Il Calcolatore Anziano Twissell interruppe quella catena di pensieri, avvicinandosi di gran fretta, con un'espressione ancor piu terrorizzata di quella che Harlan aveva notato un'ora prima… quando il vecchio se ne era andato, e gli uomini della Manutenzione avevano cominciato il loro lavoro.
Harlan penso: Come fa a resistere? E vecchio…
Twissell si guardo intorno, osservo gli uomini che si erano immediatamente girati verso di lui, fermi sull'attenti.
«Cosa mi dite sulle gabbie?» domando.
Uno degli uomini rispose:
«Non c'e nessun guasto, signore. Le gabbie sono libere, i campi sono in perfetto ordine.»
«Avete controllato tutto?»
«Si, signore. Avanti nel tempo, fino a dove arrivano le postazioni del nostro Servizio.»
«Allora, andate.» disse Twissell.
Era impossibile ignorare il tono brusco e definitivo di quel congedo. Gli uomini si inchinarono, rispettosamente, si voltarono, e se ne andarono con rapida efficienza.
Twissell e Harlan erano rimasti soli, nelle gabbie dei cronoscafi.
Twissell si volse al Tecnico.
«Tu rimani qui, per favore.»
Harlan scosse il capo.
«Devo venire anch'io.»
«Ma devi capire!» esclamo Twissell. «Se accadesse qualcosa a me, tu rimarresti… e tu sai come trovare Cooper. Ma se accadesse qualcosa a te, cosa potremmo fare, da soli, noi del Consiglio, o io solo, o tutti gli Specialisti dell'Eternita?»
Harlan scosse di nuovo il capo.
Twissell infilo rabbiosamente una sigaretta tra le labbra.
«Sennor ha dei sospetti. Mi ha chiamato diverse volte, negli ultimi due fisiogiorni. Vuole sapere perche mi sono isolato a questo modo. Quando scoprira che ho ordinato una revisione completa delle linee dei cronoscafi… Devo andare subito, Harlan, non posso aspettare.»
«Non ho alcuna intenzione di farvi tardare. Sono pronto.»
«Sei sempre deciso a venire?»
«Se non esiste alcuna barriera, non ci sara alcun pericolo. E anche se la barriera esiste ancora, io sono gia stato la, e non mi e accaduto niente. Di che cosa avete paura, Calcolatore?»
«Non voglio correre alcun rischio, se non ci sono costretto.»
«E allora usate la logica, Calcolatore. Prendete una decisione… decidete di accettare la mia presenza; se dopo avere preso questa decisione l'Eternita esistera ancora, vorra dire che il circolo potra ancora venire chiuso. Vorra dire che noi potremo sopravvivere. Se sara la decisione sbagliata, l'Eternita scomparira, ma accadra lo stesso se io non verro con voi, perche senza Noys non faro niente per ritrovare Cooper. Lo giuro!»
«La portero io…» disse Twissell.
«Se e cosi semplice e cosi sicuro, non ci sara nulla di male se verro anch'io.»
Twissell era visibilmente in preda a un dubbio lacerante. Alla fine disse, rabbiosamente:
«E allora vieni!»
E l'Eternita sopravvisse.
L'espressione angosciata di Twissell non scomparve, quando furono a bordo del cronoscafo. Il vecchio osservo le cifre che passavano veloci sul temporometro. Anche il segnalatore graduato, che convertiva i dati in Kilosecoli, e che era stato preparato dagli uomini della Manutenzione appositamente per quel viaggio, ticchettava a intervalli regolari di un minuto.
«Non avresti dovuto venire,» disse Twissell.
«Perche no?» domando Harlan, stringendosi nelle spalle.
«E una cosa che mi turba… non c'e nessuna ragione sensata. Puoi definirla una mia vecchia superstizione… che mi rende inquieto.» Strinse le mani, torcendosi nervosamente le dita.
«Non vi capisco,» disse Harlan.
Twissell pareva desideroso di parlare, come se il suono della propria voce avesse avuto il potere di esorcizzare qualche suo demone privato.
«Forse tu sei in grado di comprendermi. Sei tu l'esperto del Primitivo. Per quanto tempo e esistito l'uomo, nel Primitivo?»
«Per diecimila secoli,» rispose Harlan. «Forse per quindicimila.»
«Si. All'inizio era una specie di scimmia priva d'intelligenza; alla fine era diventato l'Homo Sapiens. Giusto?»
«Si. Lo sanno tutti, questo.»
«E allora, tutti dovrebbero sapere anche che l'evoluzione procede a un passo piuttosto veloce. Ci sono voluti quindicimila Secoli per passare dalla scimmia all'Homo sapiens.»
«Ebbene?»
«Ebbene, io vengo da un Secolo intorno al 30.000°…»
(Harlan trasali. Non aveva mai saputo quale fosse il Secolo natale di Twissell, era stato un mistero per tutti, nell'Eternita.)
