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Cooper si era affrettato a dichiarare la propria ignoranza.

Harlan aveva proseguito, allora, con il tono didattico che spesso aveva assunto in circostanze analoghe.

«Possiamo dedurre che si trattasse di una piccola sfera di tipo imprecisato, dalla natura dei casuali riferimenti che troviamo piu avanti. Sappiamo che viene usata in un gioco, se non altro perche se ne parla in una sezione che ha come titolo generale 'Sport'. Possiamo dedurre anche altri fatti… a esempio, che essa venga colpita da un lungo bastone, e che lo scopo del gioco sia quello di mandarla in una buca nel terreno. Ma perche preoccuparci di deduzioni e complessi ragionamenti? Osserva questo annuncio pubblicitario! Il suo proposito e semplicemente quello d'indurre i lettori a comprare la palla, ma a questo scopo ci viene fornita una perfetta, soddisfacente immagine di un esemplare, con una sezione che ci mostra la sua struttura interna.»

Cooper, venuto da un Secolo nel quale la pubblicita non aveva proliferato come negli ultimi Secoli del Primitivo, aveva faticato a comprendere l'importanza della cosa. Aveva detto:

«Non e piuttosto disgustoso notare come questa gente si vantasse delle proprie cose? Chi puo essere cosi sciocco da credere agli elogi fatti da una persona interessata e dedicati al prodotto dal quale intende trarre un guadagno? Potrebbe mai ammetterne dei difetti? Potrebbe mai arrestarsi di fronte alle piu evidenti esagerazioni?»

Harlan, il cui Secolo natale aveva conosciuto una fiorente industria della pubblicita, aveva inarcato le sopracciglia, con aria tollerante, e si era limitato a dire:

«Devi semplicemente accettare il fatto. Era il loro sistema, e noi non discutiamo mai gli usi e costumi di un'epoca, a meno che non producano un danno rilevante sul genere umano nella sua totalita.»

Poi la mente di Harlan era ritornata alla sua situazione contingente, ed egli era ritornato al presente, con gli occhi fissi sull'annuncio pubblicitario dell'automobile sulla vecchia rivista. Si era domandato, pervaso da un'improvvisa eccitazione: Quei pensieri che mi hanno attraversato la mente erano cosi irrilevanti? O stavo semplicemente cercando, sia pure in maniera tortuosa, un sistema per uscire dalle tenebre, e ritornare da Noys?

Pubblicita! Un sistema per costringere i riottosi ad allinearsi. A un costruttore di automobili poteva importare l'intenzione originale del possibile cliente, il desiderio sincero e spontaneo per i suoi prodotti? Se il possibile cliente (era questa la parola giusta!) poteva essere indotto con la persuasione o con altri metodi occulti o palesi a desiderare il prodotto offerto, non aveva alcuna importanza il suo desiderio originario! Questa era stata la filosofia dell'epoca, e la filosofia della pubblicita.

Dunque, che importanza poteva avere, per lui, il fatto che Noys lo avesse amato per passione o per calcolo? Aveva pensato, in quel momento, alla piu semplice tra le risposte. Se lui avesse potuto rimanere con lei per il tempo sufficiente, lei avrebbe cominciato ad amarlo. Avrebbe fatto in modo che lei imparasse ad amarlo, e, alla fine, quello che aveva importanza era l'amore, e non le sue motivazioni. In quel momento, Harlan aveva provato il desiderio di poter leggere qualcuno dei romanzi Temporali che Finge aveva menzionato con tanto disprezzo.

Harlan aveva stretto i pugni, perche un pensiero improvviso gli aveva attraversato la mente. Se Noys aveva scelto lui, Harlan, per ottenere l'immortalita, se era stato questo il motivo che l'aveva indotta a fare all'amore con lui, il significato era uno solo: lei non aveva ancora fatto cio che aveva ritenuto necessario per assicurarsi la vita eterna. Non aveva fatto all'amore con nessun Eterno, prima di Harlan. E questo aveva un solo significato: la sua relazione con Finge era stata soltanto la normale relazione tra una segretaria e il suo principale. Altrimenti, non avrebbe avuto alcun bisogno di Harlan.

