«Non sai quello che provo!» le rispose.
«E allora descrivimelo: e l'occasione buona, forse non te ne capitera mai una migliore. Mi ami? No, questo non e possibile, altrimenti non ti serviresti di me come capro espiatorio. Perche mi hai condotta qui? Dimmelo. Perche non mi hai lasciata nell'Eternita, visto che qui ti sono inutile, e che neanche riesci a sopportare la mia vista?»
Harlan borbotto:
«C'e un pericolo che incombe su di noi.»
«Oh, andiamo!»
«E molto di piu che un pericolo… e un incubo, l'incubo del Calcolatore Twissell,» disse Harlan. «Durante il nostro rapido, angoscioso viaggio nei Secoli Nascosti, quando siamo venuti a prenderti, lui mi ha rivelato cio che pensa su quei Secoli. Secondo lui, esiste la possibilita che un tipo umano enormemente evoluto, una specie di superuomo, si nasconda nel remoto futuro, sottraendosi alla nostra interferenza, tramando per impedirci di continuare a modificare la Realta. Il Calcolatore Twissell pensava che fossero stati questi superuomini a edificare la barriera nel Tempo, nel 100.000°. Poi, quando ti abbiamo trovata, il Calcolatore Twissell ha dimenticato il suo incubo. Ha concluso che non era mai esistita una barriera; ed e ritornato al problema piu immediato, che era quello di salvare l'Eternita.
«Ma io, vedi, ero stato contagiato dal suo incubo. Avevo incontrato la barriera, e cosi sapevo che era esistita. Nessun Eterno l'aveva edificata, perche Twissell aveva affermato che si trattava di una cosa impossibile in teoria. Forse le teorie dell'Eternita non arrivano troppo lontano nel tempo. Io sapevo che c'era stata una barriera; e sapevo che qualcuno, o qualcosa, doveva averla costruita.
«Naturalmente,» prosegui lui, pensieroso, «Twissell sbagliava, sotto certi aspetti. Lui pensava che l'uomo dovesse evolversi, ma non e cosi. La paleontologia non e una delle scienze che interessano in modo particolare gli Eterni, ma era una scienza che interessava molto gli abitanti degli ultimi Secoli del Primitivo, e cosi anch'io ho potuto imparare qualcosa. So, a esempio, che una specie si evolve solo per affrontare le pressioni di un nuovo ambiente. In un ambiente stabile, una specie puo rimanere immutata per milioni di Secoli. L'uomo primitivo si e evoluto rapidamente, perche il suo ambiente era duro, ostile, e mutevole. Quando pero il genere umano ha imparato a controllare e a creare il proprio ambiente, ne ha creato uno mite e stabile, e cosi l'evoluzione naturale e cessata.»
«Non so di che cosa tu stia parlando,» disse Noys, in un tono che non era per nulla rabbonito. «E non dici niente di noi due… l'argomento del quale io voglio parlare!»
Harlan cerco di rimanere impassibile, e prosegui:
«E ora, pensiamo alla barriera nel 100.000°. Perche esisteva? Qual era il suo scopo? Tu eri sana e salva. Quale altro significato poteva avere? Mi sono chiesto che cosa fosse accaduto, a causa della presenza della barriera, che non sarebbe accaduto senza di essa.»
Fece una pausa, osservando le sue scarpe pesanti e rozze, di cuoio naturale. Penso che sarebbe stato piu comodo se le avesse tolte, almeno durante la notte, ma ora no, ora no…
«Ho trovato una sola risposta a questa domanda,» disse. «L'esistenza di quella barriera mi ha fatto ritornare indietro nel tempo, pazzo di collera, per procurarmi una frusta neuronica e aggredire Finge. Mi ha incendiato la mente, dandomi l'idea di mettere in gioco le sorti dell'Eternita per ritrovarti, e di vendicarmi distruggendo in un colpo solo l'Eternita, dopo avere raggiunto la convinzione di avere fallito. Capisci?»
Noys lo fisso, con un'espressione nella quale orrore e incredulita si mescolavano.
«Vuoi dire che il popolo del remoto futuro voleva che tu facessi tutto questo? Che lo ha deliberatamente progettato?»
