Si alzò, entrò nella tenda e tornò con un foglio. Lo porse a Boyd. Era una carta topografica.
— Ho messo una croce — disse Luis. — Per segnare il posto.
— Quale posto?
— Dove troverai il tesoro di Roncisvalle. I carri e il tesoro furono senza dubbio trascinati lungo la gola dall’alluvione. La svolta e la barricata di massi dovettero bloccarli. Li troverai là, probabilmente sotto uno strato di ghiaia e di detriti.
Boyd alzò gli occhi dalla carta con aria interrogativa.
— Val la pena di cercarli — disse Luis. — E poi, sarà un’altra conferma della validità del mio racconto.
— Io ti credo — disse Boyd. — Non ho bisogno di altre prove.
— Ah, be’ — disse Luis. — Male non ne farà. E adesso è ora di andare.
— Ora di andare! Abbiamo tante cose di cui parlare.
— Più tardi, forse — disse Luis. — C’incontreremo di nuovo, prima o poi. Farò in modo che succeda. Ma adesso è ora di andare.
Si avviò lungo il sentiero e Boyd rimase seduto, a seguirlo con lo sguardo.
Dopo qualche passo, Luis si fermò e si voltò a mezzo.
— Mi sembra — disse come spiegazione, — che sia sempre ora di andare.
Boyd si alzò, lo guardò scendere lungo il sentiero verso il villaggio. Quella figura che camminava irradiava un profondo senso di solitudine… l’uomo più solo del mondo.