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Harlan penso amaramente alla barriera nel tempo, nel 100.000°.

«Da quel rapporto, e da quello che gia sapevo per mio conto, ho potuto dedurre molto facilmente quello che era accaduto.»

Harlan gli domando, improvvisamente:

«Immagino che Finge sospettasse di essere spiato da voi?»

«Puo darsi. Non ne sarei sorpreso.»

Harlan penso ai primi giorni passati con Finge, quando Twissell aveva cominciato a manifestare il suo insolito interesse per il giovane Osservatore. Finge non aveva saputo nulla del progetto Mallansohn, e l'interferenza di Twissell lo aveva interessato. «Avete mai conosciuto il Calcolatore Anziano Twissell?» gli aveva chiesto, un giorno, e, ripensandoci, Harlan ricordava esattamente il tono d'inquietudine della voce dell'uomo. Gia allora, probabilmente, Finge aveva sospettato che Harlan fosse lo strumento di Twissell. La sua ostilita e tutto il resto dovevano essere iniziati da allora.

«Cosi, se tu fossi venuto da me…» stava dicendo Twissell.

«Da voi esclamo Harlan. «E il Consiglio?»

«Di tutto il Consiglio, soltanto io sapevo.»

«Non avete mai detto loro niente?» Harlan cerco di assumere un tono ironico.

«Mai.»

Harlan si sentiva la testa in fiamme. Gli pareva di soffocare. Quell'incubo doveva continuare per sempre? Chiacchiere stupide, prive d'importanza. Perche? A quale scopo?

Perche l'Eternita non finiva? Perche la pace definitiva, pulita, della non-Realta non li copriva con il suo velo misericordioso? Grande Tempo, che cosa era successo?

«Non mi credi?» domando Twissell.

Harlan grido:

«E perche dovrei credervi? Sono venuti a osservarmi, no? A colazione? Perche avrebbero voluto osservarmi, se non fosse stato per il rapporto? Sono venuti a osservare lo strano fenomeno che aveva infranto le leggi dell'Eternita, ma che non poteva essere toccato ancora per un giorno. Ancora un giorno, e l'intero progetto sarebbe terminato. Sono venuti a godersi il trionfo che ormai era vicino.»

«Ragazzo mio, non potresti sbagliarti di piu. Volevano vederti solo perche anche i membri del Consiglio sono esseri umani. Esseri umani, capisci? Non potevano assistere alla partenza del cronoscafo, perche il memoriale Mallansohn non permetteva loro di entrare in scena. Non potevano parlare con Cooper, perche neppure di questo si parlava nel memoriale. Eppure volevano qualcosa. Padre Tempo, figliolo, non capisci che volevano qualcosa? Tu eri l'obiettivo piu vicino, l'unico alla loro portata, cosi hanno voluto vedere te.»

«Non vi credo.»

«E la verita.»

«Davvero?» domando Harlan. «La verita? E durante la colazione, il Consigliere Sennor ha parlato di un uomo che incontrava se stesso. Evidentemente, egli sapeva dei miei viaggi illegali nel 482°, e di come per poco non mi sia incontrato con me stesso. Era il suo metodo di pungolarmi, di divertirsi a mie spese.»

«Sennor?» domando Twissell. «Ti preoccupi di Sennor? Ma non capisci che e una figura patetica? Il suo tempo natale e l'803°, una delle poche civilta nelle quali il corpo umano viene deliberatamente sfigurato per soddisfare le esigenze estetiche del tempo. Viene reso completamente glabro fin dall'adolescenza.

«Non sai cosa significa questo, nella personalita di un uomo? Certamente lo sai. Una menomazione di questo tipo isola un uomo dai suoi antenati e dai suoi discendenti. Gli uomini dell'803° valgono poco come Eterni; sono troppo diversi dagli altri. Pochissimi sono i prescelti. Sennor e l'unico uomo del suo Secolo che abbia mai avuto posto nel Consiglio.

«Capisci in qual modo egli sia influenzato da questo fatto? Sicuramente sai che cosa voglia dire l'insicurezza. Hai mai pensato che anche un Consigliere potrebbe essere insicuro? Sennor e stato costretto ad ascoltare lunghe discussioni sulla possibilita di eliminare la sua Realta esattamente per la caratteristica che lo rende cosi diverso da noi. Eliminando la sua Realta, lui rimarrebbe uno dei pochissimi, in tutte le generazioni umane, a portare quel segno sul corpo. E un giorno questo accadra.

