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Tuttavia quella notte Harlan aveva passato ore e ore d'insonnia piena d'angoscia, e quando alla fine la stanchezza lo aveva fatto sprofondare in una sonnolenza inquieta, aveva fatto una cosa che non aveva fatto da molti anni.

Aveva sognato sua madre.

Malgrado la debolezza provata all'inizio, era bastato un fisioanno per rendere famoso Harlan in tutta l'Eternita come «Il Tecnico di Twissell» e, con una pesante sfumatura di velenosa ironia, «Il Bambino Prodigio» e «L'infallibile».

I suoi rapporti con Cooper erano diventati quasi cordiali. Non era nata una vera e propria amicizia (se Cooper avesse tentato di impostare i loro rapporti in termini piu amichevoli, Harlan forse non avrebbe saputo come comportarsi): tuttavia avevano lavorato bene insieme, e l'interesse di Cooper per la storia del Primitivo era cresciuto, fino al punto di uguagliare quasi quello di Harlan.

Un giorno, Harlan aveva detto a Cooper:

«Ascolta, Cooper, potresti rimandare a domani? Questa settimana devo andare nel 3000° per controllare una Osservazione, e la persona che voglio incontrare e libera oggi pomeriggio.»

Gli occhi di Cooper si erano illuminati di speranza.

«Non potrei venire anch'io?»

«Ti piacerebbe?»

«Certo. Non sono mai salito su un cronoscafo, se non quando mi hanno portato qui dal 78°, e allora non capivo nulla di quanto stava succedendo.»

Harlan aveva preso l'abitudine di servirsi del cronoscafo della Gabbia C, che era tradizionalmente riservato ai Tecnici in tutta la sua incommensurabile estensione attraverso i Secoli. Cooper non aveva mostrato alcun imbarazzo, nel farsi condurre la. Era salito a bordo del cronoscafo senza esitazione, e aveva preso posto tranquillamente sul sedile che seguiva la circonferenza del cronoscafo.

Quando pero Harlan aveva attivato il Campo, e aveva messo in moto il cronoscafo lungo il corso del Tempo, l'espressione di Cooper era stata una comica mescolanza di delusione e sorpresa.

«Non sento niente,» aveva detto. «E qualche guasto?»

«Nessun guasto. Non senti perche non ti stai realte muovendo. Sei solo proiettato lungo l'estensione temporale del cronoscafo. In questo stesso momento, infatti,» aveva proseguito Harlan, in tono didattico, «Noi due, malgrado le apparenze possano indurti a pensare il contrario, non siamo materiali. Cento altri uomini potrebbero servirsi di questo stesso cronoscafo, muovendosi (se cosi si puo dire) a diverse velocita in tutte e due le direzioni del Tempo, attraversandosi a vicenda, in successione continua. Le leggi dell'universo normale, semplicemente, non si applicano alle gabbie dei cronoscafi!»

Le labbra di Cooper si erano lievemente incurvate, in quella che era parsa l'ombra di un sorriso, e Harlan aveva pensato, nervosamente: Questo ragazzo segue un corso d'ingegneria temporale, quindi deve saperne piu di me sull'argomento. Perche non sto zitto, e la smetto di fare la figura dello stupido?

Si era chiuso in un dignitoso silenzio, continuando a fissare Cooper, i cui baffi erano diventati folti e spioventi, negli ultimi mesi, e gli incorniciavano la bocca nella foggia che gli Eterni definivano 'alla Mallansohn', poiche l'unica fotografia autentica dell'inventore del Campo Temporale (una fotografia sfocata e malriuscita) lo mostrava con un paio di baffi di quel tipo. Per questo motivo, molti Eterni continuavano a coltivare dei 'baffi alla Mallansohn', anche se i risultati erano sempre piuttosto antiestetici.

Cooper aveva fissato, come ipnotizzato, lo schermo con i numeri dei Secoli, uno scorrere rapido che indicava il passaggio del tempo rispetto ai due viaggiatori.

«Fin dove arriva il cronoscafo, lungo il corso del tempo?» aveva domandato a un certo punto Cooper.

«Non te l'hanno spiegato?»

«Hanno a malapena menzionato i cronoscafi.»

