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Anche l’altra stava facendo altrettanto, con l’ovvia intenzione di annientare il suo doppione.

E adesso? pensò Florin Falconhand, snudando la spada e mettendosi a correre.

20.

In guerra

Quando gli uomini fanno i gradassi e i draghi volano, il risultato è sempre lo stesso: rossa guerra, molte morti e una quantità di cose rovinate e infrante. Ben poco viene deciso, molto va perduto e a tanti non resta che piangere. E tuttavia, per il resto di noi, sembra una cosa divertente.

Amundreth, Saggio di Secomber
Riflessioni sulla follia dei re
Anno dell’Altomanto

Mentre percorreva il passaggio, Ondreth si arrestò di colpo.

«Per il Trono del Drago!» sussultò, posando una mano sul braccio di Telarantra. «Cos’è quello?»

L’altro Mago della Guerra che divideva con lui il turno di guardia seguì la direzione del suo sguardo giù per il passaggio più lungo di tutto il rifugio, appuntandolo su ciò che in lontananza lo stava attraversando nel percorrere un corridoio trasversale.

«Direi che si tratta di Vangerdahast, della Signora di Arabel e di una donna sottoposta a incantesimo… altrimenti come farebbe a fluttuare supina a mezz’aria con gli occhi chiusi?» ribatté, con la consueta praticità.

«No, no», insistette Ondreth, in tono eccitato. «L’ho vista cambiare forma durante la battaglia! Quello è il drago che ci ha recato tanto danno!»

«Ma davvero?» commentò Telarantra, a bassa voce.

L’incantesimo che serrò Ondreth Malkrivyn in una morsa gelida risultò improvviso quanto inaspettato e prese a prosciugare la sua forza vitale prima ancora che avesse il tempo di parlare o di sollevare una mano.

L’ultima cosa che vide, mentre il mondo circostante si faceva indistinto, fu il sorriso trionfante di Telarantra che, china su di lui, stava adagiando con delicatezza sul pavimento il suo corpo che avvizziva progressivamente.

«Addio, stolto», gli disse la maga, quasi con affetto. «Sappi che la Legittima Cospirazione apprezza il tuo sacrificio. Il mio prossimo incantesimo infrangerà la stasi di quel drago del canto… e allora vedremo come farà il nostro vecchio Mago Reale a cavarsela in una battaglia senza avere a portata di mano tutte le difese attivate del rifugio.»

Poi si volse e fece qualcosa, ma Ondreth Malkrivyn era ormai morto e non poté vedere di cosa si trattava… o avvertire la potente esplosione che seguì. Essa scagliò contro il soffitto il guscio vuoto a cui era ridotto il suo corpo e scosse tutto il passaggio, facendo piovere le piastrelle della volta, mentre pareva che il rifugio stesse cercando di saltare verso l’alto per congiungersi al cielo.

* * *

Anche se all’apparenza era immobile come una statua, dentro di sé Rhauligan stava quasi saltellando per l’impazienza, ma non si poteva interrompere la Regina Madre di Cormyr a metà di una frase… non quando la Reggente d’Acciaio era al suo fianco e stava fissando con occhi volutamente roventi un impaziente Arpista. Alusair arrivò addirittura a portarsi un dito alle labbra con fare imperioso mentre Filfaeril invitava Laspeera a rispondere.

«Adesso abbiamo chiare prove del sostegno fornito da Amn e Sembia» cominciò la Maga della Guerra più anziana di grado, «e inoltre i nobili che appartengono a questa “Legittima Cospirazione” si stanno facendo sempre più audaci, al punto che a mio parere avremmo visto snudare le spade apertamente già da molto tempo se non fosse stato per l’intelligenza dei più saggi fra loro. Uno dei nostri Sommi Cavalieri è morto per informarci che si sta elaborando un piano complesso che mira a uccidere tutti gli Obarskyr in modo tale da permettere ai cospiratori di ottenere il controllo del regno evitando un confronto disastroso o, soprattutto, una guerra civile una volta che tutto il Sangue Reale sia stato eliminato. L’intento è quello di massacrare tutti i pretendenti al trono tranne uno: il loro prescelto, un burattino dalla mente sottoposta a controllo. Non sappiamo con certezza quale dei Crownsilver, degli Huntsilver o dei Truesilver sia il loro candidato, ma puoi essere certa che…»

