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— Era un pettirosso, — disse Babette, con voce sommessa come Solitaire, per rispetto al sonno di Frankie. — Fra poco potrò vederci a tornare a casa, nonostante la nebbia.

— Non puoi venire con noi?… No, lo so. La Madam ha bisogno di te.

— Non ce la farebbe neanche un giorno, senza di me. Devo dirle che tornerete?… Oh, sì, certo che glielo dirò, ma voglio dire, sarà vero?

— Come posso saperlo? I vecchi tornano mai?

— Vergognati, Dimmy! — disse Babette, scuotendolo. — Vergogna, essere così pessimista! Su, esci dai brutti sogni!

Demetrios si levò a sedere, accettando il freddo del mattino. — Sì… sì… dobbiamo trovare un posto dove non ci voglia la licenza per raccontare storie. — La luce gli mostrava la forma dell’antico edificio: forse un giorno quella era stata una sala da ricevimento per gente in parrucca e calzoni al ginocchio. La curva d’una scalinata si spezzava nell’oscurità quasi all’altezza del primo piano; il ballatoio era caduto, probabilmente putrefatto dall’acqua sgocciolata dal tetto, per anni. Sotto la frattura stava un mucchio d’intonaco e di legno marcio. — Dobbiamo cercare un posto dove si possano migliorare le cose senza peggiorarle.

Le punte delle dita di Solitaire parlavano d’amore ai riccioli di Frankie, senza svegliarlo. Egli si mosse, una vaga spinta dell’anca sotto la coperta, poi restò immobile; la sua bocca socchiusa era un poema di Eros. — Solitaire ha una cosa da dire… Solitaire è gravida.

— Oh…

— Di Demetrios, — disse lei, sorridendogli nella luce crescente. — Lei ha fatto apposta. Lei conosce il suo calendario. — Il liuto ridacchiò da un angolo in ombra. — Per un mese Solitaire e il Professore hanno giocato solo giochi fuori dalla porta. Il paisà dice che era d’accordo con lei. Quindi è il seme di Demetrios.

Elizabeth di Hartford, la sua sofferenza sprecata, l’orrore della nascita e delle due morti… eppure c’era quella mezza possibilità, quell’esangue incoraggiamento statistico: potevano essere stati i geni di Elizabeth, i portatori della dannazione del Ventesimo Secolo. Moltissime nascite sono ancora normali — tre su cinque, non dicono così? quando ci sono — altrimenti chi cercherebbe di prolungare i giorni prima dell’estinzione?

— Solitaire, mio amore, Solitaire… due mesi? Tre?

— Quasi tre, — disse Solitaire, con orgoglio.

— Usciremo da Katskil, ci sistemeremo in un posto sicuro, ad aspettare il momento del parto. — Un posto sicuro… dov’è? — Babette, stai lontana dagli abramiti. Al Palazzo del Comune mi hanno interrogato sugli abramiti nella casa di Madam Estelle. Non ho detto nulla, naturalmente. Ma Fran dovrebbe lasciare la città.

— Lascia fare a me. Non preoccuparti! — E aggiunse una strana frase del Tempo Antico, che la gente usava ancora: — Fatti gli affari tuoi, Dimmy.

Angus entrò, cinto di luce, svegliando Garth; si inginocchiò accanto a Frankie e a Solitaire, chiedendo in silenzio: Tutto bene? Baciò la spalla del ragazzo arciere, accecato dal sonno, e scompigliò ruvidamente i capelli di Frankie; e chiese gentilmente a Demetrios: — Dobbiamo prendere la strada dei boschi?

Solitaire accese un focherello nel camino, e Babette tostò pane e pancetta. Aveva portato altri viveri più pratici per cominciare il viaggio: granturco e frutta secca, carne affumicata, biscotti, una fiasca di vino. Angus aveva con sé del danaro; Garth e Bosco e Frankie si dicevano abili nella caccia e nella pesca. Comunque Babette pianse un po’, nel vederli andar via, nella nebbia del mattino che confondeva e riparava, per quella via che poteva svoltare in qualunque direzione, forse verso il nulla. Babette li guardò andar via, Garth dagli occhi acuti e Frankie, il suo vecchio Demetrios, la dolce e pazza Solitaire con il suo ramo di quercia che imitava gaiamente il bastone del vecchio (proprio lei, che forse aveva da perdere più di tutti, sembrava la più contenta di andare… ma quanti anni aveva Solitaire, in effetti? Babette non ne era mai stata sicura) e Angus dalle sopracciglia nere e dal cane grigio che era una parte di lui, più che un servitore, e il massiccio Bosco, il forestiero che camminava senza far rumore e che Babette considerava furbo: la sua faccia vigile non diceva niente della sua vita interiore. Babette li guardò andar via, si asciugò un’ultima volta il naso sul braccio, e tornò sconsolatamente indietro, a riprendere la sua parte nell’attività del mondo.

