Выбрать главу

— Forse — continuò Jacoby, — le interesseranno gli accordi riguardanti Pell. Se la Terra non vuole restare tagliata fuori… e lei sostiene che ci tiene a commerciare… dovrà passare attraverso Pell, signor Ayres. Per voi siamo molto importanti.

— Me ne rendo conto. Me ne parli quando lei avrà autorità su Pell. Per ora l’autorità, a Pell, è Angelo Konstantin, e non c’è ancora nulla che provi il contrario.

— Tratti subito — disse Jacoby, — e attenda l’assenso. Il gruppo che io rappresento può garantire la difesa dei vostri interessi. Siamo a una svolta decisiva, signor Ayres, per la Terra e la mia patria. Una tranquilla presa di potere a Pell, un tranquillo soggiorno per lei in attesa che i suoi compagni la raggiungano, per tornare a casa a bordo di una nave che a Pell sarà facile noleggiare; oppure difficoltà… difficoltà prolungate che porteranno a un lungo assedio. Danni… forse la distruzione della stazione. E questo io non lo voglio; e non credo che lo voglia neppure lei. È un essere umano, signor Ayres. E la supplico… faciliti le cose a Pell. Basta che dica la verità. Gli faccia capire chiaramente che c’è un trattato, che devono scegliere la Confederazione. La Terra li ha abbandonati.

— Lei lavora per la Confederazione. Non c’è dubbio.

— Voglio che la mia stazione sopravviva, signor Ayres. Migliaia e migliaia di persone… potrebbero morire. Sa cosa accadrà, ora che se ne serve Mazian? Non può tenere Pell per sempre, ma può rovinarla. — Ayres fissava le proprie mani, sapeva che non poteva ragionare lucidamente in quelle condizioni, sapeva che quasi tutto ciò che gli era stato detto durante il suo soggiorno tra i confederati era falso. — Forse dovremmo collaborare, signor Jacoby, se questo può mettere fine a tutto senza altri spargimenti di sangue.

Jacoby batté le palpebre; forse era sorpreso.

— Probabilmente — disse Ayres. — Siamo entrambi realisti, signor Jacoby… sospetto che lei lo sia. Autodeterminazione è un bel termine per l’ultima scelta possibile, no? Capisco i suoi argomenti. Pell non ha difese. La neutralità della stazione… significa che voi sarete dalla parte dei vincitori.

— Mi ha capito perfettamente, signor Ayres.

— Infatti — disse Ayres. — L’ordine, tra le Stelle Sperdute, è benefico per il commercio, e questo sarebbe nell’interesse dell’Anonima. Era inevitabile che saltasse fuori l’indipendenza. Ma è venuta prima di quanto la Terra fosse pronta ad ammettere. Sarebbe stata riconosciuta molto tempo fa, se le ideologie non avessero accecato tanta gente. È possibile che vengano giorni migliori, signor Jacoby. Spero che vivremo abbastanza a lungo per vederli.

Era la menzogna più monumentale che avesse mai detto. Si appoggiò allo schienale della sedia, mentre lo assaliva la nausea causata dagli effetti del balzo e da un profondo senso di terrore.

— Signor Ayres.

Si girò verso la porta. Era Azov. L’alto ufficiale della Confederazione entrò, risplendente nella divisa nera e argento.

— Ci stavano ascoltando — commentò acido Ayres.

— Non m’illudo di aver conquistato la sua simpatia, signor Ayres, ma solo il suo buon senso.

— Farò la registrazione che mi chiede.

Azov scrollò la testa. — Arriveremo preannunciati — disse. — Ma in modo diverso. Non c’è speranza che tutte le navi di Mazian siano attraccate. Lei si trova qui con noi innanzi tutto a causa degli uomini di Mazian; e in secondo luogo perché per prendere la stazione di Pell sarà utile avere la voce dell’autorità precedente.

Ayres annuì, stancamente. — Se può servire a salvare vite umane, signore.

