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«Le matrici dei Campi Temporali, e cosi via, vero?»

Cooper era lievemente arrossito, poi aveva osservato i volumi della libreria di Harlan, e aveva detto:

«Torniamo al Primitivo. Ho qualche domanda.»

«A che proposito?»

«Della vita nelle citta del 23°. In particolare Los Angeles.»

«Perche proprio Los Angeles?»

«E una citta interessante. Non vi pare?»

«Si, e vero, ma perche non vediamo il 21°? Nel 21° e stata al culmine della sua grandezza.»

«Oh, proviamo il 23°!»

«Perche no?» aveva detto allora Harlan.

La sua espressione era rimasta impenetrabile, ma si era trattato solo di una maschera. Interiormente, Harlan era stato eccitatissimo. Le sue ipotesi, la sua grande intuizione, si erano trasformate in qualcosa di piu di ipotesi e di intuizioni. I pezzi del rompicapo avevano cominciato ad assumere ciascuno il proprio posto.

Quarta fase: ricerche. Ricerche su due binari.

Prima di tutto, per se. Ogni giorno, con estrema attenzione, aveva osservato i rapporti sulla scrivania di Twissell. I rapporti avevano riguardato i numerosi Mutamenti di Realta in programma o ancora a livello di suggerimento. Twissell ne riceveva regolarmente una copia, poiche faceva parte del Consiglio d'Ogniquando, e Harlan aveva saputo fin dai primi tempi che il vecchio non trascurava mai un solo rapporto. E a sua volta, Harlan non ne aveva trascurato alcuno. Per prima cosa, aveva cercato l'imminente Mutamento nel 482°. Poi si era messo alla ricerca di altri Mutamenti, qualsiasi altro Mutamento… alla ricerca di un errore, di un'imperfezione, di qualcosa che si discostasse dalla perfezione assoluta, e che il suo occhio esperto di Tecnico avrebbe potuto notare.

In senso stretto, quei rapporti non erano stati a disposizione di Harlan per i suoi studi, ma in quei giorni Twissell si era trovato raramente nel suo ufficio, e nessun altro avrebbe osato interferire nel lavoro del Tecnico personale del Calcolatore Anziano.

Questa era stata la prima parte delle sue ricerche. La seconda parte si era svolta nella biblioteca della Sezione del 575°.

Per la prima volta, Harlan aveva abbandonato le sezioni della biblioteca che, precedentemente, avevano assorbito tutta la sua attenzione. In passato aveva visitato spesso la sezione di Storia del Primitivo (una Sezione molto povera, tanto che la maggior parte dei suoi appunti e del materiale accumulato veniva dal 3° millennio, com'era naturale); con meticolosita ancora maggiore, aveva esaminato tutta la documentazione sui Mutamenti di Realta, dalla teoria alla tecnica e alla storia; nel 575° aveva trovato una collezione eccellente (la migliore dell'Eternita, dopo quella della Biblioteca Centrale, grazie a Twissell,) e se ne era appropriato.

Ma in quella sua nuova ricerca, Harlan si era aggirato tra gli altri scaffali gremiti di microfilm. Per la prima volta, aveva Osservato (con il meticoloso, preciso lavoro di un vero Osservatore) gli scaffali dedicati al 575°: la geografia, che variava pochissimo da Realta a Realta, la sua storia, che variava assai di piu e la sua sociologia, che variava enormemente da Realta a Realta. Non si era trattato infatti dei libri o dei rapporti scritti sul Secolo da Eterni, Osservatori e Calcolatori (quelli li aveva conosciuti bene,) bensi dai Temporali stessi.

Aveva trovato le opere letterarie del 575°, che gli avevano ricordato le terribili discussioni che aveva udito a proposito dei valori dei Mutamenti alternativi. Quel capolavoro avrebbe dovuto essere modificato oppure no? In questo caso, come? Come avevano influito sulle opere d'arte i precedenti Mutamenti?

E c'era stata una domanda ancora piu basilare… era possibile raggiungere una definizione concorde sull'Arte? Era possibile ridurla a proporzioni matematiche, a chiare formule da inserire nelle macchine Calcolatrici?

Su questi argomenti, il maggiore antagonista di Twissell era un Calcolatore chiamato August Sennor. Harlan, spinto dalle roventi critiche fatte da Twissell sulla persona e sulle sue idee, aveva letto alcuni dei documenti di Sennor, e li aveva trovati sorprendenti.

