Finge non aveva fatto nessuna di queste cose.
Aveva detto, con estrema gentilezza:
«Sedetevi, Harlan. Vediamo di parlare di questa faccenda.»
E poiche la reazione di Finge era stata completamente inaspettata, il Tecnico si era seduto, meccanicamente, svuotato di ogni energia. La sua determinazione si era dissolta. Qual era stato il significato di quel comportamento inatteso?
«Ricorderete, naturalmente,» gli aveva detto Finge, «Che io vi ho detto che il nostro problema nel 482° concerneva un atteggiamento indesiderabile che i Temporali dell'attuale Realta avevano assunto nei confronti dell'Eternita. Lo ricordate, no?» Aveva parlato con il tono accondiscendente e comprensivo di un maestro alle prese con un allievo troppo impulsivo: ma Harlan era stato sicuro di avere colto uno scintillio di trionfo negli occhi del Calcolatore.
«Naturalmente,» aveva risposto il Tecnico.
«Certamente ricorderete anche che vi ho detto che il Consiglio d'Ogniquando era riluttante ad accettare la mia analisi della situazione, senza una specifica conferma ottenuta per Osservazione diretta. Questo non significa, forse, che io avevo gia Calcolato il necessario Mutamento di Realta?»
«Ma le mie osservazioni rappresentano la conferma, no?»
«Infatti.»
«E ci vorra del tempo per analizzarle nella maniera dovuta.»
«Assurdo. Il vostro rapporto non significa nulla. La conferma che desideravo me l'avete data verbalmente pochi minuti fa.»
«Non capisco.»
«Sentite, Harlan, lasciate che vi spieghi che cosa non andava nel 482°. Tra le classi piu elevate di questo Secolo, e in particolare tra le donne, era nata l'idea che gli Eterni fossero davvero Eterni… nel senso letterale, e cioe che essi vivessero per sempre. Grande Tempo, amico, e stata la stessa Noys Lambent a dirvelo! Mi avete ripetuto parola per parola quanto vi ha detto, pochi minuti fa!»
Harlan aveva fissato il Calcolatore, con occhi attoniti. Aveva ricordato la voce dolce, carezzevole di Noys, nel momento in cui la ragazza si era chinata su di lui e lo aveva guardato negli occhi, intensamente… Noys aveva detto… Voi vivete per sempre. Voi siete un Eterno.
Finge aveva continuato:
«Una convinzione di questo tipo e spiacevole, certo, ma non tale da giustificare un Mutamento di Realta, in se stessa. Puo portare a certi inconvenienti, puo aumentare le difficolta della Sezione, ma un Calcolo dimostra che solo in una minoranza dei casi esaminati era consigliabile un Mutamento di Realta. Tuttavia, se fosse necessario un Mutamento di Realta, non pensate anche voi che gli abitanti del Secolo che dovrebbero Mutare piu radicalmente nella nuova Realta sarebbero coloro che maggiormente sono vittime della superstizione? In altre parole, le donne dell'aristocrazia. Come Noys.»
«Puo darsi, ma preferisco correre il rischio,» aveva detto Harlan.
«Non ne avrete alcuna possibilita. Credete forse che siano stati il vostro fascino e la vostra bellezza a convincere quella dolce aristocratica a cadere tra le braccia di un Tecnico privo d'importanza? Andiamo, Harlan, cercate di guardare alla cosa con un po' di realismo!»
Harlan aveva serrato le labbra, ostinato, e non aveva risposto.
«Non riuscite a immaginare quale possa essere stata l'altra superstizione nata tra le donne dell'aristocrazia, conseguentemente alla loro convinzione dell'autentica immortalita degli Eterni?» aveva detto Finge. «Grande Tempo, Harlan! Pensate! Quasi tutte le donne dell'aristocrazia credono che una relazione intima con un Eterno, un ripetuto rapporto sessuale, permetta a una donna mortale… come loro si ritengono… di vivere per sempre!»
Harlan aveva vacillato, a quelle parole. Aveva ricordato con chiarezza la voce di Noys: Se potessi diventare Eterna…
E poi lo aveva baciato.
Finge aveva continuato:
«Era difficile credere all'esistenza di una superstizione simile, Harlan. Non aveva precedenti. Si trovava nell'area degli errori casuali, tanto che un Calcolo compiuto sulle possibilita del precedente Mutamento non aveva dato alcun indizio, in un senso o nell'altro. Il Consiglio d'Ogniquando voleva delle prove solide, sostanziali, dirette. Io ho scelto la signorina Lambent, considerandola un'ottima rappresentante della sua classe sociale. E poi ho scelto voi, come secondo soggetto dell'esperimento…»
Harlan era balzato in piedi.
