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«In questo modo, passarono due anni. Periodicamente, controllavo il Progetto di Vita del bambino (ormai avevo fatto l'abitudine a violare quella regola,) e scoprivo con soddisfazione che non c'erano segni di effetti deleteri sulla Realta corrente, e a livelli di probabilita superiori allo 0,0001. Il bambino imparo a parlare, e pronuncio, sia pure con voce ancora incerta, alcune parole. Non gli insegnarono a chiamarmi 'Babbo'. I Temporali dell'istituzione alla quale avevo affidato il bambino ebbero forse dei sospetti sulla mia vera identita, e sul mio vero grado di parentela nei suoi confronti, ma non me lo fecero mai capire: si limitarono a riscuotere il denaro, senza fare commenti.

«E poi, quando furono trascorsi due anni, la necessita di un Mutamento che doveva includere il 575° venne sottoposta al Consiglio d'Ogniquando. Io ero stato promosso recentemente Assistente Calcolatore, e fui incaricato del Mutamento. Si trattava del primo Mutamento affidato alla mia supervisione esclusiva.

«Ne ero orgoglioso, naturalmente, ma anche preoccupato. Mio figlio era un intruso in quella Realta. Difficilmente avrebbe avuto un analogo. Il pensiero che egli sarebbe scomparso nella non-esistenza mi rattristo enormemente.

«Lavorai sul Mutamento, e posso ancor oggi vantarmi di avere compiuto un lavoro impeccabile; il mio primo lavoro. Ma cedetti a una tentazione: cedetti ancor piu facilmente, perche stava ormai diventando un'abitudine, per me. Ero un criminale incallito, un professionista del crimine. Sviluppai un nuovo Progetto di Vita per mio figlio nella nuova Realta, con la certezza di sapere gia quello che avrei trovato.

«E invece, per ventiquattro ore consecutive, senza mangiare e senza dormire, rimasi chiuso nel mio ufficio, alle prese con il Progetto di Vita che avevo sviluppato, affrontandolo da ogni lato, nel disperato tentativo di trovarvi un errore.

«Non c'erano errori.

«Il giorno dopo, prima di mettere in atto la soluzione da me trovata per il Mutamento, tracciai una Carta Spazio-temporale, usando metodi empirici e improvvisando, senza troppa cura (dopotutto quella Realta non sarebbe rimasta tale per molto), ed entrai nel Tempo in un punto a piu di trent'anni di distanza dalla nascita di mio figlio.

«Mio figlio aveva trentaquattro anni: la mia stessa eta. Mi presentai a lui, dicendo di essere un lontano parente, servendomi della conoscenza della famiglia di sua madre. Lui non sapeva nulla di suo padre, non ricordava le visite che gli avevo fatto durante la sua infanzia.

«Era un ingegnere aeronautico. Il 575° era un Secolo che aveva sviluppato mezza dozzina di sistemi di comunicazioni aeree (e lo e rimasto nell'attuale Realta) e mio figlio era diventato un membro di quella societa, era felice e aveva avuto successo. Era sposato felicemente, con una ragazza pazzamente innamorata di lui, ma non avrebbe avuto figli. E la ragazza non si sarebbe neppure sposata, nella Realta nella quale mio figlio non esisteva. Questo l'avevo saputo fin dall'inizio: avevo saputo che non ci sarebbero stati degli effetti deleteri sulla Realta. Altrimenti, forse non avrei avuto il coraggio di lasciare vivere mio figlio. Non sono completamente irresponsabile.

«Trascorsi l'intera giornata con mio figlio. Gli parlai educatamente, gli sorrisi cortesemente, mi congedai da lui con fredda cortesia, nel momento prescritto dalla Carta Spazio-temporale. Ma dietro questo atteggiamento io osservai e assorbii ogni gesto, mi riempii gli occhi del suo aspetto e della sua voce e delle sue parole, e cercai di vivere un giorno almeno di quella Realta che tra breve non sarebbe piu esistita.

«Quanto avrei desiderato rivedere anche mia moglie per l'ultima volta, in quella breve porzione del Tempo nel quale era vissuta! (si, la chiamo ancora mia moglie… ti sembra strano?) Ma gia avevo usato ogni secondo che mi era stato concesso. Non osai neppure entrare nel Tempo per rivederla senza farmi vedere.

«Cosi ritornai nell'Eternita, e passai un'ultima, orribile notte, lottando stupidamente con i rimpianti di cio che non avrebbe potuto essere. Il mattino dopo, consegnai i miei calcoli, insieme alle raccomandazioni per il Mutamento.»

La voce di Twissell si era abbassata, fino a diventare un rauco bisbiglio; poi tacque completamente. Il vecchio rimase cosi, a capo chino, con le spalle curve, gli occhi fissi su un punto del pavimento, torcendosi nervosamente le dita.

Harlan attese inutilmente che il vecchio dicesse qualcosa, poi si schiari la voce. Scopri di provare una grande pieta per Twissell, una pieta che non era diminuita, tutt'altro, dal pensiero dei molti crimini che aveva commesso. Disse:

«E questo e tutto?»