Harlan aveva scrollato le spalle.

«L'Eternita non ha fine. Il cronoscafo continua per sempre.»

«Voi fin dove siete arrivato?»

«Questo di oggi e il punto piu avanzato, per me. Il dottor Twissel e arrivato fino al 50.000°.»

«Grande Tempo!» aveva bisbigliato Cooper.

«Non e ancora niente. Alcuni Eterni sono stati ancora piu avanti del 150.000° Secolo.»

«E lassu com'era?»

«Non te lo aspetteresti,» aveva detto Harlan, cupamente. «C'e vita, ma non vita umana. L'Uomo se ne e andato.»

«Estinto? Sterminato?»

«Non credo che nessuno lo sappia, con esattezza.»

«Non si puo fare niente per cambiarlo?»

«Be', dal 70.000° in avanti…» aveva cominciato a dire Harlan, e poi si era interrotto, bruscamente. «Oh, che il Tempo se lo porti. Cambiamo argomento.»

Se in tutta l'Eternita esisteva un argomento circondato da una specie di rispetto superstizioso, si trattava proprio dei 'Secoli Nascosti', il periodo che andava dal 70.000° al 150.000°. Era un argomento che veniva raramente menzionato. Solo la vicinanza e la collaborazione diretta con Twissell avevano permesso ad Harlan di scoprire qualcosa, su quel tema: e quello che Harlan aveva saputo non era stato molto. In pratica, il fatto era che gli Eterni non potevano passare nel Tempo normale in tutte quelle migliaia di Secoli. Le porte che separavano l'Eternita e il Tempo erano impenetrabili. Il perche, nessuno lo sapeva.

Grazie ad alcune frasi sfuggite casualmente a Twissel, Harlan aveva sospettato che fossero stati tentati dei Mutamenti di Realta nei Secoli intorno al 70.000°, ma senza adeguate Osservazioni al di la della barriera del 70.000° sarebbe stato impossibile ottenere risultati di qualche importanza.

In una precedente occasione, Twissell aveva ridacchiato, dicendo:

«Riusciremo a passare, un giorno o l'altro. Nel frattempo, 70.000° Secoli sono un compito piu che sufficiente, per noi!…»

Ma quella frase non era parsa totalmente convincente, ad Harlan.

«Che ne e dell'Eternita, dopo il 150.000°?» aveva domandato Cooper.

Sospirando, Harlan si era convinto che l'altro non aveva alcuna intenzione di cambiare argomento.

«Niente,» aveva risposto. «Le Sezioni ci sono tutte, ma non ci sono Eterni a occuparle, dopo il 70.000°. Le Sezioni continuano per milioni di Secoli, fino a quando ogni forma di vita si e estinta sulla Terra, e oltre, fino a quando il Sole si trasforma in una nova, e ancora oltre. Non c'e fine all'Eternita. Per questo si chiama Eternita.»

«Allora il Sole si trasforma davvero in una nova

«Certamente. E se cosi non fosse, l'Eternita non potrebbe esistere. E Nova Sole che ci fornisce l'energia necessaria. Hai idea della quantita di energia occorrente a creare un Campo Temporale? Il primo Campo di Mallansohn era di due secondi, dal massimo inferiore al massimo superiore… un Campo di due soli secondi, grande a malapena per contenere una capocchia di fiammifero; e per creare questo Campo, fu necessaria tutta l'energia prodotta in una giornata da un impianto nucleare. Ci vollero piu di cento anni per creare un Campo Temporale sottile come un capello, esteso nel tempo quanto bastava per afferrare l'energia radiante della nova, e usarla per creare un Campo abbastanza grande da contenere un uomo.»

Cooper aveva sospirato.

«Come vorrei che finissero presto di insegnarmi equazioni e meccanica dei campi, per farmi imparare qualcosa di veramente interessante. Ah, se avessi vissuto ai tempi di Mallansohn…»

«Non avresti imparato niente. Mallansohn e vissuto nel 24°, ma l'Eternita e cominciata solo nel tardo 27°. Inventare il Campo e qualcosa di diverso dal costruire l'Eternita, e tutti gli altri uomini del 24° non avevano la minima idea del significato e della portata dell'invenzione di Mallansohn.»