«No,» disse Harlan, seccamente. «Non sto scherzando. Mi avete assicurato che avreste fatto in modo di… un momento, siete voi che state scherzando! Noys e io dobbiamo essere insieme. Me l'avevate promesso!»
«Ma certo. Questa situazione e a posto.»
«E allora fatemela vedere, viva, sana e salva.»
«Ma non ti capisco! Non l'ho certamente io… ne io, ne nessun altro. Si trova ancora nella Sezione del lontano futuro, dove e stata segnalata dal rapporto di Finge. Nessuno l'ha toccata. Grande Tempo, ti ho gia detto che era al sicuro.»
Harlan guardo il vecchio, e avverti una certa tensione, che si andava formando dentro di lui. Disse, cercando di mantenere la calma:
«Voi state giocando con le parole. Va bene, si trova nel lontano futuro, ma questo a che cosa mi serve? Togliete la barriera nel 100.000°, se volete mantenere i patti!»
«La che cosa?»
«La barriera. Il cronoscafo non puo superarla.»
«Non mi hai mai detto niente a questo proposito,» grido Twissell, con gli occhi dilatati.
«No?» disse Harlan, sorpreso. Era vero? Ci aveva continuamente pensato… non aveva mai pronunciato una sola parola sulla barriera? Non riusciva a ricordare… Ma poi il suo atteggiamento si fece piu rigido. «Va bene,» disse. «Ve lo dico adesso. Togliete la barriera.»
«Ma e una cosa impossibile! Una barriera che impedisce il passaggio del cronoscafo? Una barriera temporale?»
«State cercando di dirmi che non siete stato voi a erigerla?»
«Non sono stato io. Per il Tempo, lo giuro!»
«Allora… allora…» Harlan impallidi. «Allora e stato il Consiglio! Loro sanno tutto, e hanno agito indipendentemente da voi, e… e per tutto il Tempo e per tutte le Realta, potranno chiedere in ginocchio il mio aiuto, per recuperare il loro Mallansohn e la loro Eternita, ma da me non avranno niente, capite, niente!»
«Aspetta. Aspetta.» Twissell afferro disperatamente il braccio di Harlan. «Cerca di controllarti. Rifletti, figliolo, rifletti. Il Consiglio non ha eretto nessuna barriera.»
«La barriera c'e.»
«Ma nessun membro del Consiglio puo avere creato una barriera nel tempo! Nessuno puo averlo fatto! Si tratta di una cosa teoricamente impossibile!»
«Voi non sapete tutto. La barriera c'e.»
«Io so molte piu cose di qualsiasi altro membro del Consiglio, e ti dico che la cosa e impossibile.»
«E invece c'e.»
«Ma allora… se quanto mi dici e vero…»
E finalmente Harlan riusci a riprendere il controllo di se stesso, almeno quanto era sufficiente per notare lo spaventoso, abietto terrore che era apparso negli occhi di Twissell; un terrore che non aveva visto negli occhi del Calcolatore Anziano neppure quando egli aveva appreso che Cooper era stato mandato nel Secolo sbagliato, e che la distruzione dell'Eternita era stata vicina.
Capitolo Sedicesimo: I Secoli Nascosti
Andrew Harlan osservo gli uomini al lavoro con espressione distratta. Quegli uomini lo ignoravano cortesemente, perche lui era un Tecnico. Generalmente, sarebbero stati soltanto degli addetti alla Manutenzione. Ma ora Harlan li osservava e, nella sua disperazione, riusciva perfino a invidiarli.
Erano componenti della squadra della Sezione del Trasporto Intertemporale, e indossavano uniformi grige con l'emblema che rappresentava una freccia a due punte, rossa su campo nero. Si servivano di complicate apparecchiature a campo di energia, per controllare i motori dei cronoscafi e il grado di iper-scorrimento che esisteva lungo le gabbie. Harlan immaginava che essi sapessero ben poco delle teorie d'ingegneria temporale, ma era evidente che essi possedevano una perfetta conoscenza pratica sull'argomento.
Da Cucciolo, Harlan non aveva saputo molto sugli addetti alla Manutenzione. O meglio, non aveva mai provato il desiderio di approfondire le sue conoscenze sull'argomento. I Cuccioli che non riuscivano a qualificarsi venivano assegnati alla Manutenzione. Le «professioni non specialistiche» (come veniva definito il settore, con un elegante eufemismo) erano il simbolo stesso del fallimento, e ogni Cucciolo evitava accuratamente di affrontare l'argomento.