Twissell mormoro:

«No, il peggio… il peggio non lo sai ancora. Perche nella nuova Realta esisteva un analogo di mio figlio… un paraplegico, dall'eta di quattro anni. Quarantadue anni immobilizzato in un letto, in circostanze che mi impedivano di fare applicare al suo caso le tecniche di riattivazione dei nervi del 900°, e perfino di abbreviargli quella vita infelice in modo misericordioso e indolore.

«Quella nuova Realta esiste ancora. Mio figlio e ancora la fuori, nel Tempo, nella sua parte del Secolo. IO gli ho fatto questo. Erano stati il mio cervello e il mio Computaplex a scoprire quella nuova vita, per lui, e a cancellare la felicita che aveva posseduto nell'altra Realta. Io avevo commesso molti crimini per lui e per sua madre, ma quell'ultimo atto, benche rigorosamente improntato all'obbedienza del mio giuramento di Eterno, mi e sempre sembrato il mio piu grande delitto, il mio vero, unico delitto.»

Non c'era nulla da dire, e Harlan non disse nulla.

«Ora pero puoi capire come io possa comprendere il tuo caso, e perche io sia disposto a lasciarti la tua ragazza,» disse Twissell. «Questo non procurera alcun danno all'Eternita, e, in un certo senso, sara un modo come un altro per espiare il mio delitto.»

E Harlan gli credette. In un subitaneo, incredibile cambiamento, la sua mente abbandono ogni incredulita, ed egli credette alle parole del vecchio Calcolatore.

Harlan cadde in ginocchio, e si porto i pugni alle tempie, premendoli forte, tenendo il capo chino, scosso da una disperazione selvaggia, una disperazione quale nessuno prima di lui aveva mai provato.

Lui aveva distrutto l'Eternita, e perduto Noys… mentre, se non fosse stato per quel suo ultimo gesto, quella ribellione simile all'ultima sfida di Sansone nel tempio, lui avrebbe potuto conservarle entrambe!

Capitolo Quindicesimo: Ricerca Nel Primitivo

Twissell comincio a scuoterlo per le spalle. La voce del vecchio chiamo in tono pressante il suo nome.

«Harlan! Harlan! Per l'araor del Tempo, ragazzo!»

Harlan riusci a emergere lentamente, molto lentamente, dal suo stato di disperazione.

«Cosa dobbiamo fare?»

«Certo non questo. Non dobbiamo disperare. Per cominciare, ascoltami. Dimentica la tua visione dell'Eternita, che e quella di un Tecnico, e cerca di guardarla attraverso gli occhi di un Calcolatore. E una visione molto piu complessa ed elaborata. Quando tu modifichi qualcosa nel tempo, e produci un Mutamento di Realta, il Mutamento puo avvenire istantaneamente. Perche?»

Con voce ancora malferma, Harlan disse:

«Perche la modifica ha reso il Mutamento inevitabile?»

«Davvero? Potresti tornare indietro e annullare la modifica, facendo tornare le cose com'erano prima. Si o no?»

«Penso di si. Non l'ho mai fatto; non ho mai sentito dire di qualcuno che l'abbia fatto.»

«Giusto. Non c'e alcuna intenzione di revocare un'alterazione, e cosi essa si svolge secondo i progetti, e produce subito le sue conseguenze. Ma qui abbiamo una cosa diversa. Un'alterazione involontaria. Tu hai mandato Cooper nel Secolo sbagliato, e ora io desidero fermamente revocare quell'alterazione e riportare qui Cooper.»

«Per l'amor del Tempo, come?»

«Non ne sono ancora sicuro, ma deve esistere un modo. Se non ci fosse alcun modo, l'alterazione sarebbe irreversibile; il Mutamento sarebbe giunto immediatamente. Ma il Mutamento non si e verificato. Noi siamo ancora nella Realta del memoriale Mallansohn. Questo significa che l'alterazione e reversibile e sara revocata.»

«Cosa?» L'incubo di Harlan ingigantiva e ingigantiva, si faceva sempre piu tenebroso e angoscioso.

«Dev'esserci un modo per richiudere il circolo nel Tempo, e devono esserci moltissime probabilita che noi riusciamo a riannodarne i capi. Finche questa Realta esiste, noi abbiamo la certezza che la soluzione e molto probabile. Se in qualsiasi momento tu o io prenderemo la decisione sbagliata, se la probabilita di richiudere il circolo scendera al di sotto di un limite che solo il Tempo conosce, l'Eternita svanira. Capisci?»

Harlan non era certo di capire. Non tentava neppure. Lentamente, si alzo in piedi, e si avvio incespicando verso una sedia.

«Volete dire che noi possiamo riportare qui Cooper…»

«E mandarlo nel Secolo giusto. Si. Se lo prendiamo nel momento in cui esce dal cronoscafo, finira nel posto giusto, nel 24°, con poche ore fisiologiche di ritardo; al massimo, sara piu vecchio di qualche fisiogiorno. Sarebbe un'alterazione, naturalmente, ma senza dubbio irrilevante. La Realta ne verrebbe scossa, figliolo, ma non distrutta.»