Quattro ore.
Norway. Russell e Mariner erano state vittime di un disastro. Le voci correvano per i corridoi della stazione che ribollivano della confusione e della collera dei residenti e delle società che erano state estromesse con tutti i loro averi. I volontari e gli operai indigeni collaboravano all’evacuazione; gli addetti ai moli usavano i macchinari del carico per portar via gli effetti personali dell’arca scelta per la quarantena, etichettando ogni cosa e cercando di evitare confusioni e furti. Il sistema delle comunicazioni echeggiava di annunci.
— I residenti del settore giallo da uno a uno-diciannove sono pregati di inviare un loro rappresentante all’ufficio alloggiamenti d’emergenza. Una bambina smarrita è stata trovata alla stazione di soccorso, si chiama May Terner. Si pregano i parenti di recarsi subito sul posto. Le stime più recenti effettuate dalla centrale indicano che vi sono alloggi disponibili nella foresteria, per mille unità. Tutti i non residenti vengono trasferiti per lasciar posto ai residenti permanenti della stazione; la precedenza verrà stabilita per sorteggio. Appartamenti disponibili mediante condensazione di unità occupate: novantadue. Compartimenti disponibili per conversione d’emergenza in spazi abitativi, duemila, inclusi i locali di riunioni pubbliche e la rotazione tra primogiorno/altergiorno. Il consiglio della stazione invita tutti coloro che possono sistemarsi presso parenti e amici a provvedere in tal senso e a trasmettere l’informazione al più presto possibile; la sistemazione per iniziativa privata verrà pagata al residente nella misura equivalente alla spesa pro capite per altre sistemazioni. Ci mancano cinquecento unità, e questo richiederà sistemazioni di tipo dormitorio per i residenti nella stazione, o il trasferimento temporaneo nella base della Porta dell’Infinito, a meno che alla scarsità non si ponga rimedio mediante le offerte volontarie di alloggio o la disponibilità di più individui a condividere lo spazio assegnato. Devono essere presi immediatamente in considerazione i piani per l’utilizzazione residenziale della sezione azzurra, che dovrebbe liberare cinquecento unità entro i prossimi centottanta giorni… Grazie… Una squadra della sicurezza si presenti a otto giallo…
Era un incubo. Damon Konstantin guardava il flusso delle comunicazioni stampate e di tanto in tanto si aggirava nel settore azzurro, al di sopra dell’area dei moli dove i tecnici cercavano di risolvere i problemi logistici dell’evacuazione. Restavano due ore. Dalle finestre vedeva il caos lungo tutti i moli, dove gli oggetti personali venivano ammucchiati sotto la sorveglianza della polizia. Tutte le persone e tutte le installazioni dei settori giallo e arancione, dal nono al quinto livello inclusi, erano state spostate: negozi, abitazioni, e quattromila persone che si affollavano altrove. L’afflusso si riversava oltre il settore azzurro, intorno ai limiti dei settori verde e bianco, i grandi settori residenziali. La folla brulicava, frastornata e inquieta. Si rendeva conto della necessità; si spostava… tutti, sulla stazione, erano soggetti a quei cambiamenti di residenza, per le riparazioni, per le riorganizzazioni, ma mai con preavviso così breve e mai su simile scala, e mai senza sapere prima dove sarebbero stati destinati. I piani venivano annullati, quattromila vite erano sconvolte.
Gli uomini di quaranta mercantili all’attracco erano stati bruscamente estromessi dagli alloggi provvisori, e il servizio di sicurezza non li voleva sui moli o nei pressi delle navi. La moglie di Damon, Elene, era laggiù, in un gruppo, una figura snella vestita di verde chiaro. I collegamenti con gli uomini dei mercantili… quello era il compito di Elene, e lei era nel suo ufficio, a darsi da fare. Nervosamente, lui guardava l’atteggiamento esasperato degli uomini dei mercantili, e stava pensando di mandare laggiù la polizia per proteggere Elene; ma Elene sembrava tener testa a tutti, gridando più forte, e tutto si perdeva nell’isolamento acustico e nel ronzio generale delle voci e nel rumore delle macchine che filtravano a malapena nel posto di comando sopraelevato. All’improvviso ci furono scrollate di spalle e mani tese, come se non ci fosse mai stato nessun dissidio. La faccenda era stata risolta o rimandata; ed Elene se ne andò e gli uomini dei mercantili si allontanarono tra la folla, sebbene scrollassero la testa e sembrassero insoddisfatti. Elene era sparita sotto le finestre oblique… verso l’ascensore, per salire lassù, si augurò Damon. Nel settore verde, il suo ufficio era alle prese con le proteste rabbiose dei residenti; e c’era la delegazione dell’Anonima che si agitava nella centrale e assillava suo padre.
