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E altrettanto faceva la stazione, che tentava di riportare la normalità in alcune delle sue sezioni, con i militari in servizio e i militari in libera uscita presenti dovunque. Il comando della Flotta aveva dovuto concedere la libera uscita. Era impossibile tenere bloccati nei moli le truppe e gli equipaggi, quando c’erano le tentazioni di Pell a portata di mano, mentre gli alloggi a bordo delle navi erano spartani e affollati.

E questo presentava le sue difficoltà.

Entrò Mazian, impeccabile come sempre. Sedette. Dispose i fogli sul tavolo… si guardò intorno. I suoi occhi indugiarono a lungo su Signy. — Comandante Mallory, credo sia meglio ascoltare per primo il suo rapporto.

Lei prese senza fretta le carte che aveva davanti, si alzò e cominciò a parlare. — Il 28/11/52 alle ore 2314 sono entrata al numero 0878 azzurro di questa stazione, un numero residenziale di una sezione riservata, in base a una voce che era arrivata al mio ufficio, con l’ausilio del mio comandante delle truppe, maggiore Dison Janz, e di venti militari corazzati del mio comando. Ho scoperto il tenente Benjamin Goforth, il sergente Bila Mysos, entrambi dell’Europe, e altri quattro militari in quell’appartamento di quattro locali. Abbiamo trovato droghe e liquori. I militari e gli ufficiali che si trovavano nell’appartamento hanno protestato verbalmente per il nostro intervento, ma i soldati semplici Mila Erton e Tomas Centia erano ubriachi al punto di non essere in condizioni di riconoscere l’autorità. Ho ordinato una perquisizione, durante la quale sono stati scoperti altri quattro individui: maschio di ventiquattro anni, maschio di trentun anni; maschio di ventinove anni; femmina di diciannove anni, tutti civili; tutti spogliati, con segni di scottature e altri maltrattamenti, chiusi in una stanza. In una seconda stanza c’erano casse contenenti liquori e medicinali prelevati dalla farmacia della stazione, come da relative etichette; inoltre una scatola contenente centotredici pezzi di gioielleria, e un’altra contenente centocinquantotto serie di carte d’identità civili e carte di credito di Pell. C’era inoltre un foglio scritto, che ho allegato al rapporto, elencante oggetti di valore e cinquantadue membri dell’equipaggio e delle truppe della Flotta, diversi da coloro che erano presenti sul posto, con certi oggetti di valore abbinati ai nomi stessi. Ho contestato al tenente Benjamin Goforth quanto sopra e gli ho chiesto spiegazioni. La sua risposta è stata: «Se vuole la sua parte non c’è bisogno di fare tanto chiasso. Quanto?». Io: «Signor Goforth: Sporca carogna. Sporca lurida carogna». «Dica quanto vuole». A questo punto ho rinunciato a discutere con il tenente Goforth e gli ho sparato al ventre. La registrazione mostra che le proteste dei suoi compagni sono cessate a questo punto. I miei soldati li hanno arrestati senza ulteriori incidenti e li hanno consegnati all’Europe, dove si trovano detenuti. Il tenente Goforth è morto sul posto, dopo aver fatto una confessione dettagliata che è in allegato. Ho ordinato di consegnare all’Europe gli oggetti trovati nell’appartamento, e così è stato fatto. Ho ordinato di liberare i civili di Pell dopo le procedure d’identificazione, avvertendoli che sarebbero stati arrestati se i dettagli della cosa fossero diventati di pubblico dominio. Ho restituito l’appartamento alla stazione dopo che è stato completamente sgomberato. Fine del rapporto. Seguono allegati.

Mazian non aveva smesso di aggrottare la fronte. — Secondo le sue osservazioni, il tenente Goforth era ubriaco?

— Secondo le mie osservazioni, aveva bevuto.

Mazian agitò leggermente una mano per invitarla a sedersi. Signy obbedì, con una smorfia. — Ha omesso di spiegare la ragione specifica di questa esecuzione. Preferirei che venisse espressa, per chiarezza.

