«Lo troverai. L'Eternita esiste, si o no? E finche esiste, noi sappiamo di essere sulla pista giusta. Dimmi, puoi ricordare qualche annuncio pubblicitario del genere, notato durante il tuo lavoro con Cooper… qualcosa che ti abbia colpito in modo particolare, perche strano, vagamente anacronistico o sbagliato?»
«No.»
«Non voglio una risposta cosi rapida. Pensaci per cinque minuti.»
«Inutile. Quando io consultavo le riviste con Cooper, lui non era ancora stato nel 20°.»
«Per favore, ragazzo, usa il cervello! L'avere inviato Cooper nel 20° ha prodotto un'alterazione. Non e avvenuto un Mutamento; quindi l'alterazione non e irreversibile. Ma ci sono stati dei piccoli mutamenti con la 'm' minuscola, o micro-mutamenti, come li definiamo usualmente nei Calcoli. Nell'istante in cui Cooper e stato mandato nel 20°, l'annuncio pubblicitario e apparso nel numero appropriato della rivista. La tua Realta ha subito un micro-mutamento nel senso che tu avresti potuto osservare la pagina con quell'annuncio, invece che quella pagina senza l'annuncio, come avrebbe potuto essere nella precedente Realta. Hai capito?»
Harlan ricominciava a smarrirsi nel dedalo dei paradossi, e il modo in cui Twissell si addentrava nella giungla della logica temporale lo rendeva nervoso e gli dava un senso acuto di disagio. Scosse il capo, perplesso.
«Non ricordo niente del genere.»
«Be', allora… dove tieni gli archivi nei quali conservi quelle riviste?»
«Mi ero fatto costruire una libreria speciale, al Livello Due, servendomi dei permessi speciali ottenuti per l'istruzione di Cooper.»
«Ottimo,» disse Twissell. «Andiamo, allora. Subito!»
Harlan noto che Twissell osservava con curiosita i vecchi volumi rilegati che occupavano la libreria, prendendone finalmente in mano uno. Erano cosi vecchi, che la fragile carta aveva dovuto essere preservata con metodi speciali, e ciononostante i fogli frusciarono e scricchiolarono pericolosamente, sotto il tocco inesperto del Calcolatore.
Harlan strinse le labbra. In un momento migliore, avrebbe ordinato a Twissell di non toccare i volumi… Calcolatore Anziano o non Calcolatore Anziano.
Il vecchio osservo per qualche istante le vecchie pagine rugose, e cerco di pronunciare le parole arcaiche.
«E questo l'inglese di cui parlano sempre i linguisti, vero?» domando, puntando il dito su una pagina.
«Si, e inglese,» disse Harlan.
Twissell rimise il volume al suo posto.
«Goffo e pesante.»
Harlan si strinse nelle spalle. Certo, quasi tutti i Secoli dell'Eternita erano orientati sull'uso dei film. Una rispettabile minoranza era orientata sulle registrazioni molecolari. Tuttavia, la carta e la stampa non erano cose tanto rare da riuscire incomprensibili.
«I libri non richiedono l'investimento tecnologico dei film,» disse.
«Certo,» rispose Twissell, passandosi una mano sul mento. «Va bene, cominciamo?»
Prese un altro volume dallo scaffale, aprendolo a caso e osservando la pagina con espressione intenta.
Harlan penso: Spera forse di raggiungere la soluzione con un colpo di fortuna?
Il pensiero doveva essere stato giusto, perche Twissell noto lo sguardo di Harlan, arrossi, e ripose il volume nello scaffale.
Harlan prese il primo volume del 19,25° Centesimo di Secolo, e comincio a sfogliare ordinatamente le pagine. Solo la sua mano destra e i suoi occhi si muovevano. Il resto del suo corpo rimaneva rigido, in attesa.
A intervalli, che parevano di millenni, Harlan borbottava qualcosa, si alzava, riponeva il volume gia consultato, e ne prendeva un altro. In queste occasioni, c'era una pausa per bere un caffe o per mangiare qualcosa o per riposare un attimo.
Con voce stanca, Harlan disse:
«E inutile che restiate qui.»
«Ti do fastidio?» domando Twissell.
«No.»
«Allora rimango,» borbotto Twissell. Di quando in quando si alzava, osservava i volumi, ne apriva uno a caso, osservava con aria impotente le rilegature. Le scintille della sua sigaretta, fumata quasi con rabbia, a volte gli scottavano le dita, ma il vecchio non vi faceva caso.
