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Alla donna sconosciuta quella risposta non piacque. — E dove altro dovrebbe andare? — domandò. E forse pensava che Demetrios o suo marito fosse sordo, perché ripeté: — Ho detto, dove altro dovrebbe andare? — Il suo uomo, che portava la gabbia (non avevano altro bagaglio) sorrise con aria accattivante.

Solitaire lasciò Angus e rivolse un trillo all’uccellino che, sotto il suo sguardo, si lanciò in folli carole. — Dammelo qui. — Prese la gabbia (senza dubbio l’uomo era davvero sordo) e la coprì con un telo grigio che portava infilato sotto la cintura. Il canto cessò. — Cammineremo un po’ più indietro di voi, brava gente, — disse. — Così non darà tanto fastidio.

Frankie rimase indietro per fare amicizia con i due, ma quelli erano imbarazzati o spaventati (era possibile aver paura di Frankie? Sì) e coprirono di nuovo l’uccellino perché ricominciò a cantare al suo avvicinarsi. Demetrios osservò gli sforzi del ragazzo, che ottennero soltanto borbottii a labbra strette da parte della donna, e vaghi sorrisi da parte dell’uomo. Presto Frankie desistette e raggiunse la Compagnia, perplesso e piuttosto stizzito; ma comunque parlò solo all’orecchio di Garth. La coppia procedeva una decina di iarde più indietro; e nessun altro si era aggiunto a loro quando scesero tutti un lungo pendio pietroso, verso la casa del traghettatore.

La casa stava tra alberi merlettati di nebbia: e la nebbia copriva le acque, fino all’infinito. La Compagnia si accorse appena della presenza del fiume fino a quando non raggiunse la casa; e poi lì, ingigantito dall’alta sponda, il grande, lento rumore li circondò. Come nei giorni precedenti, la nebbia parve diradarsi, eppure non si disperdeva mai del tutto; era solo il sollevarsi tentatore di un sipario che per qualche ragione misteriosa deve tornare ad abbassarsi…

Se mai avete recitato una parte in una filodrammatica (che non è mai migliorata molto dalle sue origini tra i laghi svizzeri) avrete notato che con quel maledetto sipario ne capita sempre qualcuna: si incastra, piomba fuori tempo sul collo del tenore, funziona in tutti i modi, ma mai bene… se pure il sipario c’è; certuni cercano di fare a meno, cercano di nascondere gli attori dietro uno schermo fino a quando non tocca a loro, e poi il grassone fa cadere la lancia, clank, clong, e quando si china per prenderla urta lo schermo con il sedere e lo fa cadere ed eccoli tutti là (gli svizzeri avevano sempre il sipario). Quello che voglio dire è che, se avete fatto questa esperienza, potete capire un po’ una romanziera alle prese con la nebbia e cose simili in questo capitolo (non ho tempo neppure per Madam Estelle), quando sarebbe tanto più semplice tirare avanti al trotto con una bella storia d’azione svelta che vi aspettavate di sicuro almeno stavolta, care anime… che peccato…

La casa era vecchia e grigia, il molo usurato dal traffico (eppure adesso non arrivava nessun altro) e verde d’alghe e di muffa nei punti riparati. La vela arrotolata del traghetto lasciava sgocciolare nebbia condensata. Ma una gaia lampada era visibile attraverso la finestra della casa. Si scorgeva il traghettatore che mangiava uova fritte e pane, e si puliva i baffi grigi. Il suo nome era scritto su un cartello sopra la porta:

TRAVERSATA DEL DELAWARE
(Washington ha dormito qui)
R.C. Noah, Direttore
BIGLIETTO 10 cents.

Il signor Noah spalancò la porta prima che potessero entrare: era un titano grigio che faceva sfigurare la massa di Bosco e l’altezza di Demetrios. Brand si rattrappì come Demetrios non l’aveva mai visto fare; recuperò presto il coraggio ma non fece profferte d’amicizia, sebbene il signor Noah fosse raggiante, a modo suo. — Dunque, cosa volete? — Era solo un vecchio grande grosso, burbero, rumoroso, con un perizoma grigio, e i baffi sporchi d’uovo.

— Stiamo andando all’ovest, — disse Angus. — Quand’è il prossimo traghetto?

— Quando volete. Non ho orari fissi, io. Perché della gente simpatica come voi vuole andare all’ovest?