Tuttavia, Finge doveva avere tentato… certamente aveva tentato… (Harlan non era riuscito a completare quel pensiero, neppure nell'angolo piu segreto della sua mente.) Finge avrebbe potuto dimostrare l'esistenza della superstizione servendosi della propria persona. Quel pensiero doveva essergli passato per la mente… sarebbe stato impossibile il contrario, con la continua, provocante presenza di Noys, che aveva costituito una perenne tentazione. Percio, lei doveva avere rifiutato le attenzioni del Calcolatore.

Cosi Finge era stato costretto a servirsi di Harlan, e Harlan era riuscito. Ed era stato per quel motivo che Finge, spinto dalla gelosia, aveva provato la necessita di torturare Harlan con quelle insinuazioni… Era stato per questo che Finge aveva spiegato al Tecnico che i motivi di Noys erano stati pratici, e che in una Realta diversa Noys non avrebbe piu voluto saperne di lui.

Eppure Noys aveva rifiutato di cedere a Finge, anche con la vita eterna in palio, e aveva accettato Harlan. Aveva avuto questa scelta, e aveva scelto Harlan. Cosi non si era trattato esclusivamente di un calcolo. Anche il sentimento aveva avuto una parte nella decisione.

I pensieri di Harlan si erano fatti confusi e disordinati, caotici e turbinosi, e il Tecnico aveva sentito aumentare in lui la determinazione e l'entusiasmo.

Lui doveva averla, e subito, aveva pensato. Prima di qualsiasi Mutamento di Realta. Che cosa gli aveva detto Finge, beffardo… Peccato che il presente non possa durare, neppure nell'Eternita?

Ma era proprio cosi? Era proprio cosi? si era domandato Harlan.

In quel momento, il Tecnico aveva capito che cosa avrebbe dovuto fare. Le pesanti, meschine provocazioni di Finge lo avevano gettato in uno stato mentale nel quale era gia stato preparato al delitto, e le ultime parole di scherno del Calcolatore gli avevano ispirato, per lo meno, la natura del delitto che avrebbe dovuto commettere.

Dopo avere preso la decisione, non aveva sprecato un solo secondo. Era stato con gioia, e con eccitazione, che Harlan era uscito dalle sue stanze, quasi di corsa, per commettere uno dei massimi delitti possibili contro l'Eternita.

Capitolo Ottavo: Il Delitto

Nessuno gli aveva rivolto domande. Nessuno lo aveva fermato. Nell'isolamento sociale di un Tecnico, per lo meno, c'era quel vantaggio. Aveva usato il corridoio dei cronoscafi per raggiungere una porta sul Tempo, e subito aveva regolato i comandi. C'era stata la possibilita che qualcuno fosse giunto nello stesso momento, per qualche missione legittima, e si fosse domandato per quale motivo la porta fosse stata in funzione. Aveva esitato, e poi aveva deciso di lasciare il proprio sigillo sui comandi. Una porta sigillata avrebbe attirato scarsa attenzione. Una porta priva di sigillo in funzione avrebbe causato sorpresa e meraviglia.

Naturalmente, era esistita la possibilita che lo stesso Finge si fosse presentato davanti a quella porta. Ma si era trattato di un rischio inevitabile, da correre.

Aveva trovato Noys come l'aveva lasciata. Erano passate delle ore maledette (delle fisioore, naturalmente!) dal momento in cui Harlan aveva lasciato il 482° per rientrare in una solitaria Eternita, ma lui era ritornato nello stesso Tempo, pochi secondi dopo il momento in cui se ne era andato. Aveva trovato Noys nella stessa posizione, nello stesso atteggiamento.

Lei lo aveva fissato, sorpresa:

«Hai dimenticato qualcosa, Andrew?»

Harlan l'aveva guardata con infinito desiderio, ma non aveva cercato di toccarla. Aveva ricordato le parole di Finge, e non aveva voluto correre il rischio di scontrarsi con un rifiuto. Le aveva detto, rigidamente:

«Devi fare quello che ti dico.»

«C'e qualcosa che non va, allora? Sei appena andato via. Sei andato via in questo preciso istante.»

«Non ti preoccupare,» aveva detto Harlan. Avrebbe voluto prenderle la mano e confortarla, ma non gli era stato possibile. Le aveva parlato invece in tono secco, duro, come se un oscuro demone lo avesse costretto a comportarsi sempre nella maniera sbagliata. Perche era ritornato nel primo istante accessibile, dopo quello della partenza? L'aveva turbata, con quel ritorno immediato dopo il commiato.