«Sei Sorelle dell’Ajah Rossa» disse quando loro si fermarono a poca distanza dalla predella. I suoi occhi... E lei che aveva pensato che quelli del Tarenese fossero trivelle. «Chiaramente non siete venute per cercare di domarci tutti.» Delle risatine provennero da tutt’attorno la stanza. «Perché siete venute a chiedere di parlare con me?»
«Io sono Pevara Tazanovni, Adunante per la Rossa» esordì lei. «Questa è Javindhra Doraille, anche lei un’Adunante Rossa. Le altre sono Tarna Feir, Desala Nevanche...»
«Non ho chiesto i vostri nomi» la interruppe Taim con freddezza. «Ho chiesto perché siete venute qui.»
Le cose non stavano andando bene. Pevara riuscì a non trarre un profondo respiro, ma voleva farlo. Esteriormente era calma e fredda. Dentro di sé si domandava se avrebbe concluso la giornata vincolala a forza. O morta. «Vogliamo discutere di vincolare degli Asha’man come Custodi. Dopotutto, voi avete vincolato cinquantuno Sorelle. Contro la loro volontà.» Meglio fargli sapere che ne erano al corrente fin dall’inizio. «Noi non proponiamo di vincolare nessun uomo contro il suo volere, però.»
Un uomo alto e dai capelli dorati in piedi presso la predella la schernì. «Perché mai dovremmo permettere alle Aes Sedai di prendere degli uo...» Qualcosa di invisibile colpì il lato della sua testa tanto forte che i suoi piedi vennero sbalzati dal pavimento prima che ricadesse in maniera scomposta, gli occhi chiusi e il sangue che gli colava dalle narici.
Un uomo magro con capelli striati di grigio che si andavano diradando e una barba biforcuta si chinò per toccare con un dito la testa dell’uomo caduto. «È vivo,» disse nel raddrizzarsi «ma ha il cranio fratturato e la mascella rotta.» Era come se stesse parlando del tempo. Nessuno degli uomini fece alcuna mossa per offrire la Guarigione. Nemmeno uno!
«Ho qualche piccola abilità con la Guarigione» disse Melare, raccogliendo le proprie gonne e già muovendosi verso l’uomo caduto. «Abbastanza per questo, ritengo. Col tuo permesso.»
Taim scosse il capo. «Tu non hai il mio permesso. Se Mishraile sopravviverà fino al tramonto, verrà Guarito. Forse il dolore gli insegnerà a tenere a freno la lingua. Avete detto che voi volete vincolare dei Custodi? Delle Rosse?»
Quell’ultima parola aveva in sé una buona dose di disprezzo, che Pevara scelse di ignorare. Gli occhi di lama avrebbero potuto trasformare il sole in un ghiacciolo, però. Pevara mise una mano ammonitrice sul braccio dell’altra donna mentre parlava. «Le Rosse hanno esperienza con uomini in grado di incanalare.» Dei mormoni si levarono dagli Asha’man lì attorno. Mormoni arrabbiati. Lei ignorò anche quelli. «Noi non abbiamo paura di loro. L’usanza può essere difficile da cambiare quanto la legge, più difficile a volte, ma è stato deciso di cambiare la nostra. D’ora in poi, le Sorelle Rosse potranno vincolare dei Custodi, ma solo uomini in grado di incanalare. Ciascuna Sorella potrà vincolarne qualunque numero con cui si senta a suo agio. Considerando la Verde, per esempio, ritengo improbabile che sarà di più di tre o quattro.»
«Molto bene.»
Pevara sbatte le palpebre involontariamente. Molto bene? Doveva averlo frainteso. Non era possibile che si fosse lasciato convincere così facilmente.
Gli occhi di Taim parvero penetrarle nel cranio. Allargò le mani in quello che fu un gesto di scherno. «Cosa vorresti che ci dicessi? Quello che è giusto è giusto? Quote uguali? Accetta ‘molto benè e chiedi chi vi permetterà di essere vincolato. Inoltre, devi ricordarti il vecchio detto. Che il Signore del caos governi.» La camera proruppe della risata degli uomini.
