche. Non poteva insegnare i suoi metodi se non a pochissimi (si era impegnata a farlo? Demetrios non ne era sicuro); e non poteva sopprimere la corruzione generata dai doni che la stessa scienza aveva gettato a sciocchi dotati di potere… si era impegnata a farlo? Quando i computer venivano impiegati nello sviluppo commerciale dell’astrologia, dei tarocchi, della stregoneria e in cose simili… ebbene già allora, molto prima del 1993, eravamo già spacciati. — Attraverseremo l’acqua, — disse Demetrios, — e diventeremo più vecchi. — Si augurò che l’orecchio sensibile di Garth non captasse il sarcasmo e la collera che avevano minacciato di erompere dalle sue parole come un rutto da uno stomaco inacidito.
Garth è buono, amabile, gentile. Non mi ha appena aiutato a uscire da una fetida prigione? Quando sono stato incaricato dì trasformarlo in un razionalista del ventesimo secolo, in un’epoca che odia la ragione, anche ammettendo che io sia in grado di farlo? Comunque…
Cosa possiamo sperare? Cosa possiamo fare? Accettare la nuova èra dell’oscurantismo come inevitabile nel ritmo della storia?
I periodi delle grandi illuminazioni tendono ad essere brevi — la Grecia, il Rinascimento europeo — e poi la povera, sbigottita razza umana deve tornarsene nella sua tana a digerire. È un’analogia falsa: la razza umana non è una persona, e l’oblio non è digestione.
Cosi… noi speriamo, fingiamo di credere che la ragione possa alimentare la luce in qualche luogo segreto, per altri secoli squallidi in cui nulla è certo, tranne il potere della non-ragione? Che altro?
La luce della luna che rivelava la faccia di Frankie divenne più tenera.
Oh, accidenti, Garth può imparare, come può imparare Frankie, o Angus. E se SONO davvero incaricato io? Autoincaricato… dovrei dire. Metti prima ordine nel tuo cervello, Demetrios: cominciando da adesso.
— Questa dev’essere la Strada del Sud, — disse Garth. La nebbia, non più alta delle loro ginocchia, scorreva come un fiume di silenzioso biancore incanalato tra muraglie di aceri e di sempreverdi e di querce, e le sommità nerazzurre delle fronde erano spruzzate, scintillanti di stelle.
Gli uomini le avevano volute; avevano sognato di avvicinarle. Avevano raggiunto la Luna; avevano mandato congegni sbalorditivi sulle distese desolate dì Venere, di Marte e di Giove, ad ascoltare e a spiare ed a trasmettere rapporti crepitanti al pianeta dove essi giocavano ancora con i tarocchi e il gas nervino e i balocchi nucleari pieni di difetti.
Assioma dell’etica fabbricata dall’uomo: Gli esseri umani si scelgono i propri fini, secondo il complesso di desideri e d’informazioni che domina il loro pensiero. Corollario: I fini saranno buoni (secondo qualunque criterio venga impiegato per «buono») purché i desideri siano buoni e le informazioni attendibili. Conclusione (una delle tante): Un vecchio in possesso di informazioni relativamente attendibili non può esimersi dall’obbligo d’insegnare… Definire «attendibili». Definire «obbligo»… oh, sto parlando a vanvera. Divento vecchio…
Lo strido d’una civetta, simile alla risata d’un ventriloquo, risuonò nell’oscurità lattiginosa davanti a loro, a lato della strada: due richiami in rapida successione. Il suono trovò una risposta immediata… tutto intorno a lui, parve a Demetrios, ma vide le labbra di Frankie in lento movimento, e poi la mezzaluna, diventando più luminosa, mostrò la ricchezza del ghigno di Frankie. Demetrios bisbigliò: — È stata Solitaire?