E cosi passo un giorno fisiologico.
Il sonno fu breve e irregolare. A meta mattina, tra un volume e l'altro, Twissell indugio, prima di finire il caffe, e disse:
«Mi chiedo a volte per quale motivo non abbia rinunciato alla mia carriera di Calcolatore, dopo la faccenda del… be', lo sai gia.»
Harlan annui.
«Sai, volevo farlo,» continuo il vecchio. «Volevo farlo. Per lunghi mesi fisiologici, ho sperato rabbiosamente di non dovermi piu occupare di nessun Mutamento. Era diventata un'ossessione morbosa, per me; avevo cominciato a domandarmi se per caso i Mutamenti non fossero un tragico errore. Come sono strane le emozioni… ti fanno degli scherzi bizzarri, a volte.»
Il vecchio esito ancora per un momento, poi continuo:
«Tu conosci la storia del Primitivo, Harlan. Sai com'era. La sua Realta scorreva ciecamente lungo la linea della massima probabilita. Se quella massima probabilita contemplava un'epidemia, o dieci Secoli di economia basata sullo schiavismo, o un crollo tecnologico, o perfino… o perfino… vediamo, cosa potrebbe esserci di veramente tragico?… si, perfino una guerra nucleare, se allora fosse stata possibile una cosa simile, ebbene, per il Tempo… accadeva. Non c'era nulla a impedirlo.
«Ma dove l'Eternita esiste, tutto questo e stato fermato. Dal 28° in su, cose simili non accadono. Padre Tempo, abbiamo sollevato la nostra Realta a un livello di benessere superiore ai sogni piu audaci del Primitivo; a un livello che, se non ci fosse stato l'intervento dell'Eternita, sarebbe stato a un grado di probabilita minimo.»
Harlan penso, nervosamente: Che cosa cerca di fare? Vuole che lavori piu sodo? Sto gia facendo del mio meglio!
«Se perdiamo questa opportunita, ora,» disse Twissell, «L'Eternita svanira, probabilmente in tutto il tempo fisiologico. E in un solo, immenso Mutamento, la Realta ritornera alla massima probabilita che, ne sono certo, comprende la guerra atomica e la fine dell'umanita.»
«Sara meglio passare al prossimo volume,» disse Harlan.
All'intervallo successivo, Twissell disse, nervoso:
«C'e tanto da fare; non esiste un sistema piu rapido?»
«Ditemelo voi,» esclamo Harlan. A me sembra che l'unico sistema sia quello di guardare le pagine una per una, senza trascurarne nessuna. E guardare tutti i particolari Come potrei fare piu in fretta?»
Metodicamente, continuo a sfogliare le pagine.
«Alla fine,» disse Harlan, «La stampa si annebbia, e questo significa che e il momento di dormire un poco.»
E cosi fini il secondo giorno fisiologico.
Alle 10 e 22 del mattino, Fisiotempo Standard, del terzo giorno fisiologico della ricerca, Harlan sfoglio un'altra pagina, guardo la successiva, e disse, con sommessa meraviglia:
«Eccolo.»
Twissell non riusci ad assorbire quell'affermazione. Domando:
«Che cosa?»
Harlan sollevo il capo, e l'espressione di stupore era ben chiara sul suo volto.
«Sapete… non ci credevo. Per il Tempo, non ci ho mai creduto davvero, anche quando mi stavate interrogando su tutti quei particolari e su quelle teorie che riguardavano annunci pubblicitari e riviste.»
Ora Twissell aveva assorbito le parole dell'altro.
«L'hai trovato!»
Balzo verso il volume che Harlan stringeva in mano, protendendo le vecchie dita tremanti.
Harlan scosto il volume, e lo chiuse.
«Un momento. Voi non lo trovereste, anche se vi mostrassi la pagina.»
«Che cosa stai facendo?» domando Twissell. «Adesso l'hai perduto!»
«Non l'ho perduto. So dov'e. Ma prima…»
«Prima cosa?…»
Harlan disse, lentamente:
«Rimane un punto da chiarire, Calcolatore Twissell. Mi avete detto che io posso avere Noys. Portatemela, allora. Fatemela vedere.»
Twissell spalanco gli occhi, e guardo Harlan, visibilmente smarrito.
«Stai scherzando?»