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Ma in quella sua nuova ricerca, Harlan si era aggirato tra gli altri scaffali gremiti di microfilm. Per la prima volta, aveva Osservato (con il meticoloso, preciso lavoro di un vero Osservatore) gli scaffali dedicati al 575°: la geografia, che variava pochissimo da Realta a Realta, la sua storia, che variava assai di piu e la sua sociologia, che variava enormemente da Realta a Realta. Non si era trattato infatti dei libri o dei rapporti scritti sul Secolo da Eterni, Osservatori e Calcolatori (quelli li aveva conosciuti bene,) bensi dai Temporali stessi.

Aveva trovato le opere letterarie del 575°, che gli avevano ricordato le terribili discussioni che aveva udito a proposito dei valori dei Mutamenti alternativi. Quel capolavoro avrebbe dovuto essere modificato oppure no? In questo caso, come? Come avevano influito sulle opere d'arte i precedenti Mutamenti?

E c'era stata una domanda ancora piu basilare… era possibile raggiungere una definizione concorde sull'Arte? Era possibile ridurla a proporzioni matematiche, a chiare formule da inserire nelle macchine Calcolatrici?

Su questi argomenti, il maggiore antagonista di Twissell era un Calcolatore chiamato August Sennor. Harlan, spinto dalle roventi critiche fatte da Twissell sulla persona e sulle sue idee, aveva letto alcuni dei documenti di Sennor, e li aveva trovati sorprendenti.

Sennor chiedeva pubblicamente – e Harlan aveva trovato questa richiesta sconcertante – se per caso una nuova Realta non dovesse contenere una personalita analoga a quella di un uomo entrato nell'Eternita nel corso di una precedente Realta. Poi analizzava la possibilita che un Eterno incontrasse il suo analogo nel Tempo, sapendolo o non sapendolo, e ipotizzava sui risultati in entrambi i casi. (Questa analisi si avvicinava a una delle piu forti paure dell'Eternita, e Harlan, consultando l'opera, aveva rabbrividito e si era affrettato a passare oltre.) E inoltre, naturalmente, Sennor disquisiva con dovizia di particolari sul destino della letteratura e dell'arte in vari tipi e classificazioni di Mutamenti di Realta.

Twissell, naturalmente, non aveva voluto neppure parlare di queste cose.

«Se i valori dell'arte non possono essere calcolati,» aveva detto una volta, pervaso da una sorda collera nei confronti di Sennor, «A che serve discuterne?»

E la posizione di Twissell era condivisa dalla maggioranza del Consiglio d'Ogniquando; questo Harlan lo aveva saputo fin dai primi tempi.

E tuttavia, durante quella nuova ricerca, Harlan aveva indugiato davanti agli scaffali dedicati ai romanzi di Eric Linkollew, descritto unanimemente come il piu grande scrittore del 575°, e si era posto molte domande. Aveva contato quindici collezioni diverse di 'Opere Complete', ciascuna delle quali era stata indubbiamente presa da una differente Realta. Sicuramente ognuna era stata in qualche modo diversa dalle altre. Una raccolta, a esempio, gli era apparsa molti piu piccola delle altre. Aveva immaginato che centinaia di Sociologi avessero scritto interminabili analisi sulle differenze tra le raccolte, dal punto di vista del background culturale di ogni Realta guadagnandosi cosi una solida reputazione e un punteggio di merito apprezzabile.

Harlan si era spostato successivamente nell'ala della biblioteca dedicata alle scoperte e invenzioni delle diverse Realta del 575°. Molte invenzioni, naturalmente, erano state eliminate nel Tempo, ed erano rimaste intatte solo nell'Eternita, come testimonianza dell'ingegno umano. L'uomo doveva essere protetto dalla propria mente troppo fervida e geniale: questo era stato un assioma, nell'Eternita. Soprattutto per quanto riguardava la tecnica. Non passava un fisioanno senza che in qualche punto del Tempo la tecnica nucleare non prendesse una strada pericolosa, capace di condurre a un conflitto o all'autodistruzione; e in queste circostanze l'intervento dell'Eternita era pronto ed efficace.

Poi Harlan era ritornato nella biblioteca vera e propria, e aveva affrontato gli scaffali di matematica e di storia della matematica. Le sue dita avevano cercato tra le file e file di titoli, e dopo qualche tempo egli aveva selezionato una decina di libri-film, e aveva firmato il modulo di ritiro.

Quinta fase: Noys.

Era stata quella la parte davvero importante dell'interludio, e tutta la parte idilliaca.