Pevara non aveva mai sentito nessun detto del genere. I peli sulla sua nuca fecero per rizzarsi al suono di quella risata.
Glossario
Il calendario tornano (ideato da Toma dur Ahmid) fu adottato circa due secoli dopo la morte dell’ultimo Aes Sedai e registrava gli anni dopo la Frattura del Mondo (d.E). Molti documenti andarono distrutti durante le Guerre Trolloc tanto che nacquero diversi disaccordi circa l’anno esatto della fine dei conflitti secondo l’antico sistema. Tiam di Gazar propose un nuovo calendario che celebrava la liberazione dalla minaccia dei Trolloc registrando ogni anno come Anno Libero (A.L.). Nel giro di vent’anni dalla fine delle guerre il calendario gazarano fu ampiamente accettato. Artur Hawkwing tentò di istituire un nuovo calendario basato sulla fondazione del proprio impero (F.I., Fondazione Impero), ma gli storici sono gli unici a farvi riferimento. Dopo le morti e le distruzioni causate dalla Guerra dei Cento Anni, un quarto calendario fu ideato da uno studioso del Popolo del Mare, Uren din Jubai Gabbiano che Vola, e promulgato dal Panarca Farede di Tarabon. Il calendario faredese, che partiva dalla data arbitrariamente stabilita dalla conclusione della Guerra dei Cento Anni e registrava gli anni della Nuova Era (N.E.), è quello di uso corrente.
Aelfinn: Una razza di esseri, perlopiù umani nell’aspetto ma con caratteristiche dei serpenti, che daranno risposte vere a tre domande. Qualunque sia la domanda, le loro risposte sono sempre corrette, anche se di frequente date in forma chiara, ma domande riguardanti l’Ombra possono essere altamente pericolose. La loro reale ubicazione è ignota ma possono essere visitati passando attraverso un ter’angreal, una volta in possesso di Mayene, ma in anni recenti situato nella Pietra di Tear. Si dice che possano essere anche raggiunti unti entrando nella Torre di Ghenjei. Parlano la Lingua Antica, menzionano trattati e accordi e chiedono a coloro che arrivano se portano ferro, strumenti musicali o congegni che possono creare il fuoco. Vedi anche Eelfinn.
Amayar, gli: Gli abitanti che vivono sulle isole del Popolo del Mare. Noti a poche persone a parte gli Atha’an Miere, gli Amayar sono gli artigiani che realizzano quella che è nota come porcellana del Popolo del Mare. Seguaci della Via dell’Acqua, che apprezza ciò che è piuttosto che quello che si potrebbe desiderare, sono molto a disagio in mare e vi si avventurano solo in piccole imbarcazioni per pescare, senza lasciare che la terraferma scompaia mai dalla visuale. Il loro modo di vita è pacifico e richiede una minima supervisione dai governanti nominati tra gli Atha’an Miere. Dal momento che i governanti Atha’an Miere non hanno alcun desiderio di allontanarsi molto dal mare, essenzialmente gli Amayar gestiscono i loro villaggi secondo le loro regole e usanze.
Arad Doman: Una nazione sull’Oceano Aryth, attualmente devastata dalla guerra civile e da scontri contro quelli che si sono dichiarati a favore del Drago Rinato e contro Tarabon. La sua capitale è Bandar Eban. Nell’Arad Doman, il governante (re o regina) è eletto da un consiglio dei capi delle gilde mercantili (il Consiglio dei Mercanti), che sono quasi sempre donne. Lui o lei dev’essere di stirpe nobile (non un mercante), ed è eletto a vita. Legalmente il re o la regina detiene autorità assoluta, tranne che può essere deposto dal voto di tre quarti del Consiglio. Il governante in carica è re Alsalam Saeed Almadar. La sua ubicazione attuale è avvolta nel mistero.