Queste parole avevano sorpreso enormemente Harlan.
«Il rapporto del Calcolatore Finge e stato favorevole?»
«Non te l'aspettavi?»
«Io… non saprei.»
«Ebbene, ragazzo, non ho detto che il rapporto fosse favorevole. Ho detto che mi ha dato la certezza che tu sei adatto al lavoro. In realta, il rapporto di Finge non e stato favorevole. Ha caldamente raccomandato di tenerti lontano da qualsiasi incarico relativo ai Mutamenti di Realta. Ha suggerito che, per la sicurezza dell'Eternita, sarebbe opportuno assegnarti alla Manutenzione.»
Harlan aveva ascoltato queste parole con sorda irritazione.
«Quali erano i motivi da lui addotti, signore?»
«Sembra che tu abbia un hobby, ragazzo: ti interessa la storia del Primitivo, eh?» Aveva fatto un largo gesto con il braccio, e Harlan aveva respirato una boccata di fumo, e aveva cominciato a tossire.
Twissell aveva aspettato che il ragazzo smettesse di tossire, e poi aveva aggiunto, in tono benevolo:
«Non e forse vero?»
«Il Calcolatore Finge non aveva alcun diritto…» aveva esclamato Harlan, irritato.
«Calma, calma. Ti ho rivelato il contenuto del rapporto perche si tratta del perno sul quale si basa la mia decisione: e proprio per questo che ho bisogno di te. In effetti, si tratta di un rapporto confidenziale, e tu devi dimenticare quanto ti ho rivelato. Per sempre, ragazzo.»
«Ma cosa c'e di male a interessarsi di storia del Primitivo?»
«Finge ritiene che questo interesse riveli in te una forte Nostalgia del Tempo. Capisci, ragazzo?»
E come avrebbe potuto non capire? La lingua degli psichiatri era facile da comprendere e da ricordare; era impossibile dimenticare certi elementi, soprattutto quella definizione. Si pensava infatti che ogni membro dell'Eternita provasse il desiderio, aumentato dalla necessita di sopprimerlo radicalmente in ogni sua manifestazione, di ritornare, non necessariamente nel proprio Tempo di origine, ma almeno in qualche altro Tempo ben definito; ritornare a fare parte di un Secolo, piuttosto che continuare a essere un viaggiatore, un esule del tempo, condannato a vagabondare attraverso tutte le epoche. Naturalmente, in quasi tutti gli Eterni questo desiderio rimaneva latente, confinato nei recessi insondabili del subcosciente.
«Non credo che sia questa la spiegazione, nel mio caso,» aveva risposto lentamente Harlan.
«Neppure io lo credo. Anzi, ti diro che io considero il tuo hobby interessante e utilissimo. Come ho gia detto, e per questo motivo che ho bisogno di te. Desidero che tu insegni a un Cucciolo che ti faro conoscere tutto quello che sai, e tutto quello che potrai imparare, sulla storia del Primitivo. Nel frattempo, tu sarai anche il mio Tecnico personale. Comincerai tra qualche giorno. Accetti?»
Se lui accettava? La domanda aveva sbalordito Harlan. Avere la possibilita di imparare tutto cio che era possibile scoprire sul periodo che precedeva l'Eternita… averne la possibilita, con tanto di permesso ufficiale, anzi, di incoraggiamento ufficiale!… Poter lavorare alle dirette dipendenze del piu grande Eterno che fosse mai esistito!… Di fronte a queste prospettive, perfino la condizione sgradevole del Tecnico pareva sopportabile.
La sua prudenza, pero, non lo aveva completamente abbandonato. Aveva detto infatti, in tono incerto:
«Se questo e necessario per il bene dell'Eternita, signore…»
«Per il bene dell'Eternita?» aveva esclamato il vecchio Calcolatore dalla faccia da gnomo, con improvvisa foga. Aveva gettato via la sigaretta con tanta energia da farla sbattere contro la parete opposta, seminando una pioggia di scintille. «Ho bisogno di te perche l'Eternita possa esistere!»
Capitolo Terzo: Cucciolo
Harlan era stato trasferito nel 575° gia da diverse settimane, quando gli era stato presentato Brinsley Sheridan Cooper.
Aveva avuto modo di abituarsi al nuovo ambiente, all'igiene del vetro e della porcellana; aveva imparato a portare il distintivo di Tecnico con disinvoltura, senza ricorrere agli espedienti di celare il distintivo stando appoggiato in un certo modo a una parete, o tenendo un oggetto sollevato danti a esso… questi espedienti avrebbero solo peggiorato le cose.
