«Voi potete vedere tutti i Tempi, visitare tutti i luoghi. Io desideravo tanto di lavorare nell'Eternita. E ho aspettato tanto tempo, per avere il permesso di farlo. Speravo che potessero fare anche di me un'Eterna, e poi ho scoperto che nell'Eternita ci sono soltanto degli uomini. E alcuni non volevano neppure parlare con me, solo perche ero una donna. Anche voi non volevate parlare con me.»
«Siamo tutti molto occupati,» aveva borbottato Harlan, lottando per non lasciarsi pervadere da quella che avrebbe potuto essere definita, incredibilmente, una sensazione piacevole di dolce abbandono, di torpore.
«Ma perche non ci sono donne nell'Eternita?»
Harlan non aveva trovato la forza di parlare. Cosa avrebbe potuto dirle? Semplicemente, che i membri dell'Eternita venivano scelti con infinita cura, perche era necessario che rispondessero a due requisiti: primo, dovevano essere adatti al lavoro; secondo, la loro uscita dal Tempo non doveva avere alcun effetto deleterio sulla Realta.
La Realta! Era stata quella la parola che lui non avrebbe dovuto menzionare, in nessuna circostanza. Aveva sentito che la sensazione di vertigine si era fatta piu accentuata, nella sua mente, e aveva chiuso gli occhi per non sprofondare in quel bizzarro vortice.
Quanti candidati brillanti erano stati lasciati nel Tempo, indisturbati, perche il loro ingresso nell'Eternita avrebbe significato tante cose… la mancata nascita di un figlio, la mancata morte di donne o di uomini, un mancato matrimonio, degli avvenimenti mancati, delle circostanze mancate, che avrebbero piegato la Realta facendole seguire direzioni che il Consiglio d'Ogniquando non avrebbe mai potuto permettere.
Avrebbe potuto dirle questo? Naturalmente, no. Avrebbe potuto dirle che era quasi impossibile che una donna entrasse nell'Eternita, per quanto dotata, per quanto adatta al lavoro, perche la sua rimozione dalla Realta, per qualche motivo che Harlan non era mai riuscito a capire (forse i Calcolatori lo capivano, ma Harlan l'aveva trovato al di la delle sue capacita di comprensione) avrebbe potuto distorcere la Realta stessa in proporzione diecimila volte maggiore di quanto sarebbe accaduto nel caso di un uomo?
(Tutti questi pensieri si erano confusi nella sua mente, avevano formato un gorgo e dei vortici, in un infernale carosello che aveva fatto scaturire concatenazioni libere d'idee, con risultati grotteschi… grotteschi, si, ma non del tutto spiacevoli. E si era accorto che Noys si era avvicinata a lui, e gli aveva sorriso.)
Aveva udito la sua voce, come il fruscio di una brezza capricciosa:
«Oh, voi Eterni siete cosi misteriosi! Non confidate mai i vostri segreti. Perche non potete fare di me un'Eterna?»
La sua voce era diventata un suono che non aveva dato origine a parole distinte, bensi a una specie di musica che si era insinuata nella sua mente, carezzevole e melodiosa.
Avrebbe voluto dirle con tutte le sue forze, con tutto il suo cuore: Non c'e niente di divertente nell'Eternita, donna. Noi lavoriamo! Lavoriamo per elaborare tutti i dettagli di tutti i tempi dal principio dell'Eternita al momento in cui l'Eternita diventa vuota, e cerchiamo di elaborare ogni distinta possibilita, e le possibilita sono infinite, per scoprire cio che avrebbe potuto essere, e scegliere, tra i mondi che avrebbero potuto essere, quello migliore, e sostituire il mondo da noi scelto a quello attuale; e poi dobbiamo decidere in quale preciso momento del Tempo possiamo fare un minuscolo Mutamento, per piegare la Realta attuale e realizzare l'alternativa migliore, e poi cominciamo a studiare l'alternativa, il mondo che avrebbe potuto essere e che e diventato realta, per scoprire un'altra alternativa ancora migliore, e cosi via, sempre, sempre, e cosi e stato dal giorno in cui Vikkor Mallansohn ha scoperto il Campo temporale nel 24°, nel Primitivo 24°, e da allora e stato possibile iniziare l'Eternita nel 27°, grazie al misterioso Mallansohn che nessun uomo conosce e che ha dato il vero avvio all'Eternita, e ai mondi che avrebbero potuto essere, per sempre, per sempre, per sempre, e…
Aveva cercato di scuotere il capo, ma quel vorticare di pensieri non era cessato, anzi, aveva dato vita ad associazioni d'idee sempre piu strane, fino a quando tutto quel vorticare veloce non aveva dato vita a un abbagliante lampo di luce nella sua mente, un lampo di luce che era durato per un fantastico secondo, e poi si era spento.
Quel momento gli aveva dato forza, aveva cercato di aggrapparsi a esso, ma la luce era scomparsa.