Nelle sue ore di liberta, dopo avere salutato Cooper alla fine della lezione, quando generalmente avrebbe dovuto mangiare in solitudine, leggere in solitudine, dormire in solitudine, aspettare in solitudine il giorno successivo… in quelle ore, lui aveva preso la strada dei cronoscafi.

In quei momenti aveva ringraziato con tutto il cuore la societa degli Eterni, che aveva dato ai Tecnici una posizione cosi particolare. Il modo in cui tutti evitavano accuratamente i Tecnici si era trasformato in una fortuna incredibile, per lui. Mai, in tutti gli anni precedenti, Harlan avrebbe creduto di poter trovare cosi soddisfacente quello che era stato un peso e un marchio della sua Specialita.

Nessuno discuteva del suo diritto di salire su un cronoscafo, ne lo interrogava sulla sua destinazione e sui suoi scopi. E non c'erano occhi curiosi a seguirlo, ne mani amichevoli protese per aiutarlo, ne bocche loquaci disposte a discutere con lui.

Un Tecnico poteva andare dove voleva, e quando voleva.

E Harlan ne aveva approfittato.

Noys gli aveva detto, un giorno:

«Sei cambiato, Andrew. Santo cielo, come sei cambiato!»

Lui l'aveva guardata, sorridendo.

«Come sono cambiato, Noys?»

«Stai sorridendo, no? E questo e gia un cambiamento. Non ti guardi mai allo specchio? Non ti vedi sorridere?»

«Ho paura di guardare. Penserei di non poter essere felice, di essere malato, in delirio. Penserei di essere chiuso in un manicomio, di vivere un sogno a occhi aperti, senza rendermene conto.»

Noys si era avvicinata, e lo aveva pizzicato sul braccio.

«Senti niente?»

L'aveva attirata a se, si era immerso nei soffici capelli neri e profumati.

Quando si erano separati, lei aveva detto, con voce un po' affannosa:

«Anche in questo sei cambiato. Sei diventato molto bravo.»

«Ho avuto un'ottima maestra,» aveva cominciato Harlan, e poi si era interrotto bruscamente, temendo di offenderla, perche la sua avrebbe potuto sembrare un'insinuazione pesante sui molti compagni che sarebbero stati necessari per creare una maestra cosi esperta.

Ma la risata di Noys era stata spontanea, cristallina. Poi avevano pranzato insieme, e Harlan aveva notato che Noys aveva avuto un aspetto fantastico, scintillante, con l'abito nuovo che le aveva portato.

La ragazza aveva seguito il suo sguardo, e aveva accarezzato la splendida gonna per un momento.

«Vorrei che tu non facessi queste cose, Andrew,» aveva detto. «Lo vorrei davvero.»

«Non c'e alcun pericolo,» le aveva risposto, noncurante.

«E invece c'e molto pericolo. Non fare lo sciocco, ora. Posso andare avanti benissimo con quello che ho, fino a quando… fino a quando non potrai mettere a posto le cose.»

«Perche non dovresti avere i tuoi vestiti e le altre cose che ti servono?»

«Perche per averli devi andare nella mia casa, nel Tempo, e non vale la pena farsi prendere per una cosa simile. E se operassero il Mutamento mentre tu ti trovi la?»

Harlan aveva evitato la risposta, con un certo disagio:

«Non mi lascero sorprendere dal Mutamento.» Poi si era rischiarato. «Inoltre il mio generatore da polso mi mantiene nel tempo fisiologico, e cosi un Mutamento non avrebbe alcun effetto su di me.»

Noys aveva sospirato.

«Non capisco. Non credo che riusciro mai a capire.»

«Non c'e nulla di difficile.» E Harlan si era nuovamente lanciato in una lunghissima spiegazione, con grande animazione, e Noys lo aveva ascoltato con occhi scintillanti, occhi che non rivelavano mai se lei fosse davvero interessata, o divertita, o forse un po' interessata e un po' divertita.

Qualcosa era cambiato nella vita di Harlan, qualcosa che aveva arricchito la sua esistenza. Finalmente aveva trovato una persona con cui parlare, con cui discutere della sua vita, delle sue azioni, e dei suoi pensieri. Gli era sembrato di avere trovato un'altra parte di se, ma una parte sufficientemente separata da lui da rendere necessaria la parola per le comunicazioni e non il solo pensiero, una parte abbastanza distinta da fornire a volte risposte imprevedibili, dovute a ragionamenti indipendenti. Strano, aveva pensato Harlan, come egli avesse potuto Osservare un fenomeno sociale come il matrimonio senza comprenderne l'essenza fondamentale. A esempio, avrebbe potuto prevedere in anticipo che sarebbero stati gli interludi appassionati quelli che, in retrospettiva, avrebbe ricordato meno, di tutto l'idillio?