«Stiamo facendo tutto il possibile, naturalmente», interloquì con disinvoltura Caladnei, poi sospirò, allargò le mani come per sgombrare un tavolo immaginario… o forse la sua mente… e aggiunse: «Una delle mosse più audaci fra quelle a cui ha appena accennato Speera è stato un tentativo di rapire il giovane Azoun, effettuato con l’appoggio di maghi prezzolati. Esso è stato sventato da alcuni cavalieri e dai nostri maghi più fidati, che tengono sotto costante sorveglianza il re da lontano, “sorvegliando i custodi” che lo proteggono per rilevare qualsiasi segno di tradimento.»

«Se la sola protezione effettiva di Azoun fosse stata quella delle sue guardie del corpo», concluse con un altro sospiro, «l’attentato sarebbe certamente riuscito».

Poi accennò a girarsi verso Laspeera… ma di colpo sussultò e barcollò per il dolore.

Contemporaneamente, anche Laspeera si comportò nello stesso modo, un involontario gemito di angoscia che le sfuggiva dalle labbra mentre incespicava in avanti, e dalla parte opposta della stanza, dalla manciata di Maghi della Guerra e di Sommi Cavalieri di guardia all’interno delle porte, giunsero altre grida di dolore; uno dei maghi si accasciò addirittura sul pavimento, svenuto.

Rhauligan, Filfaeril e Alusair si protesero intanto per sorreggere le due maghe, e la Reggente d’Acciaio fu la prima a parlare.

«Cosa è successo?» chiese, in tono secco.

«Il rifugio», ansimò Caladnei, serrandosi le tempie. «Una scarica di energia magica violenta… molto massiccia! Noi siamo sintonizzati con le sue difese. Esse devono…»

«Essere crollate», concluse Laspeera, che era caduta in ginocchio, poi si sforzò di rialzarsi in piedi, pallida e sudata, e aggiunse: «Dobbiamo…».

Il gong posto vicino alla porta rintoccò. Immediatamente, Alusair e Filfaeril si girarono in quella direzione, assumendo in un istante posa ed espressione regale, e Rhauligan si affrettò a prendere Caladnei per un braccio per aiutarla a voltarsi a sua volta, perché quel gong significava che le guardie che si trovavano all’esterno avevano intercettato qualcuno che aveva un motivo legittimo per entrare.

Fra i Sommi Cavalieri e i Maghi della Guerra di guardia all’interno delle porte ci fu un affiorare di bagliori che indicavano l’attivazione di schermi magici mentre essi aprivano il battente di una fessura; subito dopo, il mago più anziano di rango mormorò un messaggio che la sua magia trasmise direttamente a Caladnei, in tono udibile per quanti le erano accanto: Un araldo, solo. Lo abbiamo spogliato e sondato con la magia. Indossa soltanto un tabarro che noi gli abbiamo dato.

«Fatelo entrare», ordinò Alusair, posando la mano sull’elsa della spada.

L’araldo, che fece il suo ingresso a piedi scalzi, palesemente nudo sotto il tabarro, era pallido in volto e aveva le labbra serrate, ma nessuno nella stanza riuscì a stabilire se quel pallore nasceva dall’ira o dalla paura.

La sola a non riconoscerlo fu Caladnei, in quanto quell’uomo era un araldo a pagamento sembiano professionista, che aveva alle spalle una lunga carriera ed era noto per la sua assoluta correttezza.

Badando a fermarsi a sei passi di distanza, l’araldo rivolse un profondo inchino alla Regina Madre e poi alla Reggente d’Acciaio, prima di sollevare la mano come se volesse racchiudervi l’aria, il gesto tradizionale che indicava la richiesta di parlamentare pacificamente.

«Parla», ordinò Alusair.

«Mi è stato detto», scandì per tutta risposta l’araldo, con voce altisonante, «di richiedere la presenza della Regina Filfaeril Obarskyr di Cormyr e della Reggente Principessa Alusair Nacacia Obarskyr nel Palazzo Thundaerlyn di Marsember, domani alla Prima Candela, per discutere del luminoso futuro di questo regno con alcuni nobili cormyriani fedeli al regno e preoccupati per Cormyr… nobili che rappresentano coloro che ora ospitano con ogni attenzione il piccolo Re Azoun e l’ex-Mago Reale».