In quelle condizioni, Harlan non aveva saputo decidere se pentirsi di avere rivelato il suo hobby segreto, o se quella faccenda avrebbe potuto affrettare la sua carriera di Eterno.
Aveva deciso per la prima ipotesi quando, incontrandolo un giorno nel Corridoio A, Finge aveva detto improvvisamente, in modo da farsi sentire anche dagli altri:
«Per il grande Tempo, Harlan, ma voi non sorridete mai?»
E Harlan aveva capito che Finge lo odiava. Era stato un pensiero sconvolgente. Da allora, i suoi sentimenti per Finge non erano certo migliorati… se il Calcolatore lo odiava, Harlan detestava quell'individuo.
Tre mesi di meticolose ricerche nel 482° avevano esaurito buona parte degli obiettivi meritevoli di attenzione, percio Harlan non si era sorpreso quando era stato convocato senza preavviso nell'ufficio di Finge. Gia da qualche tempo si era aspettato un nuovo incarico. Aveva preparato il suo rapporto finale gia da alcuni giorni. Il 482° desiderava ardentemente esportare piu cellulosa nei Secoli ove le foreste erano state eliminate, come nel 1174°, ma non era disposto ad accettare in cambio del pesce affumicato. Un lungo elenco di fatti analoghi completava il rapporto, nell'ordine esatto e con le debite analisi.
Aveva portato con se una bozza del rapporto.
Invece, non si era accennato neppure marginalmente al 482°. Con grande sorpresa di Harlan, Finge lo aveva presentato a un vecchietto rinsecchito e canuto, dai capelli radi, e con una faccia da gnomo, che per tutto il colloquio aveva conservato un perenne sorriso. Quel sorriso aveva espresso diversi sentimenti, variando d'intensita a seconda dei momenti… in una gamma che andava dall'ansia alla giovialita… ma non era mai scomparso del tutto dal volto grinzoso. Il vecchio aveva tenuto tra due dita ingiallite una sigaretta accesa.
Si era trattato della prima sigaretta che Harlan avesse mai visto, altrimenti egli avrebbe prestato piu attenzione all'uomo e meno attenzione a quel cilindro fumante, e sarebbe stato quindi preparato alla presentazione di Finge.
Finge aveva detto:
«Calcolatore Anziano Twissell, questi e l'Osservatore Andrew Harlan.»
Lo sguardo di Harlan era passato dalla sigaretta al volto del vecchio, e la scossa era stata enorme.
Il Calcolatore Anziano Twissell aveva detto, con una vocetta acuta:
«Piacere, ragazzo. Cosi saresti tu il giovanotto che scrive quegli eccellenti rapporti?»
Harlan non era riuscito a ritrovare la voce. Laban Twissell era una leggenda, un mito vivente. Era il piu grande Calcolatore dell'Eternita, un modo come un altro per dire che si trattava del piu eminente Eterno vivente. Era il decano del Consiglio d'Ogniquando. Aveva diretto piu Mutamenti di Realta di chiunque altro in tutta la storia dell'Eternita. Era… aveva…
Harlan non era riuscito a controllare i propri pensieri. Aveva chinato il capo, con un sorriso impacciato, e non aveva detto niente.
Twissell aveva portato la sigaretta alle labbra, aspirando una boccata nervosa di fumo, e poi aveva abbassato la mano.
«Lasciaci soli, Finge. Voglio parlare al ragazzo.»
Finge si era alzato in piedi, aveva mormorato qualcosa, e se ne era andato.
Twissell aveva detto:
«Mi sembri nervoso, figliolo. Non hai alcun motivo per esserlo, pero, ti assicuro.»
L'avere incontrato a quel modo Twissell era stato uno choc. Era sempre sconcertante scoprire che qualcuno al quale si e sempre pensato come a un gigante, in realta e alto poco piu di un metro e sessanta. Il cervello di un genio poteva nascondersi dietro un aspetto di vecchio nano grinzoso dai radi capelli bianchi? Gli occhietti affondati in un reticolato di rughe scintillavano piu di buon umore o piu d'intelligenza?
Harlan non aveva saputo trovare una risposta a questi interrogativi. La sigaretta gli era parsa in disaccordo con l'intelligenza… e quello spettacolo inusitato gli aveva impedito di pensare chiaramente. Uno sbuffo di fumo lo aveva raggiunto, e Harlan aveva socchiuso gli occhi per un momento.
Twissell aveva socchiuso gli occhi a sua volta, fino a ridurli a due sottili fessure, e aveva domandato, usando il dialetto del decimo millennio con un accento pesante e orribile:
«Tu meglio sentire se in tuo dialetto io parlare?»
Harlan aveva faticato a trattenere una risata un po' isterica, e aveva risposto, lentamente, non fidandosi ancora della propria voce:
«Parlo benissimo l'Intertemporale Standard, signore.» Lo aveva detto nell'Intertemporale che lui e tutti gli altri Eterni che aveva conosciuto avevano usato, dai primi mesi che lui aveva passato nell'Eternita.