Erano stati gli effetti della bibita alla menta?
Noys si era avvicinata ancora di piu, il suo volto era stato indistinto… poi Harlan aveva sentito i suoi capelli sfiorargli la guancia, la lievissima pressione tiepida del suo alito. Avrebbe dovuto ritrarsi, ma… stranamente, incredibilmente… aveva scoperto che non ne aveva avuto alcun desiderio.
«Se potessi diventare Eterna…» aveva alitato lei, quasi al suo orecchio, anche se Harlan aveva faticato a udire quelle parole, soffocate dal battito del suo cuore. Le labbra di Noys erano state umide e dischiuse. «Non piacerebbe anche a voi?»
Non aveva capito il senso di queste parole, ma d'un tratto si era accorto che non aveva avuto alcuna importanza. Gli era parso di bruciare di febbre. Aveva teso le mani, goffamente, incerto. Lei non aveva resistito, anzi, si era stretta a lui, e in un momento i loro due corpi erano diventati uno solo, e quel calore era aumentato, dentro di lui.
Era tutto accaduto come in un sogno, come se fosse accaduto a qualcun altro.
Non era stata una cosa repellente, come lui aveva sempre creduto. Non era stata una cosa bassa e volgare. Era stato un lampo nella sua mente, una rivelazione, uno choc… come una voce che gli aveva spiegato la misura del suo errore. Quello che lui aveva creduto repellente non lo era affatto.
Anche dopo, quando lei si era appoggiata ad Harlan, con gli occhi dolci e sorridenti, stanca e felice, il Tecnico aveva scoperto in se la necessita di tendere le mani, di accarezzarle i capelli umidi, con gioia infinita, con tremante dolcezza.
Da quel momento, Noys Lambent era completamente cambiata, ai suoi occhi. Non era piu stata una donna, non era piu stata una personalita distinta. In quel preciso momento, Noys era diventata un aspetto di lui. Lei era diventata, in una maniera strana e inattesa, una parte di lui.
La Carta Spazio-temporale non aveva detto nulla di queste cose, eppure Harlan non aveva provato alcun senso di colpa. Era stato solo il pensiero di Finge a suscitare nel cuore del Tecnico delle emozioni violente. E non certo di colpa. No, assolutamente no.
Si era trattato di un senso di soddisfazione, di trionfo!
Quando si era coricato, Harlan non era riuscito subito a dormire. Il senso di ebbrezza era diminuito, ma acutissimo nella sua mente c'era stato il fatto insolito che, per la prima volta nella sua vita di adulto, una donna adulta aveva diviso il suo letto.
Ne aveva udito il respiro lieve, e nel vago, debolissimo chiarore emanato dalle pareti e dal soffitto, aveva potuto vedere il suo corpo, un contorno lieve accanto al suo.
Avrebbe dovuto soltanto allungare una mano, per sentire il calore e la dolcezza della sua pelle, ma lui non aveva osato farlo, per timore di destarla dai suoi sogni. Era stato come se lei avesse sognato per entrambi, avesse sognato di se e di Harlan e di quanto era accaduto tra loro, e Harlan aveva avuto il timore che, svegliandola, tutto cio che era accaduto fosse stato cancellato per sempre.
Era stato un pensiero che gli era parso simile a quegli altri, strani pensieri che avevano popolato la sua mente, pochi istanti prima di…
Erano stati davvero dei pensieri strani, nati in lui nel momento che aveva diviso il mondo della ragione, il freddo mondo del Tecnico, da quell'altro mondo di assurda felicita. Aveva cercato di riafferrarli, ma invano. Eppure, d'un tratto gli era parso necessario riafferrarli, necessario come niente altro al mondo, perche, anche se non aveva potuto ricordare tutti i dettagli, era stato sicuro di ricordare che, per la frazione di un istante, lui aveva compreso qualcosa.
Non aveva ricordato con certezza la natura di quel «qualcosa», ma c'era stata l'assoluta certezza, la chiarezza lunare del dormiveglia, quando qualcosa di superiore agli occhi e alla mente dei mortali si destava dall'oscurita dell'inconscio e dava una vista interiore piu acuta e una percezione fatta di purissimo cristallo.
La sua ansia era cresciuta. Perche non aveva potuto ricordare? Perche non era riuscito a ricordare? Quello che aveva compreso in quel momento perduto era stato cosi enorme, cosi importante…
Per un momento, persino la ragazza addormentata al suo fianco era stata meno importante, si era ritirata sullo sfondo dei suoi pensieri.
Aveva cominciato a pensare: «Se riesco a seguire il filo… Stavo pensando alla Realta e all'Eternita… si, e a Mallansohn e al Cucciolo!»
Si era interrotto a quel punto. Perche il Cucciolo? Perche Cooper? Lui non aveva pensato a lui.
Ma se non aveva pensato a lui, per quale motivo il ricordo di Brinsley Sheridan Cooper era entrato nella sua mente in quel preciso momento?