Sennor chiedeva pubblicamente – e Harlan aveva trovato questa richiesta sconcertante – se per caso una nuova Realta non dovesse contenere una personalita analoga a quella di un uomo entrato nell'Eternita nel corso di una precedente Realta. Poi analizzava la possibilita che un Eterno incontrasse il suo analogo nel Tempo, sapendolo o non sapendolo, e ipotizzava sui risultati in entrambi i casi. (Questa analisi si avvicinava a una delle piu forti paure dell'Eternita, e Harlan, consultando l'opera, aveva rabbrividito e si era affrettato a passare oltre.) E inoltre, naturalmente, Sennor disquisiva con dovizia di particolari sul destino della letteratura e dell'arte in vari tipi e classificazioni di Mutamenti di Realta.

Twissell, naturalmente, non aveva voluto neppure parlare di queste cose.

«Se i valori dell'arte non possono essere calcolati,» aveva detto una volta, pervaso da una sorda collera nei confronti di Sennor, «A che serve discuterne?»

E la posizione di Twissell era condivisa dalla maggioranza del Consiglio d'Ogniquando; questo Harlan lo aveva saputo fin dai primi tempi.

E tuttavia, durante quella nuova ricerca, Harlan aveva indugiato davanti agli scaffali dedicati ai romanzi di Eric Linkollew, descritto unanimemente come il piu grande scrittore del 575°, e si era posto molte domande. Aveva contato quindici collezioni diverse di 'Opere Complete', ciascuna delle quali era stata indubbiamente presa da una differente Realta. Sicuramente ognuna era stata in qualche modo diversa dalle altre. Una raccolta, a esempio, gli era apparsa molti piu piccola delle altre. Aveva immaginato che centinaia di Sociologi avessero scritto interminabili analisi sulle differenze tra le raccolte, dal punto di vista del background culturale di ogni Realta guadagnandosi cosi una solida reputazione e un punteggio di merito apprezzabile.

Harlan si era spostato successivamente nell'ala della biblioteca dedicata alle scoperte e invenzioni delle diverse Realta del 575°. Molte invenzioni, naturalmente, erano state eliminate nel Tempo, ed erano rimaste intatte solo nell'Eternita, come testimonianza dell'ingegno umano. L'uomo doveva essere protetto dalla propria mente troppo fervida e geniale: questo era stato un assioma, nell'Eternita. Soprattutto per quanto riguardava la tecnica. Non passava un fisioanno senza che in qualche punto del Tempo la tecnica nucleare non prendesse una strada pericolosa, capace di condurre a un conflitto o all'autodistruzione; e in queste circostanze l'intervento dell'Eternita era pronto ed efficace.

Poi Harlan era ritornato nella biblioteca vera e propria, e aveva affrontato gli scaffali di matematica e di storia della matematica. Le sue dita avevano cercato tra le file e file di titoli, e dopo qualche tempo egli aveva selezionato una decina di libri-film, e aveva firmato il modulo di ritiro.

Quinta fase: Noys.

Era stata quella la parte davvero importante dell'interludio, e tutta la parte idilliaca.

Nelle sue ore di liberta, dopo avere salutato Cooper alla fine della lezione, quando generalmente avrebbe dovuto mangiare in solitudine, leggere in solitudine, dormire in solitudine, aspettare in solitudine il giorno successivo… in quelle ore, lui aveva preso la strada dei cronoscafi.

In quei momenti aveva ringraziato con tutto il cuore la societa degli Eterni, che aveva dato ai Tecnici una posizione cosi particolare. Il modo in cui tutti evitavano accuratamente i Tecnici si era trasformato in una fortuna incredibile, per lui. Mai, in tutti gli anni precedenti, Harlan avrebbe creduto di poter trovare cosi soddisfacente quello che era stato un peso e un marchio della sua Specialita.

Nessuno discuteva del suo diritto di salire su un cronoscafo, ne lo interrogava sulla sua destinazione e sui suoi scopi. E non c'erano occhi curiosi a seguirlo, ne mani amichevoli protese per aiutarlo, ne bocche loquaci disposte a discutere con lui.

Un Tecnico poteva andare dove voleva, e quando voleva.

E Harlan ne aveva approfittato.

Noys gli aveva detto, un giorno: