«Lo ama, sì, lei ha detto così?», disse Ruark. «Lei ne è proprio sicuro, sì? Davvero?».
Dirk esitò e cercò di ricordarsi le parole, mentre conversavano presso il placido lago verde. «Non ne sono sicuro», disse. «Ma era qualcosa del genere. Lei è… come ha detto?».
«Betheyn?», suggerì Ruark.
Dirk annuì. «Sì, betheyn, moglie».
Ruark ridacchiò. «No, essenzialmente sbagliato. Ho sentito anch’io in macchina. Gwen non ha detto la verità. Be’, non proprio, così lei è giunto ad una conclusione sbagliata. Betheyn non vuol dire moglie. Una parziale verità è la più grande di tutte le bugie, si ricorda? Che cosa crede che sia teyn?».
La parola lo fermò. Teyn. Aveva sentito quella parola centinaia di volte su Worlorn. «Amico?», provò ad indovinare, perché non sapeva ciò che significasse.
«Betheyn è più moglie di quanto teyn sia amico», disse Ruark. «È meglio che lei impari il linguaggio dei mondi esterni, Dirk. No. Betheyn è una parola in antico Kavalar che indica un rapporto di una donna verso un uomo, che vuol dire facente le funzioni di moglie vincolata dalla giada-e-argento. Ora, ci può essere grande affetto nella giada-e-argento, molto amore, sì. Ma lei conosce la parola di origine terrestre e quel significato non c’è nell’antico Kavalar. Interessante, no? Si può amare se non c’è nemmeno una parola per dirlo, amico t’Larien?».
Dirk non rispose. Ruark si strinse nelle spalle, bevve e continuò. «Be’, non importa, ma ci pensi. Ho parlato di giada-e-argento e sì, succede spesso che questo vincolo abbia dell’amore, amore della betheyn per l’altolegato. È più raro dall’altolegato verso la betheyn. Se non è amore, per lo meno si piacciono. Ma non sempre e non necessariamente! Mi capisce?».
Dirk scosse il capo.
«I vincoli Kavalar sono un costume ed un obbligo», disse Ruark, piegandosi in avanti per dar più enfasi al discorso, «e l’amore è completamente accidentale. Gente violenta, le ho detto. Legga la storia, guardi le leggende. Gwen incontrò Jaan su Avalon, lei lo sa, e lei è una che non legge. Non a sufficienza. Lui era Jaan Vikary di Alto Kavalaan, e che era mai, un pianeta da qualche parte? La ragazza non ne sapeva niente. Vero. Così cominciarono a piacersi — se vuole lo possiamo chiamare amore — qualche rapporto sessuale, poi lui le offre la sua giada-e-argento con una forma tutta lavorata. Ed ecco che lei diventa immediatamente la sua betheyn, sempre senza saperne niente. In trappola».
«In trappola? Perché in trappola?».
«Legga la storia! La violenza di Alto Kavalaan è di antica data, la sua cultura è immutata. Gwen è betheyn di Jaan Vikary, betheyn pseudomoglie, sua moglie, sì, la sua amante ed ancora di più. Proprietà e schiava, lei è pure questo, un dono. Lei è il dono che lui ha fatto all’Unione Ferrogiada, con lei lui ha comperato i suoi aitinomi, si. Lei dovrà avere dei bambini, se lui glielo ordina, sia che lei lo voglia o no. Inoltre deve prendere anche Garse come amante, che lo voglia o no. Se Jaan dovesse morire in duello con un uomo di una granlega diversa da Ferrogiada, un Braith, oppure un Rossacciaio, lei passerebbe a quell’uomo come se fosse una valigia, proprietà… per diventare la sua betheyn, oppure una semplice eyn-kethi se il vincitore ha già la sua giada-e-argento. Se Jaan muore per cause naturali, oppure in duello con un altro Ferrogiada, Gwen passa a Garse. Quello che ne pensa lei non ha nessuna importanza in questo affare. Chi se ne frega se lei lo odia? Non certo i Kavalari. E se dovesse morire Garse? Be’, a suo tempo diventerebbe una eyn-kethi, una allevatrice della granlega, degradata per sempre, di libero utilizzo per uno qualsiasi dei kethi. Kethi significa confratelli della granlega, più o meno, gli uomini della famiglia. L’Unione Ferrogiada è un’enorme famiglia, fatta da migliaia e migliaia di famiglie ed uno qualunque la può avere. Com’è che ha chiamato Jaan, marito? No. Carceriere. Ecco che cosa è. Tutti e due, lui e Garse. Carcerieri-amanti, magari, se lei pensa che questa parola possa avere per loro lo stesso significato che ha per lei e per me. Jaantony onora la nostra Gwen ed è ben logico, visto che lei adesso è una Ferrogiada, lei è il suo dono-betheyn e se lei muore o lo lascia, lui diventa un lib-Ferrogiada, un vecchio, deriso, a mani vuote, senza alcuna voce in consiglio. Ma lui la rende schiava, non l’ama ed ormai son passati anni dai tempi di Avalon, lei è più vecchia e più saggia ed ora ha capito». Ruark disse le ultime parole senza fiato e rabbiosamente, con le labbra tirate.
