«Non so di che cosa tu stia parlando,» disse Noys, in un tono che non era per nulla rabbonito. «E non dici niente di noi due… l'argomento del quale io voglio parlare!»
Harlan cerco di rimanere impassibile, e prosegui:
«E ora, pensiamo alla barriera nel 100.000°. Perche esisteva? Qual era il suo scopo? Tu eri sana e salva. Quale altro significato poteva avere? Mi sono chiesto che cosa fosse accaduto, a causa della presenza della barriera, che non sarebbe accaduto senza di essa.»
Fece una pausa, osservando le sue scarpe pesanti e rozze, di cuoio naturale. Penso che sarebbe stato piu comodo se le avesse tolte, almeno durante la notte, ma ora no, ora no…
«Ho trovato una sola risposta a questa domanda,» disse. «L'esistenza di quella barriera mi ha fatto ritornare indietro nel tempo, pazzo di collera, per procurarmi una frusta neuronica e aggredire Finge. Mi ha incendiato la mente, dandomi l'idea di mettere in gioco le sorti dell'Eternita per ritrovarti, e di vendicarmi distruggendo in un colpo solo l'Eternita, dopo avere raggiunto la convinzione di avere fallito. Capisci?»
Noys lo fisso, con un'espressione nella quale orrore e incredulita si mescolavano.
«Vuoi dire che il popolo del remoto futuro voleva che tu facessi tutto questo? Che lo ha deliberatamente progettato?»
«Si. Non guardarmi a quel modo. Si! E non capisci anche tu che questo rende tutto diverso? Finche agivo liberamente, per motivi miei, ero pronto ad assumermi tutte le responsabilita e tutte le conseguenze, materiali e spirituali. Ma essere ingannato, essere costretto a fare quello che ho fatto, da creature che hanno usato e manipolato le mie emozioni e i miei sentimenti come se io fossi stato un Computaplex, nel quale era necessario solo inserire i fogli programmati piu adatti…»
Improvvisamente, Harlan si accorse che aveva alzato la voce, che aveva cominciato a gridare, e tacque. Lascio passare qualche istante, e poi prosegui, in tono piu controllato:
«Non posso accettare questo. Devo annullare quello che sono stato costretto a fare. E solo quando avro fatto questo potro ritrovare la pace.»
Si… forse. Gia poteva avvertire quel trionfo impersonale che lo aspettava, dissociato dalla sua tragedia personale, che si trovava dietro e davanti a lui. Il circolo si stava chiudendo!
Noys tese lentamente la mano, incerta, per prendere la mano di lui, che era rigida e contratta.
Harlan si sottrasse a quel tocco, respingendo il suo conforto. Disse:
«Era stato tutto predisposto. Il mio incontro con te. Tutto. Le mie emozioni, la mia personalita, erano state analizzate. Questo e evidente. Azione e reazione. Spingi questo bottone, e l'uomo fara questo. Spingi quel bottone, e fara quest'altro.»
Harlan stava parlando con difficolta, da insondabili profondita di vergogna e di dolore. Scosse il capo, cercando di scuotersi dalla mente l'orrore di quella situazione, come un cane avrebbe tentato di scuotersi dal corpo l'acqua, e continuo:
«Dapprima, non ero riuscito a capire una cosa. Come avevo potuto indovinare che Cooper sarebbe stato mandato nel Primitivo? Era quasi impossibile immaginarlo. Non aveva alcuna base. Twissell non riusciva a rendersene ragione. Piu di una volta si e domandato come avessi potuto indovinare, sapendo cosi poco di matematica.
«Eppure, avevo indovinato. La prima volta che ebbi l'intuizione fu… quella notte. Tu stavi dormendo, ma io ero sveglio. Avevo la sensazione di dovere ricordare qualcosa; qualche osservazione, qualche pensiero, qualcosa che avevo capito nell'eccitazione e nell'esaltazione di quella notte. E, concentrandomi sul problema, il significato completo dell'esistenza di Cooper apparve nella mia mente, insieme alla consapevolezza di occupare una posizione cosi importante da potere distruggere l'Eternita. Piu tardi controllai le mie supposizioni, consultando una storia della matematica, ma questo non era veramente necessario. Lo sapevo gia. Ne ero certo. Come? Come?»
Noys lo fisso, intensamente. Ora non cercava piu di toccarlo.
«Vuoi dire che gli uomini dei Secoli Nascosti hanno predisposto anche questo? Che hanno messo queste cose nella tua mente, e poi hanno manovrato secondo i loro piani?»
«Si. Si. E non hanno ancora finito. Devono ancora terminare il lavoro. Il circolo sta per chiudersi, ma non si e ancora chiuso.»