In quel momento, tuttavia, osservando gli uomini della Manutenzione al lavoro, Harlan li giudico efficienti, calmi, anzi, rilassati, e ragionevolmente felici.
E perche non avrebbe dovuto essere cosi? Erano superiori di numero agli Specialisti, ai «veri Eterni», in proporzione di dieci a uno. Avevano creato una loro societa, dei livelli residenziali esclusivamente riservati a loro, dei sistemi di divertimento esclusivamente loro. Il loro lavoro era fisso, tante ore per ogni giorno fisiologico, e non c'erano pressioni sociali, nel loro caso, capaci di indurii a dedicare il loro tempo libero al perfezionamento e allo studio. Avevano tempo, come non accadeva nel caso degli Specialisti, e poterono cosi dedicarsi alla letteratura, alle rappresentazioni filmate, a tutti i tipi di svago raccolti dalle diverse Realta.
Erano loro, dopotutto, che possedevano probabilmente le personalita piu equilibrate. Era la vita degli Specialisti che si trasformava in qualcosa di convulso e frenetico, che si riempiva di frustrazioni e di tensioni, che era totalmente artificiale, confrontata con la vita dolce e semplice di quelli della Manutenzione.
La Manutenzione era la base dell'Eternita. Strano, che un fatto cosi ovvio non lo avesse colpito in passato. Erano quelli della Manutenzione che provvedevano all'importazione di cibo e di acqua dal Tempo, che si occupavano dell'eliminazione dei rifiuti, che curavano il funzionamento delle centrali che producevano l'energia. Erano quelli della Manutenzione a permettere il funzionamento di tutte le macchine dell'Eternita. Se tutti gli Specialisti fossero morti contemporaneamente, per qualche causa improvvisa, la Manutenzione avrebbe potuto mantenere in efficienza l'Eternita indefinitamente. Tuttavia se tutti gli uomini della Manutenzione fossero scomparsi, gli Specialisti avrebbero dovuto abbandonare entro pochi giorni l'Eternita, per non morirvi miseramente.
Gli uomini della Manutenzione non risentivano della mancanza di una casa, di una donna, di una famiglia? La sicurezza, la difesa dalla poverta, dalla malattia, e dai Mutamenti di Realta, era una compensazione sufficiente, per loro? Le loro opinioni erano mai richieste, quando si trattava di decidere su qualche argomento importante? Harlan senti ardere in lui la fiamma del riformatore sociale, per un breve momento.
Il Calcolatore Anziano Twissell interruppe quella catena di pensieri, avvicinandosi di gran fretta, con un'espressione ancor piu terrorizzata di quella che Harlan aveva notato un'ora prima… quando il vecchio se ne era andato, e gli uomini della Manutenzione avevano cominciato il loro lavoro.
Harlan penso: Come fa a resistere? E vecchio…
Twissell si guardo intorno, osservo gli uomini che si erano immediatamente girati verso di lui, fermi sull'attenti.
«Cosa mi dite sulle gabbie?» domando.
Uno degli uomini rispose:
«Non c'e nessun guasto, signore. Le gabbie sono libere, i campi sono in perfetto ordine.»
«Avete controllato tutto?»
«Si, signore. Avanti nel tempo, fino a dove arrivano le postazioni del nostro Servizio.»
«Allora, andate.» disse Twissell.
Era impossibile ignorare il tono brusco e definitivo di quel congedo. Gli uomini si inchinarono, rispettosamente, si voltarono, e se ne andarono con rapida efficienza.
Twissell e Harlan erano rimasti soli, nelle gabbie dei cronoscafi.
Twissell si volse al Tecnico.
«Tu rimani qui, per favore.»
Harlan scosse il capo.
«Devo venire anch'io.»
«Ma devi capire!» esclamo Twissell. «Se accadesse qualcosa a me, tu rimarresti… e tu sai come trovare Cooper. Ma se accadesse qualcosa a te, cosa potremmo fare, da soli, noi del Consiglio, o io solo, o tutti gli Specialisti dell'Eternita?»
Harlan scosse di nuovo il capo.
Twissell infilo rabbiosamente una sigaretta tra le labbra.
«Sennor ha dei sospetti. Mi ha chiamato diverse volte, negli ultimi due fisiogiorni. Vuole sapere perche mi sono isolato a questo modo. Quando scoprira che ho ordinato una revisione completa delle linee dei cronoscafi… Devo andare subito, Harlan, non posso aspettare.»