In quel momento, Harlan maledisse la propria stupidita.
«Allora tu lo sapevi? Anche altri lo sapevano?»
«Si. Sapevamo che tu avevi portato la ragazza nei Secoli Nascosti. Ti abbiamo osservato tutte le volte che sei entrato nel 482° per portarle le cose che le servivano… comportandoti come un idiota, violando in maniera disgustosa il tuo Giuramento di Eterno.»
«E allora perche non sono stato fermato?» Harlan si senti avvampare; doveva assaporare fino all'ultima goccia le amarezze dell'umiliazione, dunque!
«Continui a volere la verita?» domando seccamente Finge, e parve acquistare coraggio, mano a mano che Harlan mostrava la propria umiliazione.
«Continua.»
«E allora, lasciami dire che fin dal primo momento ho sempre pensato che tu non fossi un vero Eterno. Forse un geniale Osservatore, certo, e magari anche un Tecnico di talento… ma non un vero Eterno. Quando ti ho fatto venire qui, per questo ultimo lavoro, ho chiesto espressamente il tuo intervento anche per dimostrare che non eri un vero Eterno a Twissell, che per qualche suo oscuro motivo sembra stimarti. Non volevo semplicemente mettere alla prova la societa del 482° nella persona di quella ragazza: stavo mettendo alla prova anche te, e tu hai fallito alla prima prova, esattamente come avevo pensato. E adesso, riponi quell'aggeggio, quella frusta neuronica, ed esci dalle mie stanze.»
«E tu sei venuto nelle mie stanze private, una volta,» disse Harlan, lentamente, lottando per conservare la propria dignita che gli sfuggiva come sabbia tra le dita, sentendo la mente e la volonta intorpidite come il mignolo sul quale aveva sperimentato la frusta neuronica, «Sei venuto per spingermi a fare quello che ho fatto.»
«Si, naturalmente. Se vuoi esprimere esattamente quello che ho fatto, puoi dire che ti ho indotto in tentazione. Ti ho detto la verita letterale… e cioe che tu avresti potuto conservare Noys soltanto nella Realta di quel momento. Tu hai deciso di comportarti non da Eterno, ma da ladro. Esattamente quello che mi aspettavo.»
«E sarei pronto a rifarlo,» disse Harlan, rabbiosamente. «E dal momento che sapete tutto, non ho piu niente da perdere.» Punto con maggiore decisione la frusta neuronica contro il ventre sporgente del Calcolatore, e disse, a denti stretti, «Cosa ne e stato di Noys?»
«Non ne ho idea.»
«Non raccontarmi storie. Cosa e successo a Noys?»
«Ti dico che non lo so.»
Le dita di Harlan si strinsero sull'impugnatura della frusta neuronica; la sua voce risuono bassa e minacciosa.
«Comincero con la gamba. Ti fara male.»
«Per l'amor del Tempo, ascolta! Aspetta!»
«Va bene. Cosa le e successo?»
«No, stammi a sentire. Fino a ora, la tua e stata soltanto un'infrazione disciplinare. La Realta non e stata influenzata. Ho controllato io stesso. Le tue mancanze sono relativamente minori: si risolvono in un comportamento indisciplinato, e nel modo irrispettoso col quale hai invaso i miei quartieri, e nel tono offensivo con cui mi parli. C'e la sovreccitazione del momento, che puo essere considerata una scusante. Ne uscirai solamente con una nota di demerito, e con una degradazione temporanea. Se adesso mi uccidi, pero, o se mi ferisci con l'intenzione di uccidermi, avrai attaccato un tuo superiore. Trattandomi, come adesso, come un tuo pari, manchi solo di rispetto. Se mi attacchi fisicamente, ferendomi o uccidendomi, sarai condannato a morte. A morte, capisci?»
Harlan sorrise, di fronte alla futilita di quella minaccia. Di fronte a tutto cio che era gia accaduto, la morte avrebbe offerto una via d'uscita senza uguali, per la sua semplicita e per la sua irrevocabilita.
Evidentemente, Finge fraintese i motivi di quel breve sorriso, perche si affretto a dire:
«Non credere che la pena di morte non esista, nell'Eternita, solo perche non hai mai assistito a un'esecuzione. Noi lo sappiamo, noi Calcolatori. E c'e di piu; sono gia avvenute delle esecuzioni. E molto semplice: in ogni Realta esiste un certo numero di incidenti mortali nei quali i cadaveri non vengono piu ritrovati. Dei razzi che esplodono in volo, degli aerei che precipitano nell'oceano, o si disintegrano urtando una montagna. Un assassino puo essere costretto a salire a bordo di uno di quegli apparecchi pochi minuti, o pochi secondi, prima che avvenga l'irreparabile. Ti sembra un rischio da correre, questo?»
Harlan si riscosse.