Azov si limitò a fissarlo, poi aggrottò la fronte. — Prendete pure tempo per ritrovare l’equilibrio, signori. E per riflettere su ciò che potreste fare per il bene di Pell.

Ayres guardò Jacoby, mentre Azov se ne andava, e si accorse che anche Jacoby era capace di provare una certa ansietà. — Qualche dubbio? — gli chiese, acido.

— Ho i miei parenti in quella stazione — disse Jacoby.

LIBRO QUARTO

CAPITOLO PRIMO

PELL 10/10/52; ore 1100

La stazione era più calma. Erano incominciate le richieste all’Ufficio Legale, e questo era segno che la tensione si andava attenuando. Fioccavano le richieste sulle azioni dei militari, le minacce di azioni legali, le proteste indignate da parte dei commercianti della stazione che pretendevano risarcimento per i danni causati dal coprifuoco sui moli. C’era la protesta del mercantile Finity’s End per la scomparsa di un giovane, il che era motivo di grande preoccupazione, perché si temeva che i militari l’avessero arruolato a forza. In effetti, probabilmente il giovane era in quel momento in qualche alcova con un’amichetta appartenente ad un’altra nave. Il computer stava svolgendo con discrezione una ricerca sull’eventuale utilizzazione della sua tessera personale, e non era una cosa semplice, perché i lasciapassare dei mercantili non venivano usati con la stessa frequenza delle tessere degli abitanti della stazione.

Damon sperava di ritrovarlo sano e salvo, e rifiutava di preoccuparsi prima che arrivassero i risultati della ricerca; aveva visto troppi casi del genere, e aveva scoperto quasi sempre che il giovane scomparso aveva litigato con i familiari o era troppo ubriaco per accorgersi che lo stavano cercando attraverso il video. L’intera faccenda era di competenza dei servizi di sicurezza; ma la sicurezza aveva già il suo daffare, e tutti svolgevano il loro lavoro con gli occhi stralunati ed erano al limite della sopportazione. L’Ufficio Legale, almeno, poteva premere i pulsanti e sbrigare parte del lavoro burocratico. Un altro assassinio nel settore Q. Era deprimente, e non potevano assolutamente far altro che prenderne atto. C’era un rapporto su una guardia che era stata sospesa, accusata di aver contrabbandato nel settore Q una cassa di vino indigeno. Un ufficiale aveva deciso che il problema non poteva attendere, quando era molto probabile che il contrabbando fiorisse dovunque, tra i mercantili là fuori. Così, si era stabilito di dare un esempio.

Damon aveva dovuto rimandare varie udienze al pomeriggio. Quasi di sicuro avrebbe dovuto rimandarle ancora, dato che si stava riunendo il consiglio, e doveva parteciparvi anche la commissione di giustizia. Decise di mettersi d’accordo con i difensori e passò la comunicazione, riservando il pomeriggio al disbrigo delle richieste che i suoi subordinati non potevano affrontare.

Poi girò la poltroncina e guardò verso Josh, che se ne stava seduto tranquillo a leggere un libro e cercava di darsi un’aria non troppo annoiata. — Ehi — disse Damon. Josh alzò gli occhi. — Andiamo a pranzo. Possiamo prenderci una pausa e andare in palestra.

— Possiamo andarci?

— È aperta.

Josh spense il lettore.

Damon si alzò, andò a prendere la giacca e tastò i documenti per essere sicuro che ci fossero. I militari di Mazian montavano ancora di guardia, qua e là, ed erano imprevedibili come sempre.

Anche Josh indossò una giacca… avevano più o meno la stessa taglia, e l’aveva avuta in prestito. Josh accettava i prestiti, se non i regali, e arricchiva il suo modesto guardaroba, in modo da poter entrare e uscire dagli uffici senza attirare troppo l’attenzione. Damon premette il pulsante della porta e avvertì l’ufficio di tenere in sospeso le chiamate per due ore.

— Tornerà all’una — disse il segretario, e si voltò per ricevere una comunicazione in arrivo. Damon indicò a Josh di uscire nel corridoio.