— Magnifico, Edith.
Sarebbe stato meglio se Sam avesse saputo. O forse no, non sarebbe cambiato niente.
Povero Sam. L’ultima sera passò un brutto momento. Aubrey e una compagna di scuola giocavano con la casa delle bambole. Sam le guardava, cercando di mostrarsi meno interessato di quanto in realtà fosse. Edith sferruzzava e Richard, che era entrato da poco, leggeva tranquillamente il giornale.
Soltanto Sam prestava attenzione ai discorsi delle bambine. E udì la proposta.
— … e ora giochiamo al funerale, Aubrey. Facciamo finta che una bambola sia…
Sam Walters urlò. Fu un grido soffocato. E quasi cadde per la fretta di correre via dalla stanza.
Fu un brutto momento, ma Edith e Richard riuscirono a sdrammatizzarlo. Edith scoprì che era l’ora di rincasare per l’amica di Aubrey, rivolse a Richard uno sguardo significativo e tutti e due accompagnarono la bambina alla porta.
— Dick, hai visto… — sussurrò Editti.
— C’è qualcosa di strano, Edith; è certo, ormai. Meglio non aspettare, forse. Dopo tutto anche Aubrey è d’accordo e…
Tornarono nel soggiorno. Sam aveva ancora il respiro affannoso. Aubrey lo guardava in maniera strana, come se avesse paura di lui. Era la prima volta che lo guardava così, e Sam si vergognò. Disse: — Tesoro, mi dispiace, io… Ascolta bene, promettimi che non giocherai mai al funerale con le bambole. O a fingere che una sia gravemente malata, o che abbia avuto un incidente… o qualsiasi cosa brutta. Me lo prometti?
— Certo, papà. Io… io ora le metto via.
Chiuse il tetto sulla casetta e andò in cucina.
In corridoio Edith disse: — Parlerò io a Aubrey e sistemerò la cosa. Tu occupati di Sam. Digli… ecco sì, che andiamo fuori, questa sera, così si svagherà un poco. Va’ a vedere se è d’accordo.
Sam stava ancora con gli occhi fissi sulla casa delle bambole.
— Facciamo qualcosa di diverso una volta tanto? — disse Richard. — Ti andrebbe di uscire? Siamo stati troppo in casa in questi ultimi tempi. Ci farà bene.
Sam respirò profondamente. — Bene, Dick. Se ti va. Credo proprio che un po’ di svago non mi farà male.
Edith ritornò con Aubrey, ammiccò al fratello. — Voi uomini scendete e procuratevi un tassì. C’è il posteggio qui all’angolo. Aubrey e io saremo di sotto tra un minuto.
Mentre si infilavano i soprabiti e Sam non guardava, Richard rivolse uno sguardo interrogativo ad Edith e lei assentì col capo.
La nebbia era fitta, fuori; si poteva vedere solo a pochi metri. Sam insistette perché Richard aspettasse sulla porta Edith e Aubrey, mentre lui andava a cercare il tassi. La donna e la bambina scesero prima che Sam fosse di ritorno.
Richard chiese: — Hai fatto?
— Sì. Stavo per gettarle via, quando mi è venuto in mente di regalarle. Così, almeno sono veramente partite. Era capacissimo di mettersi a cercarle tra i rifiuti e trovarle, se io le avessi buttate…
— Regalate? A chi?
— Una cosa buffissima, Dick. Figurati che apro la porta e vedo una vecchia che passeggiava nell’atrio. Non so da quale appartamento venisse, ma era probabilmente una donna delle pulizie, o qualcosa di simile, anche se aveva l’aria di una strega; insomma, quando mi ha visto in mano le bambole…
— Ecco il tassì — la interruppe Dick. — Le hai date a lei?
— Sì, è stato molto buffo. Ha detto: «Mie? Da tenere? Per sempre?». Strano modo di chiederle, ti pare? Comunque mi sono messa a ridere e le ho detto: «Ma certamente, signora. Vostre per sem…».
Si interruppe perché la sagoma scura del tassì si mosse.
La nebbia era più fitta, ora. Non si vedeva niente dai finestrini. Come se un muro grigio premesse contro i cristalli come se il mondo esterno fosse svanito nel nulla, completamente, irrimediabilmente. Anche il parabrezza, di dove sedevano sembrava un rettangolo grigio e impenetrabile.
— Come fa ad andare così forte? È matto? — chiese Richard, e c’era una nota ansiosa nella sua voce. — A proposito, dove andiamo, Sam?
— Accidenti! — fece Sam. — È partita senza neanche chiedermelo.
— Partita?
— Sì. L’autista è una donna. Ce ne sono parecchie, ormai. Sono bravissime. Ora glielo…
Si sporse in avanti, batté con le nocche ossute sul cristallo di divisione e la donna si voltò.
Edith vide la sua faccia ed urlò.