Harlan disse:
«Si estinse, cosi. Assurdo.»
«Non si estinse 'cosi' come tu dici. Ci vollero migliaia di Secoli. Ci furono degli alti e bassi, dei momenti di splendore e dei momenti di rassegnazione, ma, complessivamente, tutto era dominato da un senso di sfiducia, dalla mancanza di uno scopo, da una cappa d'inutilita, che nessuna forza avrebbe potuto superare. Alla fine, ci fu un'ultima, drastica diminuzione del tasso di natalita, e poi, finalmente, l'estinzione. Ed e stata la tua Eternita a fare questo.»
Harlan provava il desiderio di difendere l'Eternita, ora, ancora piu intenso e ancora piu irrazionale perche poco tempo prima l'aveva attaccata con tanta mortale violenza. Disse:
«Lasciateci entrare nei Secoli Nascosti, e provvederemo a correggere questo stato di cose. Non abbiamo mai mancato di ottenere il massimo bene nei Secoli che abbiamo potuto raggiungere.»
«Il massimo bene?» domando Noys, in tono distaccato, e quelle parole parvero freddamente ironiche. «Che cos'e questo massimo bene di cui parli? Sono le macchine a indicarvi qual e questo bene, sono i vostri Computaplex. Ma chi regola le macchine, e dice loro quali devono essere gli elementi da valutare, e quale deve essere la misura di valutazione? Le macchine non risolvono i problemi con un'intelligenza e una lungimiranza maggiori di quelle umane… li risolvono solo piu celermente. Solo piu celermente! Dunque, cos'e che gli Eterni considerano il massimo bene? Te lo posso dire io: la salvezza e la sicurezza, la moderazione, la misura. Nessun eccesso. Nessun rischio, senza la matematica sicurezza di trarne un adeguato beneficio.»
Harlan inghiotti. Con forza improvvisa, egli ricordo le parole di Twissell, a bordo del cronoscafo… quando il vecchio Calcolatore aveva parlato degli 'uomini evoluti' dei Secoli nascosti. 'Noi estirpiamo l'insolito…'
E non era forse cosi?
«Bene,» disse Noys, «Mi sembra che tu stia pensando. Pensa a questo, allora: nella Realta che attualmente esiste, perche l'uomo ha continuamente tentato di viaggiare nello spazio, e ha continuamente fallito? Certamente ogni epoca orientata sui voli spaziali doveva essere al corrente degli insuccessi precedenti. Perche tentare di nuovo, con tanta ostinazione, allora?»
«Non ho studiato l'argomento,» disse Harlan. Ma penso nervosamente alle colonie di Marte, fondate tante e tante volte, e sempre abbandonate. Penso alla vecchia attrattiva che i voli spaziali avevano sempre esercitato perfino sugli Eterni. Gli pareva di risentire il Sociologo Kantor Voy del 2456°, quando aveva sospirato per la perdita del motore elettro-gravitazionale che aveva permesso il volo spaziale in un Secolo, e aveva detto, con rimpianto, «Era stato cosi bello!». E penso al Progettista di Vita Neron Feruque, che aveva imprecato amaramente, per la scomparsa di quelle astronavi, e si era lanciato in una filippica sull'uso dell'anticancro da parte dell'Eternita… una scusa per sollevarsi il morale.
Esisteva davvero una specie di istintivo anelito, nelle creature intelligenti, verso l'espansione nell'infinito, verso la conquista delle stelle? Ogni creatura intelligente bramava forse, consciamente o inconsciamente, di raggiungere quei lontani punti nel cielo, di sottrarsi alla forza di gravita, alle strettoie della prigione planetaria, e librarsi nelle immense distese degli spazi astrali? Cos'era quella forza senza nome che obbligava gli esseri umani a elaborare il volo interplanetario decine e decine di volte, che li costringeva a viaggiare senza fine tra i mondi morti di un sistema solare nel quale solo la Terra era abitabile? Era forse il fallimento, alla fine di ogni nuovo tentativo, era forse la comprensione del fatto che si doveva ritornare alla prigione natale, a provocare le deviazioni, gli squilibri, che l'Eternita doveva sempre combattere? Harlan penso all'uso smodato della droga, in quegli stessi, futili Secoli che avevano sviluppato le astronavi a elettrogravita. Era stato forse il continuo, esasperante ritorno sui mondi spenti e morti del sistema solare, la comprensione di non potere andare oltre e piu lontano, a creare le tensioni, gli squilibri, le violenze?
Noys prosegui:
«Eliminando con mano ferrea tutte le catastrofi della Realta, l'Eternita elimina anche i trionfi. E nell'affrontare le grandi prove che il genere umano puo raggiungere i vertici sommi. E dal pericolo e dall'irrequieta insicurezza dell'Uomo che viene la forza che spinge il genere umano verso nuove e piu ambiziose conquiste. Riesci a capire questo, Andrew? Riesci a capire che, evitando le cadute e le miserie che affliggono l'Uomo, l'Eternita impedisce all'Uomo di trovare da solo, nella maniera piu dura e amara, le soluzioni migliori, le vere soluzioni che derivano solo dall'affrontare le difficolta, non dall'evitarle?»