«Sciocchezze,» aveva detto imperiosamente Twissell. «A che serve l'Intertemporale? Il mio decimillennario e piu che perfetto.»
Probabilmente, pero, il vecchio non doveva avere usato i dialetti locali dei vari Secoli ormai da piu di quarant'anni.
Ma dopo avere fatto quell'affermazione, con evidente soddisfazione, Twissell si era accontentato, e aveva proseguito usando l'Intertemporale.
«Ti offrirei una sigaretta,» aveva detto. «Ma sono sicuro che tu non fumi. L'abitudine di fumare e disapprovata in quasi tutti i periodi storici, anzi, devo dire che solo nel 72° si producono buone sigarette, e io devo importare quelle che fumo proprio di la. Questo te lo dico a titolo di suggerimento, nel caso tu diventassi un fumatore. E una faccenda difficile. La settimana scorsa, sono rimasto nel 123° per due giorni. Sai che mi era proibito fumare perfino nella Sezione d'Eternita destinata al 123°? Gli Eterni di quella Sezione avevano adottato le usanze locali. Se io avessi acceso una sigaretta, avrebbero reagito come a un terremoto. A volte mi viene voglia di calcolare un grande Mutamento di Realta, per spazzare via tutti i tabu sul fumo in tutti i Secoli; solo che un Mutamento di Realta di queste dimensioni produrrebbe delle guerre nel 58° o una societa basata sullo schiavismo nel 1000°. Ci sono sempre delle complicazioni.»
Inizialmente Harlan era rimasto sconcertato, poi la perplessita si era trasformata in apprensione: quelle chiacchiere apparentemente prive di senso avevano certo nascosto qualche tranello.
Aveva sentito un nodo alla gola… ma era riuscito ugualmente a trovare la voce per formulare una domanda:
«Posso domandarvi per quale motivo avete voluto incontrarmi, signore?»
«Mi piacciono i tuoi rapporti, ragazzo.»
C'era stato uno scintillio di soddisfazione negli occhi di Harlan, ma il suo volto era rimasto impassibile.
«Grazie, signore.»
«Hanno il tocco dell'artista, Sei un intuitivo, un percettivo. Credo di conoscere il tuo giusto posto nell'Eternita, e sono venuto qui a offrirtelo.»
Harlan aveva pensato: Non posso crederlo.
Aveva cercato di mantenere fredda la sua voce, senza alcuna nota di trionfo.
«E un grande onore che mi fate, signore.»
Intanto il Calcolatore Anziano Twissell, avendo finito la sigaretta, ne aveva presa un'altra con la mano sinistra, accendendola prima che Harlan fosse riuscito a seguire il movimento. Tra una boccata di fumo e l'altra, Twissell aveva detto al giovane Osservatore:
«Per l'amore del Tempo, ragazzo, devi proprio parlare come un manuale? Un grande onore… bah! Parole, sciocchezze. Cerca di dirmi quello che provi in parole semplici e chiare. Sei contento?»
«Si, signore,» aveva risposto Harlan, prudentemente.
«Va bene. Ne hai tutti i motivi. Che ne diresti di diventare un Tecnico?»
«Un Tecnico!» aveva esclamato Harlan, facendo un balzo sulla sedia.
«Resta seduto. Seduto! Mi sembri sorpreso.»
«Non mi aspettavo di diventare un Tecnico, Calcolatore Twissell.»
«No,» aveva notato seccamente Twissell. «Chissa per quale motivo, nessuno se lo aspetta. Si aspettano tutto, all'infuori di questo. Eppure e cosi difficile trovare dei Tecnici, e ce n'e sempre bisogno. Tutte le Sezioni dell'Eternita ne chiedono… e non ne hanno mai abbastanza.»
«Non credo di essere adatto.»
«Vuoi dire che non ti senti adatto ad accettare un lavoro che puo darti dei fastidi. Per il Tempo, se tu sei devoto all'Eternita come credo, non devi badare a questo. Cosi gli stupidi ti eviteranno, e sentirai di essere circondato dal loro ostracismo. Ebbene, farai l'abitudine anche a questo. E avrai la soddisfazione di sapere che sei necessario, disperatamente necessario. A me.»
«A voi, signore? A voi personalmente?»
«Si.» Il sorriso di Twissell si era fatto astuto, in quel momento. «Tu non diventerai semplicemente un Tecnico qualunque. Sarai il mio Tecnico personale. Avrai uno status particolare, e un regolamento particolare. Come ti sembra la mia offerta, adesso?»
«Non saprei, signore. Potrei non essere qualificato.»
Twissell aveva scosso il capo, con fermezza.
«Io ho bisogno di te: sei esattamente l'uomo di cui ho bisogno. I tuoi rapporti mi danno la sicurezza che tu possiedi quello di cui ho bisogno qui.» Coll'indice ricurvo si era battuto per un momento la fronte calva. «I tuoi punteggi di Cucciolo sono buoni. Tutti i rapporti delle Sezioni per le quali hai lavorato come Osservatore sono favorevoli. Infine, il rapporto di Finge ha chiarito ogni possibile dubbio, dandomi la certezza che tu sei adatto al lavoro.»