(Ma molto più tardi si unì a noi, come vi dirò se potrò insegnarvi ad essere paziente con me.)

Sabato, 20 luglio

Cosi loro se ne andarono nella Nebbia, dice Babette, verso il levar del Sole, e da quello che Il Ragazzo ci disse quando venne qui che era, nei Guai, è meglio che io non scriva dove andarono e neanche il suo nome. Qualcuno potrebbe venire e cercare di leggere il mio Libro prima che lo bruci, e questo non vorrei farlo perché sarebbe da Stupidi fare cosi con la Storia della Mia Vita se non è necessario, solo per non dare Informazioni ai Poliziotti. Lei dice che D. dice che ritornerà.

Ritornerà, con un arcobaleno, farà fare a Tutti la figura degli Stupidi e li caccerà dal Tempio come dice nel Libro… Oh, come faccio a continuare? Lui era solo il mio vecchio Demetrios che non dava fastidio a nessuno, era solo Portinaio. Supponiamo che è per Me che ha detto che tornerà! Lui è sempre disposto a tanto per non far del male alla Gente quando farebbe meglio a parlare Francamente e non a mettere tutto come in una Storia. Andare via nella Nebbia e magari non avranno neanche abbastanza da Mangiare… beh, quel Garth è un bravo Ragazzo, e forse Solitaire ha più energia di quello che pensavo e non sarà di Peso. Supponiamo adesso che io penso qualcosa d’altro, come a Questo Posto per Esempio com’era quando io arrivai da Raeford.

Non l’arrivare qui in se stesso, che è stato soprattutto terribile, automobili di traverso sulla Strada e Gente morta dentro. Il mio Camionista non era cattivo, mi disse che si chiamava Al, stava portando un camion a dieci ruote a New York con il pesce congelato. Lui disse che per la Strada era tutto impazzito, forse era stata l’Esplosione, lui finì con il camion in una scarpata per non investire un Pazzo con una Ford che gli veniva addosso, e si ferì alla Testa, voglio dire il mio Camionista, ma scese e se ne andò, con il pesce congelato su tutta la Strada. Noi stemmo insieme un po’ di giorni, andavamo a piedi verso l’ovest perché lui diceva che aveva dei parenti a Rochester, e poi che l’importante era muoversi. Quando lui lo voleva fare, mi tirava giù sul ciglio della strada e lo faceva e non gli importava anche se poteva passare qualcuno, non importava neanche a me, io solo continuavo a guardare il Gelo fino a quando aveva finito, perché tutto quello che voleva lui era andare Su e Giù. Lui mi trovava da mangiare e mise in fuga sei Tipi armati di Pistola che volevano Dividere la Ricchezza. A Beacon gli spararono perché saccheggiava. Io traversai il Fiume con una Barca a Motore con certi Pazzi che pensavano che era il Mar di Galilea e vedevano il Salvatore camminare sulle Acque, e rovinarono la Barca toccando terra durante un Temporale e poi andarono verso nord tutti Avviliti. Io di loro ne avevo fin qui.

Ho detto che non voglio scrivere di una Cosa e subito ecco che ne scrivo. Comunque capitai a Nuber per caso, non apposta. I Fondatori avevano già messo in ordine il Posto, un Accampamento regolare con Funzionari per dire alla Gente dove doveva andare e cosa doveva fare. Si capisce sempre la Differenza quando la Gente ha qualcosa per cui lavorare, mica sfarfallare alla cieca come i Matti sul Mar di Galilea. Mister Fleur era uno di quei Funzionari e lavorava direttamente agli ordini di Simon Bridgeman. Io aiutavo con i Profughi, Minestra Calda e Fasciature, e in sei mesi, quando il Governo di Bridgeman volle istituire le Case del Sesso, quella di Mister Fleur fu la prima.