— Una squadra medica si presenti, per favore, alla sezione otto giallo — disse con voce serica il servizio comunicazioni. C’era qualcuno nei guai, nei settori evacuati.
Le porte dell’ascensore si aprirono nel centro di comando. Elene lo raggiunse, ancora rossa in viso per la discussione.
— Alla centrale sono impazziti — disse. — Gli uomini dei mercantili sono stati estromessi dalla foresteria e si sono sentiti dire che devono sistemarsi sulle loro navi; e adesso fra loro e le navi ci sono i posti di blocco della polizia. Vogliono salpare dalla stazione. Non voglio che le loro navi vengano prese d’assalto in un’evacuazione improvvisa. Credo che preferirebbero allontanarsi al più presto da Pell. Sanno che la Mallory ha l’abitudine di reclutare gli uomini dei mercantili sotto la minaccia delle armi.
— Che cosa gli hai detto?
— Di aspettare e di pensare che ci saranno contratti per i rifornimenti necessari a tutta questa gente in più; ma non si avvicineranno alle navi che attraccheranno o non si azzufferanno con la vostra polizia. Per un po’, almeno, staranno buoni.
Elene era spaventata: lo si vedeva chiaramente dietro la sua calma fragile. Damon la cinse con un braccio; lei gli passò a sua volta il braccio intorno alla vita e si appoggiò a lui, senza dir nulla. Elene Quen, già del mercantile Estelle, che era proseguito per Russell e Mariner. Aveva abbandonato quella rotta per lui, decisa a legarsi definitivamente a una stazione, per amor suo; e adesso aveva finito per cercare di far ragionare equipaggi furibondi che probabilmente ai suoi occhi avevano tutte le ragioni. Lei vedeva la situazione con fredda e controllata apprensione, come il personale della stazione. Le cose che andavano male nella stazione procedevano con ritmo ordinato, per quadranti e per sezioni, e da questo nasceva un certo fatalismo; chi si trovava in una zona al sicuro, ci restava; chi svolgeva un lavoro che poteva essere utile, dava una mano; e se nei guai era la sua area, continuava a restare lì… era l’unico eroismo possibile. Una stazione non poteva sparare, non poteva fuggire, poteva solo subire i danni e ripararli, se c’era tempo. Quelli delle navi mercantili avevano altre filosofie e riflessi diversi, nei brutti momenti.
— Andrà tutto bene — disse Damon, stringendola a sé per un momento, e sentì che Elene ricambiava la pressione. — Non arriverà fin qui. Stanno soltanto trasferendo i civili dietro le linee. Resteranno qui finché la crisi sarà passata, e poi torneranno indietro. Altrimenti, abbiamo avuto già altri grossi afflussi, quando hanno chiuso le ultime Stelle delle Retrovie. Abbiamo aggiunto altre sezioni. Lo faremo ancora. Ci limiteremo a espanderci.
Elene non disse nulla. S’erano diffuse voci terribili sulla portata del disastro di Mariner, e l’Estelle non era uno dei mercantili che stavano arrivando. Questo, ormai, lo sapevano con certezza. Elene aveva sperato, quando avevano avuto le prime notizie degli arrivi; e aveva avuto paura, perché erano stati segnalati danni, su quelle navi là fuori che si muovevano alla velocità modesta dei mercantili, stracariche di passeggeri che non avrebbero potuto trasportare, nella serie di piccoli balzi resi indispensabili dell’autonomia limitata dei mercantili. Questo voleva dire giorni e giorni nello spazio reale, e c’era l’inferno, su quei vascelli. Si diceva che non avessero avuto droghe a sufficienza per superare i balzi, e che certuni li avessero affrontati senza. Damon cercava d’immaginarlo… capiva la preoccupazione di Elene. L’assenza dell’Estelle da quel convoglio era una notizia buona e cattiva. Probabilmente aveva abbandonato la rotta dichiarata, fiutando odore di guai, e s’era diretta in tutta fretta altrove… e anche questo era un motivo d’ansia, con la guerra che si andava surriscaldando, ai confini. Una stazione… perduta, distrutta. Russell aveva evacuato il personale. Il margine sicuro diventava all’improvviso troppo vicino, e troppo rapido.