Dirk esitò. «Allora lui non l’ama?».
«Nello stesso modo in cui lei ama le cose di sua proprietà. È così che un altolegato ama la sua betheyn. Si tratta di un vincolo stretto, giada-e-argento, che non si può spezzare, ma è un vincolo di obblighi e di possesso. Non d’amore. L’amore esiste, ammesso che i Kavalar ne siano capaci, in altre cose, come scelto-per-fratello, nello scudo-e-l’amico-del-cuore e l’amoroso guerriero gemello, nel sempre-leale procuratore-di-piacere ed il portatore-di-colpi e nel sollevatore-delle-pene, nel gran-vincolo della vita».
«Teyn», disse Dirk come intorpidito, mentre con la mente correva.
«Teyn!», annui Ruark. «Malgrado la loro violenza, i Kavalari hanno una grande poesia. La maggior parte dei poemi celebra il teyn, il vincolo di ferro-e-pietraluce, ma nessuno parla della giada-e-argento».
Le cose cominciarono a sistemarsi lentamente al loro posto. «Lei dice», cominciò Dirk, «che Gwen e Jaan non si amano, che Gwen non è altro che una schiava. Eppure non lo pianta?».
La faccia paffuta di Ruark era tutto un fuoco. «Piantarlo? Essenzialmente assurdo! Si limiterebbero a costringerla a tornare. Un altolegato deve tenersi e proteggere la sua betheyn. E uccidere tutti quelli che cercano di rubargliela».
«E lei mi ha mandato il gioiello…».
«Gwen parla con me, io so tutto. Aveva forse delle altre speranze? I Kavalari? Jaantony ha già ucciso due volte in duello. Nessun Kavalar la toccherebbe. Che ne ricaverebbero se lo facessero? Io? Le sembro di poter essere una speranza, io?». Si spazzolò il vestito con le mani morbide e parve disprezzarsi. «Lei t’Larien. Solo lei è la speranza di Gwen. Lei è sua. Una volta l’ha amata».
Dirk senti la propria voce che pareva venire da lontano. «Io la amo ancora», disse.
«Bene. Penso che lei sappia, che Gwen… anche se credo che non lo direbbe mai, credo… anche lei le vuol bene. Come una volta. Cosa che non è mai successa per Jaantony Riv Lupo alto-Ferrogiada Vikary».
La bibita, quello strano vino verde, lo aveva colpito più di quanto si sarebbe immaginato. Un bicchiere solo, un unico bicchiere alto e la camera estranea che lo circondava aveva preso a girare. Dirk t’Larien si risollevò con uno sforzo e riuscì a sentire cose impossibili e cominciò a farsi domande. Ruark diceva cose senza senso, pensò, eppure avevano fin troppo senso. Aveva spiegato tutto, in maniera plausibile e tutto era chiaro e brillante ed era chiaro anche ciò che doveva fare Dirk. Ma era quello? La stanza oscillò, si fece scura e poi di nuovo chiara, scura e poi chiara e Dirk era per un secondo sicurissimo e poi non era più sicuro per niente. Che cosa doveva fare? Qualcosa, qualcosa per Gwen. Doveva scoprire la realtà delle cose, poi…
Si portò una mano alla fronte. Tra le ciocche di capelli grigi e bruni che gli ballavano sugli occhi c’erano perle di sudore. Improvvisamente Ruark si alzò, con il viso allarmato. «Oh», disse il Kimdissi, «il vino l’ha fatta star male! Sono stato essenzialmente uno stupido! Ho sbagliato io. Vino dei mondi esterni e stomaco di Avalon, ecco tutto. Ci vorrebbe del cibo, sa. Cibo». Sgattaiolò via, sfregando contro le nere foglie lanceolate che cominciarono a ballare e ballonzolare davanti agli occhi di Dirk.