— Io vengo di là, — disse Demetrios.

— Non è una ragione. Non c’è più niente, adesso, dopo la Penn.

— Dov’eravamo non ci piaceva, — disse Bosco. — Capisci? A proposito, Mister, hai visto o sentito qualcosa di una banda chiamata i Nomadi di Gammo?

— No.

— Noi siamo per conto nostro, — disse la donna con la gabbia. — Ecco, prendi qui mentre tiro fuori il danaro. — Ma dovette tirare il marito per il braccio perché lui le desse retta. — Ho detto, prendi la gabbia mentre tiro fuori il danaro.

— Non c’è bisogno di tanta fretta, — disse Noah. — Non andremo da nessuna parte fino a quando non sarò andato e tornato dalla latrina.

— Che tipo disgustoso! — Ma la donna lo disse sottovoce, e dopo che Noah era rientrato nella sua casetta.

— Non è mica molto educato, è un fatto, — disse Bosco. — Gli avevo solo rivolto una domanda. — Anche Solitaire aveva mostrato un lampo di collera, ma quando Angus la cinse con un braccio si rilassò, e alzò gli occhi verso di lui, in un alone di sicurezza. Bosco aggiunse: — Vedete, non sono sicuro che la farei a battere quel tipo.

Frankie rise. Demetrios disse: — Non ti ci provare, uomo. — Frankie smise di ridere e si avvicinò a Garth, che in quel momento era il più calmo della Compagnia.

Il signor Noah tornò indietro e si avviò lungo il piccolo molo, bloccando l’accesso alla sua miserabile barca: s’era piazzato lì con la mano protesa. La donna anziana passò per prima, lanciando un’occhiataccia ad Angus sebbene si fosse già scostato per cederle il posto. Mise una moneta da dieci cents nella mano di Noah. — Abbiamo solo metà dello scandaloso prezzo del biglietto. Pensavamo che fosse meno.

— Per metà posso portarvi solo a metà del fiume, — disse il signor Noah.

— Non ho mai sentito una stupidaggine simile!

— Oppure mi prenderò l’uccellino per l’altra metà. Un bell’uccellino come quello mi rallegrerebbe un po’ la casa.

— Bene… sta bene. Dagli la gabbia. — Il marito continuò a sorridere dolcemente alla nebbia. — Ho detto, dagli la gabbia. — Gliela strappò ella stessa dalla mano e la porse al signor Noah, il quale tolse il telo:

L’uccellino inclinò la testa verso l’uomo e cantò teneramente. — Ecco! — disse il signor Noah. — Ecco, ecco! — Stava ancora ammirando il suo acquisto quando Angus pagò: ma stava abbastanza attento da notare le otto monete. Una la rese. — Per il cane non faccio pagare niente. Se ammazza un ratto o due si è già guadagnato il biglietto. — Demetrios vide una sagoma guizzante, rossogrigia, sfrecciare sotto uno scalino, mentre i coniugi anziani avanzavano nella barca, vacillando, in cerca del posto più asciutto per sedersi. — È buono a pigliare i ratti? In questi ultimi tempi sono diventati una cosa tremenda.

— Oh, è terribile con i ratti, — disse Angus.

— Per Dio, a me farebbe comodo un buon acchiapparatti.

— Non posso venderlo.

— Lo pensavo. Comunque, può viaggiare lo stesso gratis. — Il signor Noah non disse altro. Spiegò la vela fradicia, si staccò da riva, prese il timone e fischiettò per chiamare una brezza… beh, effettivamente una brezza favorevole aveva incominciato a soffiare cinque minuti prima ch’egli fischiasse, e aveva preso a diradare la nebbia in spettri e fantasmi di fluttuante tristezza che si spostavano sull’acqua grigia per lasciare spazio alla vela avanzante…

poiché il signor Noah era in gamba, altrimenti la Società della Traversata del Delaware non avrebbe potuto conservarlo in quell’impiego per tanto tempo, e se lui ci teneva a far risultare che i leggeri cambiamenti delle condizioni meteorologiche avvenivano in obbedienza al suo fischio, alla sua volontà, ebbene, penso che gli si possa concedere questa piccola vanità, specialmente perché ho quasi finito con questa parte del libro, la parte della nebbia. In complesso siete stati molto pazienti, molto cari. Grazie.