«Cosi, Sennor cerca rifugio nella filosofia. Cerca di compensare quella che ritiene una condizione d'inferiorita assumendo la guida di ogni conversazione, propugnando deliberatamente delle idee impopolari o inaccettabili. Il suo paradosso dell'uomo che incontra se stesso e il caso piu famoso. Ti ho gia detto che ha sempre predetto l'insuccesso del progetto; cosi parlando, lui cercava di disturbare noi del Consiglio, e non te. Quell'osservazione non aveva nulla a che fare con te. Nulla!»

Twissell si era riscaldato nella conversazione. Preso dalle sue parole, aveva apparentemente dimenticato la sua situazione, e la crisi nella quale si trovava, insieme a tutta l'Eternita, perche gradualmente era ritornato il vecchietto animato, dalla faccia da gnomo, dai movimenti nervosi e scattanti, che Harlan aveva imparato a conoscere cosi bene. Dalla borsa invisibile che teneva nella manica estrasse perfino una sigaretta, e la porto alle labbra; stava per accenderla, quando evidentemente ritorno al presente.

Allora si fermo, bruscamente, e guardo negli occhi Harlan, ritornando indietro, mentalmente, alle ultime parole pronunciate dal Tecnico. Pareva che solo in quel momento il loro significato fosse penetrato nella mente di Twissell.

«Cosa intendi dire?» esclamo. «Hai detto proprio di avere quasi incontrato te stesso?»

Harlan gli narro in breve l'incidente, e aggiunse:

«Non lo sapevate?»

«No.»

Ci fu un breve silenzio, un silenzio che Harlan accolse con gioia e sollievo. La sua mente febbrile era stanca di parole.

«E questo, allora? E se tu avessi davvero incontrato te stesso?»

«No, e andata come vi ho detto.»

Twissell ignoro la sua interruzione.

«C'e sempre posto per delle variazioni casuali. Con un infinito numero di Realta, il determinismo e un concetto privo di senso. Supponiamo che nella Realta di Mallansohn, nel precedente giro del circolo…»

«I circoli si succedono all'infinito?» domando Harlan, trovando in quella frase motivo di stupore… quel poco di emozione che ancora gli rimaneva.

«Tu pensi solo due volte? Pensi che due sia un numero magico? E una questione di infiniti giri di un circolo infinito di tempo fisiologico. Esattamente come tu puoi tracciare infinite volte un segno con la matita sulla circonferenza di un cerchio, e racchiudere sempre un'area finita. Nei precedenti giri del ciclo, tu non avevi incontrato te stesso. Questa volta, l'incertezza statistica delle cose ti ha reso possibile l'incontro. La Realta doveva Mutare, per impedire l'incontro, e nella nuova Realta tu non hai mandato Cooper nel 24°, ma…»

«Cosa sono tutte queste parole?» grido Harlan. «Cosa volete dimostrare? E finito tutto. E fatto. Lasciatemi in pace, adesso. Lasciatemi in pace!»

«Voglio che tu capisca di avere agito male. Voglio che tu capisca di avere fatto una cosa sbagliata.»

«Non e vero. E anche se cosi fosse, ormai e fatto!»

«Ma non e vero, invece. Ascolta… continua ad ascoltare, per un poco.» Twissell cercava di usare un tono gentile. Il dominio che il vecchio esercitava sui suoi nervi era ammirevole. «Avrai la tua ragazza. Te lo prometto, come gia te l'avevo promesso. Non le sara fatto alcun male. E anche tu non dovrai subire conseguenze. Te lo prometto. Hai la mia garanzia personale.»

Harlan sollevo il capo, lo fisso, con occhi spalancati e interrogativi.

«Ma ormai e troppo tardi. A che serve?»

«Non e troppo tardi. Le cose non sono irreparabili. Con il tuo aiuto, possiamo ancora riuscire. E io devo ottenere il tuo aiuto. Devi capire di avere agito male. E quello che io cerco di spiegarti. Devi provare il desiderio di rimediare a quanto hai fatto.»

Harlan si umetto le labbra aride, ma sentiva anche la lingua arida, e penso: E pazzo. La sua mente non puo accettare la verita… oppure il Consiglio sa qualcosa che io non so?