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— Settembre si sta avviando verso l’inverno, — disse Bosco. — Un paio di mesi, è probabile. Il riparo d’una casa, anche una di quei ruderi, farebbe comodo, se per costruire la vostra barca ci vorrà tempo fino ai grandi freddi.

— Si potrebbe riparare una casa per viverci, — disse Nod. — Caso mai fossimo ancora qui quando viene freddo, e adoperare le altre come legname per costruire la nostra barca.

Egli disse «nostra»; Bosco aveva detto «vostra»; probabilmente lo notò tutta la Compagnia.

Discutemmo tranquillamente l’idea, durante il pranzo allietato dalle mele colte nel frutteto di qualcuno morto da tanto tempo, dove ci eravamo seduti, protetti contro il forte vento umido dell’oceano. Sembrava una buona idea: pratica, ragionevole, e abbastanza folle da risultare interessante. — Se il mio bambino nasce in mare, — disse Eve che era stata Solitaire, — vivrà a lungo e non correrà mai pericoli nella tempesta. È una vecchia superstizione di Lowelltown, no?

— Di’ quanto è antica, — disse Wynken.

— Di un giorno. Me l’ha inventata Blynken ieri, mentre cucinavamo la pancetta e confrontavamo le nostre pance.

— Tante, tante ore fa, — disse Blynken. — La mia è più grossa della tua.

— Pooh!

— Non posso farne a meno, — disse Nod. — Amo tutte queste donne. Bene, sono favorevole alla barca. Avremo bisogno di carne affumicata. Io andrò a caccia, mentre Garth costruisce.

— Abbiamo bisogno di un’isola. Demetrios e io ne stavamo parlando quando Frankie ha fatto scappare i puma.

— E ha cavalcato quello grosso, facendogli fare tre volte il giro del prato, — disse Frankie. — Non dimenticarti questo particolare.

— L’isola che vediamo da qui, — disse Demetrios, — non è molto lontana. Forse ce ne servirebbe una ancora più in là. Se deve essere un’altra repubblica… un altro tentativo di creare una repubblica, avrà bisogno di crescere per un po’, senza che gli estranei, preoccupati, cerchino di distruggerla. — Guardò il Professore, che di solito era pronto a confermare o a smentire il buon senso delle sue osservazioni; il Professore annuì. — La nostra isola non deve essere troppo facile da scoprire, — disse Demetrios, — e abbastanza grande da sostentare alcune centinaia o migliaia d’anime con il gusto per l’amore e il gusto per l’intimità.

Così fu deciso — sebbene Bosco ci tenesse a dichiarare che non gliene importava niente in nessun caso — di costruire una barca.

Garth esaminò la sparuta struttura grigia che ci riparava dal vento del mare, e Frankie gli stava vicino, nel caso che avesse bisogno dell’Accetta. Prese a calci le tavole, bussò alle pareti. — Qui ci si può vivere, — disse. — E qui e altrove troveremo il materiale per la barca. — Poi egli e Frankie entrarono per studiare travi, sostegni, pavimenti, le condizioni del tetto, mentre noi esploravamo la città.

Demetrios fu attratto da un mucchio di rifiuti, dove scorse su un cartello carbonizzato le lettere FERRAMENTA. Lo smosse con il bastone di noce, scoprendo un martello arrugginito ma non rovinato, con il manico metallico, ancora fasciato di una stoffa a noi sconosciuta. Il negozio di ferramenta doveva essere bruciato prima che finisse il saccheggio, e il suo tesoro era rimasto sepolto sotto l’intonaco, le macerie e il legno carbonizzato. Bosco e Nod ci aiutarono. Ci sporcammo tra quelle macerie, ma trovammo due seghe a mano ancora coperte di cera, alcuni barili di chiodi, un’ascia a doppio taglio, un succhiello con una scorta di punte, una pialla. Naturalmente c’erano anche utensili molto più complicati; Demetrios disse che erano elettrici e li buttammo da parte.

Tornando alla nostra casa con giardino, trovammo Garth e Frankie già impegnati nei lavori. La stanza d’ingresso aveva un’enorme finestra di vetro molto spesso, sorprendentemente intatta. Altre finestre, sventrate e desolate, potevano venire chiuse con qualche tavola, per difesa contro i venti invernali, e dalla grande finestra del Tempo Antico potevamo guardare l’oceano che cambiava al calar del sole. Il comignolo era solido, il camino nella stanza principale era abbastanza grande per poterci far cucina, e lì c’era posto anche per dormire. Notammo tracce di ratti, ma dopo che Brand ebbe passato un paio di notti a correre per la casa, non sentimmo più fruscii nelle pareti.

Garth, quando ebbe il bottino che gli avevamo procurato nel negozio di ferramenta, fu un uomo felice. La sua felicità si irradiava attorno a lui, come una luce, investendo Blynken d’una particolare radiosità. — Con questa roba si può far molto, — disse Garth. — Quando costruisco, sono contento di me stesso. — Più tardi, quando si fu fissato un programma di lavoro, e il mite inverno portò giorni di pioggia durante i quali non poteva lavorare alla barca, Garth ci fece altre piccole sculture, che a lui non sembravano affatto meravigliose. Per Blynken scolpì un cigno con le ali sollevate, ed ella disse, quella stessa ora, di sperare che Garth sarebbe stato il padre di un suo altro bambino. Noi siamo così: spero che la nostra disinvoltura continui quando il modo di vivere diventerà più complicato, come immagino debba essere.

Anche Frankie splendeva di soddisfazione, quel primo giorno nella città che probabilmente non era Aberedo, quando fu deciso che certi ganci fissati alle pareti della cucina del Tempo Antico venissero consacrati ai preziosissimi utensili, e che proprio lui dovesse diventare il custode, autorizzato a strillare con quelli che avessero dimenticato di rimetterli a posto dopo averli adoperati… e ben puliti. Angus posò le mani sulle spalle di Frankie e anche se intendeva farlo per scherzo, lo disse in tono solenne: — Da oggi voi siete Custode degli Utensili.

… E quello è più o meno il modo in cui da allora abbiamo usato l’antico «voi»… per enfasi, o in speciali eventi solenni come quello, o in quelle occasioni sorprendenti in cui due o tre persone (magari anche di più, ma non so se sia mai successo), non spinte dal desiderio o dall’egoismo, possono entrare le une nelle vite delle altre, sia pur brevemente, facendolo con amore e senza paura. Può succedere anche senza parole, ma non con grande profondità, perché le parole le parole adatte, che si sentono di rado — sono diverse da ogni altro tipo di abbraccio. È per questo che il Professore mi turba, sebbene lo ami teneramente; ma sull’isola di Peranelios (che abbiamo chiamato cosi perché l’invenzione viene dalle storie di Demetrios) noi non violiamo mai l’intimità di un altro con suggerimenti sul modo in cui dovrebbe fare questo e quello. Sì, la vostra romanziera è corsa avanti di parecchi passi, anche se è una cosa puerile. Chiedo scusa. Avevo solo cominciato a dire che quella di Custode degli Utensili non è una posizione di poco conto, e nessuno avrebbe potuto occuparla, negli anni, meglio di Frankie.che deve ancora scrivere il suo primo libro; ma aspettate un po’.

La barca che Garth si era accinto a costruire poteva essere solo una dignitosa zattera con una vela, una deriva, un timone, una cabina. I nostri utensili e le nostre conoscenze non ci permettevano di modellare le lunghe curve grandiose di una vera nave. Non importava… dopo le prime prove capimmo che avrebbe fatto il suo dovere. Bosco diceva che non sarebbe rimasta a galla. La varammo, molto incompleta — era poco più di una piattaforma — per risolvere alcuni problemi del timone e della deriva, e parecchie volte, anche, prima che Garth fosse soddisfatto dell’assetto dell’albero; ma Bosco non era convinto. Non avrebbe retto il peso della cabina, diceva, né di tutta quella gente.

Ma il vero guaio, Bosco ce l’aveva dentro. Non voleva andare da nessuna parte, almeno non con noi. Finalmente ci pensò Angus, dopo che il resto della Compagnia, Bosco compreso, aveva perso tempo e fatica a rimuginarci sopra: sapete bene, a parlottarne in segreto negli angoli, a fare gli offesi e così via. Una sera, Angus sedette vicino a Bosco (faceva ancora abbastanza caldo, e mangiavamo in giardino, qualche volta) e disse: — Tu non ci tieni davvero a venire all’ovest con noi, vero, Bosco?