— È stato il rifiuto di riconoscere un arresto effettuato non soltanto da un maggiore delle truppe, ma da un comandante della Flotta. La sua azione è stata pubblica. Anche la mia risposta lo è stata.

Mazian annuì lentamente, sempre con sguardo cupo. — Stimavo il tenente Goforth e per abitudine, nella Flotta, comandante Mallory, è inteso tacitamente che le truppe non sono soggette alla più rigorosa disciplina degli equipaggi. Questa… esecuzione, comandante, impone un grave peso agli altri comandanti che ora saranno costretti a prendere decisioni in questioni simili. Lei li costringe a sostenere la sua durezza contro le loro truppe e i loro equipaggi… o a dichiararsi apertamente in disaccordo limitandosi a fare alle truppe le reprimende che normalmente meriterebbero tali attività; e in questo caso appariranno eccessivamente longanimi.

— La ragione, signore, è il rifiuto di un ordine.

— Ne è stata presa nota, e questa sarà l’imputazione. I militari riconosciuti colpevoli dalla corte marziale di aver partecipato al rifiuto saranno trattati nel modo più severo; gli astanti saranno accusati d’imputazioni minori.

— Imputazioni di premeditata violazione della sicurezza che contribuisce ad aggravare la situazione. Sto facendo progressi con il nuovo sistema delle carte d’identità, signore, ma quelle vecchie sono ancora valide in molte aree della stazione, e il personale trovato in quell’appartamento era direttamente implicato nel mercato nero dei documenti d’identità, a detrimento delle mie operazioni.

Si sollevarono alcuni mormoni di protesta e il cipiglio di Mazian diventò ancora più cupo. — Lei si è trovata di fronte a una situazione che forse non aveva altre soluzioni. Ma vorrei farle notare, comandante Mallory, che vi sono altre interpretazioni che influiscono sul morale della Flotta; il fatto che non è stato arrestato nessuno della Norway, e che nessuno figura sul famigerato elenco. Si potrebbe osservare che in questo caso la segnalazione le è stata fatta pervenire deliberatamente da qualche individuo interessato, un membro delle sue truppe.

— Nessuno della Norway era implicato.

— Lei stava operando al di fuori della competenza della sua amministrazione. La sicurezza interna è competenza del comandante Keu. Perché non è stato informato prima dell’irruzione?

— Perché erano coinvolti militari dell’India. — Signy guardò direttamente in faccia Keu e gli altri, poi tornò a fissare Mazian. — Non sembrava un’operazione importante.

— Tuttavia i suoi militari sono sfuggiti alla rete.

— Non erano implicati, signore.

Vi fu un attimo di silenzio. — Piuttosto sicura, eh?

Signy appoggiò le braccia sul tavolo e ricambiò l’occhiata di Mazian. — Io non permetto alle mie truppe di dormire nella stazione e tengo rigorosamente nota dei loro spostamenti. Sapevo dov’erano. E nessuno della Norway è implicato nel traffico. E dato che me ne chiedete conto, desidero fare una precisazione: ho disapprovato le misure già quando sono state proposte e vorrei che le disposizioni venissero modificate. Le truppe sono da una parte oberate di lavoro e dall’altra hanno troppa libertà… lavorano fino a quando crollano per la stanchezza e poi sono libere fino a quando crollano ubriache… questa è la politica attuale, che io non ho autorizzato al mio personale. I turni di servizio hanno durate ragionevoli e la libera uscita è limitata a quella stretta fascia dei moli, sotto la diretta osservazione dei miei ufficiali per il breve tempo che viene accordata. E il personale della Norway non era coinvolto in questa situazione.

Mazian si rabbuiò e dilatò le narici. — E allora parliamo, Mallory. Lei è sempre stata crudele e dispotica. È questa la fama che si è fatta. E lo sa.

— È possibile.

— A Eridu ha fatto sparare contro le sue truppe. Ha ordinato a un’unità di aprire il fuoco contro un’altra.

— La Norway ha i suoi princìpi.