«Si. Non guardarmi a quel modo. Si! E non capisci anche tu che questo rende tutto diverso? Finche agivo liberamente, per motivi miei, ero pronto ad assumermi tutte le responsabilita e tutte le conseguenze, materiali e spirituali. Ma essere ingannato, essere costretto a fare quello che ho fatto, da creature che hanno usato e manipolato le mie emozioni e i miei sentimenti come se io fossi stato un Computaplex, nel quale era necessario solo inserire i fogli programmati piu adatti…»
Improvvisamente, Harlan si accorse che aveva alzato la voce, che aveva cominciato a gridare, e tacque. Lascio passare qualche istante, e poi prosegui, in tono piu controllato:
«Non posso accettare questo. Devo annullare quello che sono stato costretto a fare. E solo quando avro fatto questo potro ritrovare la pace.»
Si… forse. Gia poteva avvertire quel trionfo impersonale che lo aspettava, dissociato dalla sua tragedia personale, che si trovava dietro e davanti a lui. Il circolo si stava chiudendo!
Noys tese lentamente la mano, incerta, per prendere la mano di lui, che era rigida e contratta.
Harlan si sottrasse a quel tocco, respingendo il suo conforto. Disse:
«Era stato tutto predisposto. Il mio incontro con te. Tutto. Le mie emozioni, la mia personalita, erano state analizzate. Questo e evidente. Azione e reazione. Spingi questo bottone, e l'uomo fara questo. Spingi quel bottone, e fara quest'altro.»
Harlan stava parlando con difficolta, da insondabili profondita di vergogna e di dolore. Scosse il capo, cercando di scuotersi dalla mente l'orrore di quella situazione, come un cane avrebbe tentato di scuotersi dal corpo l'acqua, e continuo:
«Dapprima, non ero riuscito a capire una cosa. Come avevo potuto indovinare che Cooper sarebbe stato mandato nel Primitivo? Era quasi impossibile immaginarlo. Non aveva alcuna base. Twissell non riusciva a rendersene ragione. Piu di una volta si e domandato come avessi potuto indovinare, sapendo cosi poco di matematica.
«Eppure, avevo indovinato. La prima volta che ebbi l'intuizione fu… quella notte. Tu stavi dormendo, ma io ero sveglio. Avevo la sensazione di dovere ricordare qualcosa; qualche osservazione, qualche pensiero, qualcosa che avevo capito nell'eccitazione e nell'esaltazione di quella notte. E, concentrandomi sul problema, il significato completo dell'esistenza di Cooper apparve nella mia mente, insieme alla consapevolezza di occupare una posizione cosi importante da potere distruggere l'Eternita. Piu tardi controllai le mie supposizioni, consultando una storia della matematica, ma questo non era veramente necessario. Lo sapevo gia. Ne ero certo. Come? Come?»
Noys lo fisso, intensamente. Ora non cercava piu di toccarlo.
«Vuoi dire che gli uomini dei Secoli Nascosti hanno predisposto anche questo? Che hanno messo queste cose nella tua mente, e poi hanno manovrato secondo i loro piani?»
«Si. Si. E non hanno ancora finito. Devono ancora terminare il lavoro. Il circolo sta per chiudersi, ma non si e ancora chiuso.»
«Ma come potrebbero? Non sono certo qui con noi!»
«No?» disse lui, con un tono cosi cupo da fare impallidire Noys.
«Superuomini invisibili?» bisbiglio la ragazza.
«Non superuomini, e neppure invisibili. Ti ho gia detto che l'uomo non puo evolversi, se possiede i mezzi per controllare il proprio ambiente. Gli esseri umani dei Secoli Nascosti appartengono al ceppo dell'homo sapiens… sono esseri umani normali.»
«Allora non sono certamente qui.»
Harlan disse, con voce triste:
«Tu sei qui, Noys.»
«Si, io e te… e nessun altro.»
«Io e te,» assenti Harlan. «E nessun altro. Io e una donna dei Secoli Nascosti… non fingere piu, Noys, ti prego.»
Lei lo fisso, inorridita:
«Che cosa stai dicendo, Andrew?»
«Quello che devo dire. E tu che cosa dicevi quella notte, quando mi hai dato quella bibita alla menta? Mi stavi parlando. La tua voce dolce e sommessa… le tue parole dolci e sommesse… Non ho sentito niente, non con la mente cosciente, ma ricordo il bisbigliare della tua voce melodiosa. E di che cosa parlavi? Del viaggio nel passato di Cooper; dell'ultimo scossone alle colonne dell'Eternita, come fece Sansone nel tempio. Ho ragione?»