«Se cerchi di prendere tempo, nella speranza che venga qualcuno a soccorrerti, ti sbagli. Cerca di capire: io non ho paura di nessuna punizione. Inoltre, voglio Noys, la voglio subito. Lei non esiste nell'attuale Realta. Non ha analoghi. Non esiste alcun motivo per cui non si possa stabilire una relazione formale.»
«E contro i regolamenti, per un Tecnico…»
«Lasceremo decidere al Consiglio d'Ogniquando,» disse Harlan, e finalmente il suo orgoglio lo spinse a ribattere, «Non ho paura di una decisione contraria, esattamente come non ho paura a ucciderti. Io non sono un comune Tecnico.»
«Perche sei il Tecnico di Twissell?» domando Finge, e sul suo viso grassoccio e sudato apparve un'espressione che avrebbe potuto essere di odio, o di trionfo, o una mescolanza di entrambi.
«Per una ragione molto piu importante,» disse Harlan. «E adesso…»
Con cupa determinazione, sfioro il pulsante dell'arma.
Finge grido:
«E allora rivolgiti al Consiglio, al Consiglio d'Ogniquando; loro sanno. Se tu sei cosi importante…» si interruppe, gemendo.
Per un momento, il dito di Harlan esito.
«Che cosa?»
«Credi che io potessi agire unilateralmente, in un caso simile? Ho fatto rapporto sull'intero incidente al Consiglio, contemporaneamente all'annuncio del Mutamento di Realta. Ecco! Guarda le copie!»
«Aspetta, non muoverti!»
Ma Finge non si curo dell'ordine. Con una rapidita incredibile, raggiunse il suo classificatore. Con la punta delle dita formo la combinazione del documento che desiderava, che inseri poi nell'apposita fessura. Una lingua argentea di nastro perforato comincio a uscire dalla scrivania: la perforazione era appena visibile a occhio nudo.
«Vuoi ascoltarle? Ascolta!» grido Finge, come invasato. Premette un pulsante, senza aspettare risposta.
Harlan ascolto, raggelato. Era chiaro. Finge aveva fornito un rapporto completo. Aveva riferito tutti gli spostamenti di Harlan a bordo dei cronoscafi, nei minimi particolari. Non aveva trascurato un solo gesto del Tecnico, una sola mossa.
Quando il rapporto termino, Finge si volse ad Harlan, e grido:
«E adesso rivolgiti al Consiglio! Io non ho posto nessuna barriera nel Tempo. Non saprei neppure come fare. E non credere che a loro la faccenda non interessi! Tu hai detto che io ho parlato a Twissell, ieri. E esatto. Ma non sono stato io a chiamarlo; e stato lui a chiamare me. E adesso, vattene; vai a rivolgere la tua domanda a Twissell. Di' al Consiglio quanto sei importante. E se prima vuoi spararmi, sparami, falla finita, e accidenti a te!»
Harlan riconobbe il tono inconfondibile di selvaggia esultanza nella voce del Calcolatore. Era evidente che in quel momento lui si sentiva il vincitore, tanto da poter sfidare anche la morte ed essere ugualmente sicuro del successo.
Perche? La rovina di Harlan lo rendeva cosi felice, da fargli dimenticare tutto il resto, pur di conseguirla? La sua gelosia era una passione cosi violenta?
Harlan si pose fuggevolmente queste domande, e poi l'intera faccenda, e la persona di Finge, gli parvero irrilevanti. Cosa avrebbe ottenuto uccidendo quel misero individuo?
Infilo in tasca la sua arma, si volto, raggiunse la porta, deciso a raggiungere la piu vicina gabbia di un cronoscafo.
Era stato il Consiglio, dunque, o forse il solo Twissell. Non aveva paura di loro… era pronto ad affrontarli, uno per uno o tutti insieme.
Con il passare di ogni nuovo giorno, in quell'ultimo, incredibile mese della sua vita, Harlan si era convinto sempre piu di essere indispensabile. Il Consiglio, perfino il potente Consiglio d'Ogniquando, non avrebbe avuto scelta: avrebbe dovuto scendere a patti con lui, perche in cambio della vita di una ragazza lui poteva offrire la sopravvivenza dell'Eternita!
Capitolo Undicesimo: Un Circolo Completo
Fu con sorpresa che il Tecnico Harlan, uscendo dal cronoscafo al 575°, si trovo nel turno di notte. Non aveva notato il passaggio delle fisioore, nel suo frenetico peregrinare sui cronoscafi. Guardo, sgomento, i corridoi immersi nella penombra, le luci attenuate, il rallentamento generale di ogni attivita, nel momento in cui solo le squadre notturne erano in funzione.
Ma spronato dalla collera che lo divorava, Harlan non indugio a lungo nel corridoio. Si avvio verso i quartieri residenziali. Avrebbe trovato le stanze di Twissell, nel Livello dei Calcolatori, esattamente come aveva trovato quelle di Finge nel 482°, e non temeva di essere fermato.