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Con una sorta di lamento terrorizzato, Bezrar si gettò all’indietro. Adesso una quantità di incantesimi stavano esplodendo dai lucernari per riversarsi sul tetto, le schegge di vetro volavano in ogni direzione e i draghi stavano scendendo in picchiata per seminare morte a loro volta.

Sì, era un momento indicatissimo per svenire, cosa che Bezrar e Surth si affrettarono a fare all’unisono.

* * *

Caladnei e Laspeera si limitarono a mantenere gli scintillanti incantesimi di schermatura che avvolgevano Alusair e Filfaeril, mentre tutte insieme si precipitavano verso l’estremità orientale della sala… cosa che salvò loro la vita quando dozzine di Maghi Rossi svanirono in un’ondata di fuoco di drago.

Nel centro della vasta sala, le piastrelle stesse del pavimento esplosero, sussultarono e si fusero sotto la furia della magia dei draghi, poi il tetto cominciò a crollare in una pioggia di macerie.

I due Maghi della Guerra di grado più elevato barcollarono e gemettero per il dolore, serrandosi la testa fra le mani, quando i loro schermi furono fatti a pezzi. Da qualche parte, in quel caos, le due Obarskyr erano ora abbandonate a loro stesse…

Numerose porte si aprirono con violenza nell’oscurità, lungo tutto il perimetro della sala, quando Rhauligan e gli altri Sommi Cavalieri decisero che con i Maghi della Guerra che urlavano, svenivano e bruciavano come torce tutt’intorno a loro era forse già troppo tardi per intervenire e salvare le due dame reali.

I Maghi Rossi che Starangh era riuscito a radunare erano i Thayani più giovani e ambiziosi che ci fossero stati a disposizione in Sembia, e oltre a non fidarsi gli uni degli altri, non avevano molta esperienza nel coordinare le loro mosse in uno scontro magico… quindi nella divampante confusione di draghi in picchiata e di uomini che correvano da tutte le parti armati di spada, essi cominciarono ben presto a seminare morte contro chiunque entrasse nel loro campo visivo, inclusi i compagni.

Al sicuro su un’alta balconata, Harnrim Incantesimi Oscuri guardò con incredulità i Maghi della Guerra e i suoi connazionali thayani scagliare sedie, incantesimi e coltelli gli uni contro gli altri con furia cieca. La situazione si stava trasformando rapidamente in un disastro, e lui doveva…

Qualcosa lo indusse ad abbassarsi e a girarsi, con il risultato che l’affondo di Rhauligan andò a vuoto e la punta della sua spada passò senza danno accanto a un braccio del Mago Rosso. Con un’imprecazione, Starangh si teleportò altrove, lasciando il Sommo Cavaliere a fendere l’aria con la spada e a imprecare a sua volta.

In basso, i nobili terrorizzati stavano passando a fil di spada chiunque si trovavano davanti nella loro fretta di sfuggire a quella che, giustamente, vedevano come una trappola di morte, e il clangore dell’acciaio echeggiava assordante per tutta la sala.

Voltandosi di scatto, Rhauligan si precipitò verso le scale più vicine. Doveva raggiungere Alusair e Filfaeril e tenerle al sicuro, qualsiasi cosa fosse successa.

* * *

«Abbassati, madre!» ringhiò Alusair, calando con violenza la spada su un uomo che si trovava al suolo e calpestandogli la gola. «Quell’abito non fermerebbe il coltello di un bambino, e io non posso essere costretta a difenderti e a preoccuparmi per te! Troppi di questi cani stanno riuscendo a fuggire!»

«Guardati… unnnh!… guardati alle spalle, cara!» gridò Filfaeril, allargando l’ampia gonna in modo da passarla sulla testa di un uomo nel passargli accanto, facendogli perdere l’equilibrio. L’uomo cadde a terra, agitando a vuoto la spada, e prontamente Filfaeril gli piombò in ginocchio sul petto, conficcando la propria daga adorna di gemme in un volto che non era in grado di vedere. «Io sono il passato di Cormyr, figlia, mentre tu sei il suo futuro!»

«Sì, ma per quanto tempo?» rise amaramente Alusair, mentre due spade si protendevano verso di lei.

