Выбрать главу

E alla fine, quando l’opinione pubblica indignata chiese i risultati in quel deteriorarsi della situazione, l’Anonima Terra, sull’Astronave Sol Primo, rinunciò alla tassa, dirottò quei fondi alla costruzione di una grande flotta, tutta di navi iperspaziali, macchine di distruzione, l’Europe e l’America e tutte le loro terribili sorelle.

E la Confederazione costruiva e sviluppava a sua volta navi da guerra specializzate, cambiando stile come cambiava tecnologia. I comandanti ribelli che per lunghi anni avevano combattuto per le loro ragioni personali venivano accusati di debolezza al primo pretesto, e le navi affidate alle mani di comandanti che nutrivano la giusta ideologia ed erano più implacabili.

I successi dell’Anonima diventarono più difficili. La grande Flotta, numericamente inferiore e costretta a coprire un territorio immenso, non mise fine alla guerra in un anno e neppure in cinque. E la Terra perse la pazienza per quel conflitto che era diventato inglorioso ed esasperante. Finitela con tutte le astronavi, era ormai il grido dei finanziatori. Richiamate le nostre navi e lasciate che quei bastardi crepino di fame.

Naturalmente, era la Flotta dell’Anonima a soffrire la fame, non la Confederazione; ma la Terra sembrava incapace di capire che non si trattava più della ribellione di fragili colonie, bensì di una potenza in formazione, ben nutrita e ben armata. La stessa politica miope e lo stesso braccio di ferro tra gli isolazionisti e l’Anonima, che avevano alienato inizialmente le colonie, tracciarono confini sempre più rigorosi, via via che il traffico diminuiva; persero la guerra non solo nelle Stelle Sperdute, ma anche nelle aule senatoriali e nelle sale dei consigli d’amministrazione della Terra e dell’Astrobase Sol Primo, optando per le attività minerarie nel sistema terrestre, che erano redditizie, e al diavolo le esplorazioni in tutte quelle direzioni che non davano alcun profitto.

Non contava il fatto che adesso avessero a disposizione navi iperspaziali e che le stelle fossero vicine. La loro mentalità era sincronizzata sui vecchi problemi e sulla loro politica. La Terra vietò l’emigrazione, dopo aver assistito alla fuga dei suoi migliori cervelli. Sprofondava nel caos economico e il drenaggio delle risorse naturali terrestri ad opera delle stazioni era un facile bersaglio del malcontento. Basta con la guerra, dicevano: di colpo, la pace diventò una buona politica. La Flotta dell’Anonima, privata dei fondi in una guerra che l’impegnava su un ampio fronte, si procurava i rifornimenti dove e come poteva.

Alla fine rimasero quindici navi rattoppate, su cinquanta che erano state un tempo, rimesse insieme dalle stazioni che erano ancora aperte per loro. La chiamavano la Flotta di Mazian, secondo la tradizione delle Stelle Sperdute, dove all’inizio le navi erano così poche che i nemici si conoscevano l’un l’altro per nome e reputazione… un riconoscimento che adesso era meno comune, ma alcuni nomi erano noti. Conrad Mazian dell’Europe era un nome che la Confederazione conosceva per propria disgrazia; e un altro era Tom Edger dell’Australia; e Mika Kroshov dell’Atlantic, e Signy Mallory della Norway; e tutti gli altri comandanti dell’Anonima, fino a quelli dei ricognitori. Servivano ancora la Terra e l’Anonima, con affetto sempre minore per l’una e per l’altra. Nessuno degli appartenenti a quella generazione era nato sulla Terra; ricevevano pochi rimpiazzi, nessuno dei quali dalla Terra, e nessuno dalle stazioni nel loro territorio, perché le stazioni avevano una paura ossessiva per la propria neutralità. I mercantili erano il loro serbatoio di membri d’equipaggio e di truppe, quasi tutti arruolati forzatamente.