Aveva scoperto che gli altri sorridevano sdegnosamente a questi espedienti, e il loro atteggiamento freddo si faceva ostile, come se avessero sospettato di trovarsi di fronte a un tentativo di conquistarsi la loro amicizia con l'inganno.
Quotidianamente, il Calcolatore Anziano Twissell gli sottoponeva dei problemi. Harlan li studiava e compilava le sue analisi scrivendo e riscrivendo i suoi elaborati, almeno per quattro volte, e consegnando sempre l'ultima versione con una certa riluttanza, malgrado il lavoro accurato svolto.
Twissell li valutava, annuiva, e diceva:
«Bene, bene…» Poi i suoi occhi azzurri scrutavano Harlan, con un guizzo improvviso, e il suo perpetuo sorriso si faceva piu freddo, ed egli aggiungeva, «Controllero questa supposizione sul Computaplex.»
Chiamava sempre le sue analisi «supposizioni». Non rivelavano mai ad Harlan il risultato del controllo compiuto sul Computaplex, e Harlan non osava mai chiedergli notizie. Harlan era irritato, perche non gli veniva mai chiesto di mettere in atto una delle sue analisi. Questo significava forse che il Computaplex non effettuava il controllo, che lui aveva scelto l'elemento sbagliato per indurre il Mutamento di Realta, che non aveva la capacita di distinguere il Minimo Mutamento Necessario tra quelli indicati? (Era stato solo molto piu tardi che la sua esperienza e la sua sicurezza erano cresciute al punto da permettergli di usare con fredda disinvoltura la sigla M.M.N.)
Un giorno Twissell era entrato con un individuo dall'aria timorosa, che non osava neppure alzare la faccia per guardare negli occhi Harlan.
«Tecnico Harlan, questo e il Cucciolo B. S. Cooper,» aveva detto Twissell.
«Salve,» aveva detto automaticamente Harlan, squadrando l'individuo, senza riportarne un'impressione troppo favorevole: piuttosto piccolo, con gli occhi sbiaditi, le orecchie a sventola, e le unghie rosicchiate.
Twissell aveva aggiunto:
«Questo e il ragazzo al quale dovrai insegnare la storia del Primitivo.»
«Per il Grande Tempo!» aveva esclamato Harlan, il cui interesse si era improvvisamente risvegliato. «Salve!» Aveva quasi dimenticato l'incarico che Twissell gli aveva proposto.
«Prepara l'orario che piu ti sara comodo, Harlan. Se riuscirai a trovare due pomeriggi alla settimana per le lezioni, credo che andra bene. Usa il metodo d'insegnamento che piu riterrai opportuno. Affido a te i particolari. Se avrai bisogno di libri-film o di vecchi documenti, rivolgiti a me, e se esistono nell'Eternita o in un punto del Tempo che noi possiamo raggiungere, li troveremo. D'accordo?»
Twissell aveva fatto scaturire una sigaretta dal nulla (o almeno, aveva dato come sempre questa impressione) e l'aria si era impregnata dell'odore di fumo. Harlan si era messo a tossire, notando, dal modo in cui il Cucciolo aveva stretto le labbra, che egli avrebbe tossito a sua volta, se avesse osato.
Quando Twissell se ne era andato, Harlan si era rivolto al Cucciolo:
«Be', siediti…» aveva avuto un attimo di esitazione, per poi aggiungere, in tono deciso, «Siediti, figliolo. Il mio ufficio non e gran cosa, ma quando saremo insieme e «tua disposizione.»
Harlan si era sentito invadere dall'entusiasmo. Quel progetto era suo! la storia del Primitivo era qualcosa che gli apparteneva.
Il Cucciolo aveva alzato il capo, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi per la prima volta, e aveva detto, in tono esitante:
«Voi siete un Tecnico!»
Buona parte dell'entusiasmo e del calore di Harlan erano svaniti.
«E con questo?»
«Niente. Solo che…»
«Solo che hai sentito che il Calcolatore Twissell si rivolgeva a me chiamandomi Tecnico, vero?»
«Si, signore.»
«Pensavi che si fosse sbagliato? Che sia una cosa troppo brutta per essere vera?»
«No, signore.»
«Ma proprio non sei capace di parlare?» aveva chiesto Harlan, brutalmente, e subito si era vergognato delle sue parole.
Cooper era diventato rosso come un pomodoro.
«Non me la cavo molto bene con l'Intertemporale.»
«Perche? Da quanto tempo sei Cucciolo?»
«Da meno di un anno, signore.»
«Un anno? Ma quanti anni hai, per l'amor del Tempo?»
«Ventiquattro fisioanni, signore.»
Queste parole avevano fatto trasalire Harlan.
«Stai cercando di dirmi che ti hanno introdotto nell'Eternita a ventitre anni?»