* * *

«Cala, dobbiamo tornare da Luse e da Fee», ansimò Laspeera. «Verranno massacrate

«Se non scacciamo questi draghi finiremo tutti fritti, schiacciati e sepolti prima del sesto tocco di campana», ringhiò di rimando la Maga Reale di Cormyr.

«Se ne stanno andando!» sussultò Laspeera, indicando. «Guarda! Stanno volando via!»

* * *

«BASTA COSÌ!» ruggì Joysil, con voce che fece tremare ogni guglia di Marsember. «Non possiamo fare altro senza distruggere ogni umano che si trova là sotto! Venite… al rifugio!»

«Dal vincolatore di draghi!» tuonarono in coro gli altri draghi, e con un battere d’ali si allontanarono nel cielo.

* * *

«Gli schermi!» gridò Caladnei, aggrappandosi a Laspeera. «Cerca di rinnovarli! Dobbiamo innalzarli di nuovo intorno a loro!»

Laspeera si guardò intorno con impotenza nell’oscura confusione della sala, emise un verso di esasperazione e riversò su quel caos un intenso incantesimo di luce.

Dovunque, capannelli di uomini erano impegnati a combattere e dappertutto c’erano corpi che giacevano in mezzo al sangue, e Maghi della Guerra che correvano su per le scale e lungo le balconate urlando e agitando i coltelli.

«Là!» esclamò, indicando il punto in cui aveva visto i familiari capelli di Alusair agitarsi per un momento in mezzo a uno scintillare di lame che cozzavano fra loro.

Fianco a fianco, le due maghe operarono un incantesimo, poi si accasciarono con un gemito.

«Ho attivato una protezione contro il ferro intorno a loro», annaspò Caladnei. «Sta arrivando Rhauligan… lo vedi?… e lui dovrebbe essere in grado… di eliminare uomini che possono soltanto… tirare pugni, cavare occhi e strangolare.»

«Aspetta, cos’è quello?» scattò Laspeera. Nel punto in cui avevano attivato lo schermo, infatti, qualcosa aveva emesso un bagliore, simile a una stella che avesse brillato per un momento.

«La gemma di teletrasporto di Fee», sorrise Caladnei. «Ha riportato entrambe al palazzo. Trova un portale e andiamo là anche noi, prima che Luse cerchi di tornare qui con tutti i Dragoni Purpurei che riesce a radunare.»

* * *

«Cos’è stato, madre?»

«La mia gemma di teletrasporto», annaspò Filfaeril. «Questo idiota di un Dracohorn l’ha colpita con la spada, prima che io… prima che…»

«Madre!» gridò Alusair, in tono allarmato, girandosi di scatto verso la regina.

Filfaeril, che si stava serrando un fianco ed era seduta a ridosso di un mucchio di cadaveri, riuscì a sfoggiare un accenno di sorriso.

«Prima che gli piantassi il coltello in un occhio», concluse, con una nota di trionfo nella voce, poi agitò una mano in un gesto rassicurante, e aggiunse: «Non ti preoccupare, non sono ferita, sono solo senza fiato… o almeno credo».

La vibrazione di un incantesimo di schermatura… o almeno Alusair si augurò che fosse un incantesimo di schermatura… si levò intorno a loro, e lei prese a farsi largo fra morti e moribondi per raggiungere sua madre.

Era ancora a due passi quando la balconata sovrastante, in fiamme per via di un incantesimo, si staccò e rovinò loro addosso.

* * *

«Hah!» esclamò in tono di trionfo Darndreth Goldsword, quando qualcosa cedette e la porta si aprì. «Fuori, ragazzi! Fuori!»

Una dozzina circa di nobili della Cospirazione Legittima si precipitò all’unisono all’esterno, il fiato corto per la paura e la stanchezza. Era andato tutto storto… maghi ovunque, e perfino dei draghi, per gli dei!… e più uomini armati di quanti loro fossero riusciti a radunarne. E per di più, le porte erano state sigillate con la magia!

Quella era stata la sola che erano riusciti ad aprire, e adesso avrebbero dovuto fuggire in fretta e lontano, prima che gli Obarskyr scatenassero i mastini del regno sulle loro…