Harlan comincio a dire, in tono rigido:
«Il massimo bene della piu ampia maggioranza…»
Noys lo interruppe.
«Supponiamo che l'Eternita non fosse mai stata creata.»
«Ebbene?»
«Ti diro io quello che sarebbe accaduto. Le energie che sono riversate nell'ingegneria temporale sarebbero state destinate alla nucleonica. L'Eternita non sarebbe nata, ma l'Uomo avrebbe creato il motore interstellare. L'Uomo avrebbe raggiunto le stelle, piu di centomila Secoli prima di quando non sia avvenuto nell'attuale Realta. E in quel tempo le stelle sarebbero state libere, e il genere umano avrebbe potuto stabilirsi saldamente in tutta la Via Lattea. Noi saremmo arrivati per primi.»
«E cosa ci avremmo guadagnato?» domando Harlan, ostinato. «Saremmo stati forse piu felici?»
«Che cosa intendi dire, con 'noi'? L'Uomo non sarebbe piu stato solo un mondo, ma un milione di mondi, un miliardo di mondi. Noi avremmo avuto l'infinito in pugno. Ogni mondo avrebbe avuto una sua distesa di Secoli, ogni mondo avrebbe avuto i propri valori, una possibilita di cercare la felicita a suo modo, in un suo ambiente, con una sua filosofia. Ci sono molte felicita, molti beni, infinite varieta… Questo e lo Stato Fondamentale del genere umano.»
«Le tue sono soltanto ipotesi,» disse Harlan, provando una sorda collera per la propria debolezza, perche la sua mente non poteva fare a meno di trovare attraente il quadro che Noys aveva evocato. «Come puoi sapere quello che sarebbe accaduto?»
«Voi Eterni sorridete dell'ignoranza dei Temporali, che conoscono una sola Realta,» disse Noys, con voce grave. «Noi sorridiamo dell'ignoranza degli Eterni, che pensano all'esistenza di piu Realta, ma credono che possa esisterne una sola per volta.»
«Che cosa significa questa assurdita?»
«Noi non calcoliamo le Realta alternate, ma le osserviamo. Le vediamo, nel loro stato di non-Realta.»
«Una specie di fantomatica terra del mai, dove il forse da la mano al se?»
«Si, ma senza sarcasmo.»
«E come fate?»
Noys esito, e poi disse:
«Come te lo posso spiegare, Andrew? Sono stata educata in modo da conoscere certe cose, senza comprenderle realmente, esattamente come te. Tu sai spiegarmi come funziona esattamente un Computaplex? Tuttavia sai che esiste e funziona.»
Harlan arrossi.
«E allora?»
«Noi abbiamo imparato a osservare le Realta,» disse Noys, «E abbiamo scoperto che lo Stato Fondamentale e esattamente come te l'ho descritto. Abbiamo anche scoperto la natura del Mutamento che ha distrutto lo Stato Fondamentale. Non si e trattato di alcun Mutamento prodotto dall'Eternita; e stata la nascita stessa dell'Eternita… la sua esistenza. Qualunque sistema simile all'Eternita, un sistema che permette agli uomini di scegliere il proprio futuro, finira per scegliere la sicurezza e la mediocrita, e in una simile Realta le stelle sono al di la della portata dell'Uomo. La semplice esistenza dell'Eternita ha immediatamente spazzato via l'Impero Galattico. Per restaurarlo, e necessario distruggere l'Eternita.
«Il numero delle Realta e infinito, come e pure infinito il numero di qualsiasi sottospecie di Realta. Per esempio, il numero delle Realta che contengono l'Eternita e infinito; il numero delle Realta nelle quali l'Eternita non esiste e ugualmente infinito; il numero delle Realta nelle quali l'Eternita esiste, ma viene anche abolita, e sempre infinito. Ma la mia gente, tra l'infinito numero, scelse un gruppo nel quale ero presente anch'io.
«Io non ho avuto nessuna parte in questa scelta. Mi istruirono per svolgere il mio lavoro, proprio come tu e Twissell avete istruito Cooper per svolgere il suo. Ma anche il numero delle Realta nelle quali io ero l'agente che distruggeva l'Eternita era infinito. Mi venne offerto di scegliere tra cinque Realta che parevano meno complesse. Io scelsi questa, l'unico sistema di Realta nel quale apparivi tu.»
«Perche hai fatto questa scelta?» domando Harlan.
Noys abbasso lo sguardo.
«Perche ti amavo, vedi. Ti amavo molto prima di conoscerti.»
Harlan rimase scosso: ella aveva detto quelle parole con un accento cosi sincero… penso, turbato: 'E un'attrice…'
«E piuttosto ridicolo,» riusci a dire.