Un tempo il confine delle Stelle Sperdute partiva dalle stelle più vicine alla Terra; adesso incominciava da Pell, perché le stazioni più vecchie erano state tutte chiuse via via che il traffico con la Terra aveva iniziato a declinare, e il sistema di navigazione pre-iperspaziale a tramontare per sempre. Le Stelle delle Retrovie erano state quasi tutte dimenticate e nessuno le visitava più.

Erano molti i mondi al di là di Pell, al di là di Cyteen, e adesso appartenevano tutti alla Confederazione; mondi delle stelle distanti che si potevano raggiungere con il volo iperspaziale; dove la Confederazione si serviva ancora dei laboratori delle nascite per aumentare la popolazione, producendo operai e soldati. La Confederazione voleva tutte le Stelle Sperdute, per dirigere quello che sarebbe stato il destino futuro dell’uomo. La Confederazione aveva le Stelle Sperdute, tranne l’arco sottile delle stazioni che la Flotta di Mazian teneva ancora sotto controllo per conto della Terra e dell’Anonima, perché era stata creata per questo e perché non poteva far altro. Alle spalle della Flotta c’era soltanto Pell… e le stazioni dimenticate delle Stelle delle Retrovie. Ancora più remota e isolata… stava la Terra, chiusa nella contemplazione di sé e nella sua politica complessa e frammentaria.

Ormai, non c’era più un traffico importante che giungesse a Sol o ne partisse. Nella follia della guerra, i mercantili indipendenti facevano scalo sulle stelle della Confederazione e dell’Anonima, varcavano le linee di combattimento a volontà, sebbene la Confederazione scoraggiasse quel traffico con sottili angherie, cercando di tagliare i rifornimenti all’Anonima.

La Confederazione si espandeva e la Flotta dell’Anonima continuava a resistere, senza avere un mondo, eccettuati Pell che la nutriva e la Terra che l’ignorava. Nel settore della Confederazione, le stazioni non venivano più costruite sull’antica scala. Ormai erano soltanto depositi a disposizione dei pianeti e le navi esploratrici cercavano stelle ancora più remote. Si trattava di generazioni che non avevano mai visto la Terra… umani per i quali l’Europe e l’Australia erano creature di metallo e di terrore, generazioni per le quali la vita quotidiana significava le stelle, l’infinito, l’espansione illimitata e il tempo proiettato nell’eternità. La Terra non li capiva.

Ma non li capivano neppure le stazioni che restavano con l’Anonima o i mercantili indipendenti che continuavano a svolgere quello strano traffico attraverso le linee nemiche.

CAPITOLO SECONDO

IN AVVICINAMENTO A PELL: 2/5/52

Il convoglio apparve, prima la Norway e poi i dieci mercantili… e altri ancora, mentre la Norway lanciava i quattro ricognitori e la formazione difensiva si spiegava avvicinandosi alla Stella di Pell.

Quello era il rifugio, un luogo sicuro che la guerra non aveva ancora raggiunto, ma che cominciava appena a lambire. I mondi delle lontane Stelle Sperdute stavano vincendo, e le certezze cambiavano, su entrambi i lati della linea.

Sul ponte di comando del NAT 5, l’astronave iperspaziale Norway, c’era un’attività convulsa; i quattro quadri di comando ausiliario seguivano i ricognitori, la lunga corsia delle comunicazioni, quella del rilevamento e quella del proprio comando. La Norway era in continua comunicazione con i dieci mercantili, e i rapporti che si susseguivano rapidamente attraverso quei canali erano laconici, e riguardavano soltanto le operazioni delle navi. La Norway era troppo occupata per curarsi dei disastri umani.

Nessuna imboscata. La stazione del Mondo di Pell ricevette il segnale e trasmise un riluttante benvenuto. Mormoni di sollievo passarono da una postazione all’altra della nave, in privato, non trasmessi dalle comunicazioni internave. Signy Mallory, comandante della Norway, rilassò i muscoli che si erano involontariamente irrigiditi e ordinò di restare in attesa.