«Voi avete scelto me? Come soggetto dell'esperimento?»
«Mi dispiace,» aveva detto Finge, rigidamente. «Ma era necessario. E voi eravate il soggetto piu adatto.»
Harlan lo aveva fissato, attonito.
Finge aveva avuto il pudore di mostrare un po' d'imbarazzo, sotto quello sguardo muto e incredulo. Aveva detto:
«Non capite? No, vedo che ancora non capite. Sentite, Harlan, voi siete un tipico, gelido prodotto dell'Eternita. Non guardate mai le donne. Considerate le donne, e tutto cio che le riguarda, al di fuori dell'etica professionale… no, c'e una parola migliore, voi le considerate peccaminose. Questo atteggiamento traspare da ogni vostro poro, e per qualsiasi donna voi avete il fascino e il sex-appeal di un pesce morto. Eppure qui noi abbiamo una donna, una bellissima rappresentante di una civilta edonistica, che vi seduce con ardore durante la prima sera che trascorrete insieme, praticamente implorando il vostro amplesso. Non capite che questo e ridicolo, impossibile, a meno che… be', a meno che non si tratti della conferma che stavamo cercando.»
Harlan aveva cercato le parole piu adatte per esprimere il suo sdegno.
«Intendete dire che lei si sarebbe venduta…»
«Perche usate un'espressione simile? In questo Secolo, tutto cio che riguarda il sesso non costituisce alcun motivo di vergogna. I rapporti sessuali sono liberi e normali. L'unica cosa strana e che lei abbia scelto voi come partner, e ha fatto questo per ottenere la vita eterna. E chiaro.»
E Harlan, in piedi, con le braccia alzate, le mani contratte, senza alcun pensiero razionale in mente, senza alcun pensiero a parte quello di strozzare e fare tacere Finge, si era gettato contro il Calcolatore, come una furia.
Finge si era affrettato a indietreggiare. Aveva impugnato un disintegratore, fissando Harlan con volto livido, tremante:
«Non mi toccate! Indietro!»
Harlan aveva conservato il minimo di raziocinio sufficiente a farlo fermare. Il suo corpo era stato coperto di sudore, il suo respiro era stato affannoso.
Finge aveva detto, in tono incerto:
«Vi conosco molto bene, sapete, e avevo previsto che la vostra reazione avrebbe potuto essere violenta. Vi avverto che sono pronto a sparare, se sara necessario.»
«Uscite,» aveva detto Harlan, seccamente.
«Usciro subito. Ma prima dovete ascoltarmi. Per avere tentato di assalire un Calcolatore, siete passibile di declassificazione, e di perdere il vostro grado di Tecnico, ma sono disposto a lasciar correre. Dovete pero capire che non mento. La Noys Lambent della nuova Realta, qualunque cosa possa diventare o rimanere, non avra piu quella superstizione. L'intero scopo del Mutamento sara quello di spazzare via la superstizione. E senza di essa, Harlan,» la voce di Finge era stata quasi beffarda, «Com'e possibile che una donna come Noys desideri un uomo come voi?»
Il Calcolatore si era ritirato, camminando a ritroso, verso la porta, tenendo sempre spianato il disintegratore.
Sulla soglia si era fermato nuovamente, e aveva rivolto ad Harlan un sorriso beffardo.
«Naturalmente, Harlan, se voi l'aveste adesso, potreste godervela. Potreste mantenere la vostra relazione, e formalizzarla. Certo, se l'aveste adesso. Ma il Mutamento avverra presto, Harlan, e dopo il Mutamento non l'avrete piu. Che peccato, eh, Harlan, che il presente non possa durare, neppure nell'Eternita?»
Ma Harlan non lo aveva piu ascoltato. Alla fine Finge aveva vinto, e se ne era andato con la certezza di essere padrone della situazione. Harlan aveva fissato il pavimento, umiliato, e quando aveva sollevato di nuovo lo sguardo, non aveva piu visto il Calcolatore… e non aveva saputo se il tempo che era passato fosse stato di cinque secondi o di quindici minuti.
Le ore erano passate come in un incubo, e Harlan si era sentito prigioniero nelle celle anguste della propria mente. Tutto cio che aveva detto Finge era stato vero, di una chiarezza evidente. La mente di Osservatore di Harlan aveva potuto ripercorrere i momenti della sua relazione con Noys, quella relazione breve e insolita, e tutto cio che era accaduto aveva assunto una prospettiva diversa.
Non era stata un'infatuazione istantanea, un amore a prima vista. E come aveva potuto credere il contrario? Un'infatuazione… per un uomo come lui?