«Ma come potrebbero? Non sono certo qui con noi!»
«No?» disse lui, con un tono cosi cupo da fare impallidire Noys.
«Superuomini invisibili?» bisbiglio la ragazza.
«Non superuomini, e neppure invisibili. Ti ho gia detto che l'uomo non puo evolversi, se possiede i mezzi per controllare il proprio ambiente. Gli esseri umani dei Secoli Nascosti appartengono al ceppo dell'homo sapiens… sono esseri umani normali.»
«Allora non sono certamente qui.»
Harlan disse, con voce triste:
«Tu sei qui, Noys.»
«Si, io e te… e nessun altro.»
«Io e te,» assenti Harlan. «E nessun altro. Io e una donna dei Secoli Nascosti… non fingere piu, Noys, ti prego.»
Lei lo fisso, inorridita:
«Che cosa stai dicendo, Andrew?»
«Quello che devo dire. E tu che cosa dicevi quella notte, quando mi hai dato quella bibita alla menta? Mi stavi parlando. La tua voce dolce e sommessa… le tue parole dolci e sommesse… Non ho sentito niente, non con la mente cosciente, ma ricordo il bisbigliare della tua voce melodiosa. E di che cosa parlavi? Del viaggio nel passato di Cooper; dell'ultimo scossone alle colonne dell'Eternita, come fece Sansone nel tempio. Ho ragione?»
«Non so neppure cosa abbia fatto questo Sansone,» disse Noys.
«Puoi immaginarlo perfettamente, comunque, Noys. Dimmi, quando sei entrata nel 482°? Chi hai sostituito? O forse ti sei semplicemente… infilata in quel Secolo? Ho fatto sviluppare il tuo Progetto di Vita da un esperto del 2456°. Nella nuova Realta, tu non esistevi affatto. Non avevi analoghi. Strano, per un Mutamento cosi piccolo, ma non impossibile. E poi il Progettista di Vita mi ha detto una cosa che ho ascoltato con le orecchie, ma che non ho udito con la mente. Strano che la ricordi cosi bene, ora. Forse anche in quel momento un campanello ha suonato nella mia mente, ma ero troppo pieno di… di te, per ascoltare. Il Progettista di Vita mi ha detto: 'con la combinazione di fattori che mi avete fornito, non riesco a capire nemmeno come abbia potuto esistere nella vecchia Realta.'
«Aveva ragione. Tu non quadravi, nella vecchia Realta. Tu l'avevi invasa dal remoto futuro, e avevi manipolato non solo me, ma anche Finge, per raggiungere i tuoi scopi.»
Noys disse, in tono urgente:
«Andrew…»
«Tutti i pezzi del rompicapo combinavano… se fossi stato in grado di vederli. Un libro-film, nella tua libreria, intitolato Storia Sociale ed Economica, mi aveva gia sorpreso, quando l'avevo visto per la prima volta. Ne avevi bisogno, vero, per imparare a essere una vera donna di quel Secolo? E un'altra cosa… ricordi il nostro primo viaggio nei Secoli Nascosti? Fosti tu a fermare il cronoscafo nel 111.394°. Lo fermasti con sicurezza, senza esitare. Dove avevi imparato a guidare un cronoscafo? Se fossi stata quella che volevi apparire, sarebbe stato quello il tuo primo viaggio a bordo di un cronoscafo. E poi, perche nel 111.394°? Era il tuo Secolo natale?»
Lei disse, sommessamente:
«Perche mi hai portata nel Primitivo, Andrew?»
E d'un tratto, lui si mise a gridare:
«Per proteggere l'Eternita! Non potevo immaginare quali danni avresti fatto. Qui sei impotente, perche io so chi sei. Ammetti che quello che ho detto e vero! Ammettilo!»
Si alzo in piedi, in un parossismo di collera, e sollevo i pugni. Lei non batte ciglio. Era completamente, perfettamente calma, pareva una meravigliosa statua di cera. Harlan abbasso le braccia, lentamente.
«Ammettilo!»
«Sei ancora cosi incerto, dopo tutte le tue deduzioni?» domando Noys. «Cosa ti puo importare, se io confesso o no?»
Harlan senti aumentare la sua collera.
«Ammettilo… lo voglio sapere per non dover soffrire neppure un poco… neppure un poco!»
«Soffrire?»
«Perche ho un disintegratore, Noys, e intendo ucciderti.»
Capitolo Diciottesimo: Il Principio Dell'Infinito
C'era un'incertezza strisciante, in Harlan, un'indecisione che lo stava consumando. Aveva in mano il disintegratore, e lo teneva puntato contro Noys. Ma perche lei non diceva niente? Perche insisteva a mantenere quell'atteggiamento impassibile?