«Io vengo da un Secolo intorno al 30.000°,» ripete Twissell, «E tu vieni dal 95°. Il tempo che separa i nostri due Secoli natali e il doppio dell'esistenza totale dell'uomo nel Primitivo, eppure quali differenze ci sono tra noi? Io sono nato con quattro denti in meno, e senza appendice. Le differenze fisiologiche finiscono praticamente qui. Il nostro metabolismo e quasi uguale. La maggiore differenza e costituita dal fatto che il tuo corpo puo sintetizzare gli steroidi, mentre il mio non puo farlo, e cosi la mia dieta deve comprendere del colesterolo, a differenza della tua. Io ho potuto unirmi a una donna del 575°, e generare un figlio. Ecco: la specie e rimasta praticamente uguale nel tempo.»
Queste parole non colpirono particolarmente Harlan. Non si era mai posto alcun problema sulla sostanziale uniformita del tipo umano in tutti i Secoli. Era una di quelle cose che esistevano, e che si accettavano senza discutere.
«Ci sono state delle specie che hanno vissuto inalterate per milioni di Secoli.»
«Non molte, pero. E rimane il fatto che la cessazione dell'evoluzione umana pare coincidere con l'inizio dell'Eternita. E una semplice coincidenza? Il problema non viene mai affrontato, se non in rari casi, e da persone come Sennor, e io non sono mai stato come Sennor. Non ho mai creduto che le speculazioni filosofiche o le ipotesi astratte abbiano un senso. Se una cosa non puo venire controllata su di un Computaplex, non ha senso sprecare il tempo di un Calcolatore su di essa. Eppure, quando ero piu giovane, ho spesso meditato…»
«Su che cosa?» domando Harlan. Per lo meno, la conversazione serviva a ingannare l'attesa del viaggio.
«A volte, ho meditato sull'Eternita, com'era quando e stata stabilita. Si estendeva per pochi Secoli, nel 30° e nel 40°, e la sua funzione era soprattutto commerciale. Si occupava del rimboschimento di regioni spoglie, del rifornimento di terreno fertile, e di prodotti chimici. Erano tempi semplici, quelli, per l'Eternita.
«Ma poi scoprimmo il Mutamento di Realta. Il Calcolatore Anziano Hanry Wadsman, nel modo drammatico che tutti conosciamo cosi bene, impedi una guerra eliminando il freno di sicurezza dall'automobile di un membro del Congresso. Successivamente, l'Eternita ha spostato sempre di piu il suo centro di gravita dal commercio ai Mutamenti di Realta. Perche?»
«Per il motivo piu ovvio… il miglioramento dell'umanita,» disse Harlan.
«Si, si, anch'io la penso cosi, in momenti normali. Ma ti sto parlando del mio incubo. E se ci fosse un'altra ragione? Una ragione inespressa, una ragione inconscia? Un uomo in grado di viaggiare nel piu remoto futuro potrebbe incontrare un tipo d'uomo che sta a noi come noi stiamo all'uomo scimmia. Perche no?»
«Puo darsi. Ma gli uomini sono uomini…»
«…anche nel 70.000°. Si, lo so. E non e forse una conseguenza dei nostri Mutamenti di Realta? Noi estirpiamo tutto cio che e insolito, diverso, mutante. Perfino il Secolo natale di Sennor, con i suoi uomini glabri, e sempre in discussione, e si tratta di un'alterazione piuttosto innocua. Forse, per essere completamente onesti e sinceri, dobbiamo dire che noi abbiamo impedito l'evoluzione umana perche non vogliamo incontrare i superuomini.»
Neppure queste parole erano nuove, per Harlan.
«In questo caso, quello che e fatto e fatto. Cosa importa?»
«Ma se invece il superuomo esistesse ugualmente, nel remoto futuro, in un punto del Tempo che noi non possiamo raggiungere? Noi controlliamo il tempo solo fino al 70.000°. Piu oltre, ci sono i Secoli Nascosti! Perche sono nascosti? Perche degli uomini evoluti non vogliono trattare con noi, e ci impediscono l'accesso al Tempo? Perche noi permettiamo loro di rimanere nascosti? Forse perche noi non vogliamo trattare con loro e, dopo avere fallito il contatto al primo tentativo, ci rifiutiamo perfino di compiere altri tentativi? Non dico che sia un motivo cosciente, ma cosciente o incosciente, si tratta di un motivo.»
«Ammettiamolo pure,» disse Harlan, lentamente. «Pero loro sono fuori della nostra portata, e viceversa. La regola e semplice… vivi e lascia vivere.»
Twissell parve colpito dalla frase.
«Vivi e lascia vivere, ma noi non li lasciamo vivere. Noi operiamo dei Mutamenti. I Mutamenti si estendono solo per pochi Secoli, prima che l'inerzia temporale faccia esaurire i loro effetti. Ricordi? Sennor ha sollevato questo argomento, citandolo come uno dei problemi del Tempo ancora insoluti, durante la nostra famosa colazione. Avrebbe potuto aggiungere che si tratta di una questione di statistica. Alcuni Mutamenti influenzano piu Secoli di altri. In teoria, un Mutamento appropriato potrebbe influenzare un numero indefinito di Secoli; cento, mille, centomila. Forse gli uomini evoluti dei Secoli Nascosti lo sanno. Immagino che essi siano turbati dalla possibilita che, un giorno o l'altro, un Mutamento possa raggiungerli direttamente nei loro Secoli.»