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Vikary fece una pausa e trasse un sorso dal boccale. Dirk aveva quasi finito la colazione e spinse un paio di croste di formaggio sul piatto, senza nessun motivo e corrugò la fronte. «È una cosa molto affascinante», disse, «Ma non vedo che cosa c’entri, temo».

Vikary bevve di nuovo e diede un rapido morso al formaggio. «Abbi pazienza», disse.

«Dirk», disse Gwen asciutta, «le storie delle quattro coalizioni di granlega che sono sopravvissute sono sotto molti aspetti differenti, ma ci sono due grossi avvenimenti sui quali tutti sono d’accordo. Questi sono le pietre miliari del mito dei Kavalari. Ognuno di loro ha una diversa versione dell’ultima storia, cioè l’incendio delle città. Viene chiamato il Tempo del Fuoco e dei Demoni. Una leggenda successiva, la Peste Dolorosa, viene ripetuta in pratica parola per parola in tutte le granleghe».

«Vero», disse Vikary. «Queste storie… questi sono solo i resoconti degli antichi giorni su cui dovevo lavorare io. Fin da quando sono nato io, non c’era nessun Kavalar sano di mente che credesse a queste cose».

Gwen tossicchiò significativamente.

Vikary la guardò e sorrise. «Sì, Gwen mi corregge», disse. «Ci sono pochi Kavalari sani di mente che ci credono». Poi proseguì. «Eppure quelli che non sono convinti non hanno molte altre cose in cui credere, nessuna verità alternativa a cui aderire. Ai più la cosa non interessa granché. Quando sono ripresi i viaggi spaziali e ad Alto Kavalaan sono arrivati i Lupani, i Toberiani e più tardi i Kimdissi, ci hanno trovati tutti ansiosi di imparare la perduta arte della tecnologia ed infatti ci insegnarono proprio questo, in cambio delle nostre gemme e dei metalli pesanti. In breve tempo avemmo le navi spaziali, ma ci mancava ancora una storia». Sorrise. «Durante i miei studi su Avalon, io ho scoperto le verità che attualmente possediamo. Erano poca cosa, però abbastanza. Nascoste nella grande banca di dati dell’Accademia, ho trovato le registrazioni relative alla colonizzazione originaria di Alto Kavalaan.

«È stato verso la fine della Doppia Guerra. Un gruppo di coloni parti da Tara per raggiungere un mondo al di là del Velo Tentatore, dove speravano di trovare la pace, sfuggendo agli Hrangani ed alle razze-schiave degli Hrangani. I computer indicarono che per qualche tempo ci riuscirono. Scoprirono un pianeta brullo e straniero, eppure ricco. In breve tempo costituirono una colonia ad alto livello, basata sulle operazioni minerarie. Nelle registrazioni c’è traccia dei traffici tra Tara e la Colonia per circa vent’anni, poi il pianeta al di là del Velo è improvvisamente scomparso dalla storia umana. Tara quasi non se ne accorse. Questi furono gli anni più cruenti di tutta la guerra».

«E tu pensi che quel pianeta fosse Alto Kavalaan?», chiese Dirk.

«È un fatto noto», rispose Vikary. «Le coordinate coincidono, così come altri affascinanti pezzi di informazione. La colonia si chiamava Cavanaugh, ti dice niente? Forse anche più impressionante, il capo della prima spedizione si chiamava Kay Smith, cioè Kay Fabbro, una donna».

Gwen sorrise a sentire queste parole.

«C’era anche qualcosa d’altro che scoprii», continuò Vikary, «quasi per caso. Ti devi ricordare che la maggior parte dei mondi esterni non furono mai coinvolti nella Doppia Guerra. Le civiltà del Margine sono Figlie del Collasso, o addirittura comparvero nel post-collasso. Nessun Kavalar ha mai visto un Hrangano, né tanto meno una delle razze-schiave. Nemmeno io, finché non venni su Avalon e non cominciai ad interessarmi degli aspetti più vasti della storia umana. Allora, in un resoconto che parlava del conflitto nei convolvi, vidi delle illustrazioni che riproducevano vari schiavi semi-senzienti degli Hrangani, che avevano lo scopo di spaventare le truppe dei mondi che secondo loro non erano meritevoli della loro immediata attenzione. Senza dubbio, dato che tu sei un uomo dei convolvi, conosci queste razze aliene, mio caro Dirk. I guerrieri notturni Hruun, che erano avvezzi alle alte gravità, di forza immensa ed estremamente selvaggi, quelli che vedevano bene negli infrarossi. I Dattiloidi alati, che hanno preso il loro nome perché somigliavano più o meno a certe bestie preistoriche terrestri. Ma peggiori ancora erano i githyanki, i succhiatori d’anima, con i loro terribili poteri psi».

Dirk annuiva. «Ho visto un paio di Hruun durante i miei viaggi. Le altre razze sono quasi estinte, non è vero?».

«Può darsi», disse Vikary. «Ho osservato a lungo le illustrazioni che avevo trovato ed ogni tanto ritornavo a guardarle. C’era qualcosa che mi disturbava. Alla fine riuscii ad intrawedere la verità. Gli Hruun, i dattiloidi ed i githyanki… ogni razza conservava l’aspetto delle cariatidi che sono poste davanti agli ingressi di ogni granlega Kavalari. Capito Dirk? Erano i demoni dei nostri miti!».

Vikary si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza, continuando a parlare con voce piana e controllata e dimostrando il proprio eccitamento nel solo atto di andare su e giù. «Quando Gwen ed io ritornammo su Alto Kavalaan, io esposi la mia teoria, basata sulle vecchie leggende, sul ciclo dei Demoncanti del grande poeta-avventuriero Jamis-Leone Taal e sulla banca di dati dell’Accademia. Traduci tutto in termini storici: la colonia di Cavanaugh era, con le sue città, sulle pianure ed eseguiva operazioni minerarie. Gli Hrangani livellano le città con delle bombe nucleari. I sopravvissuti vivono solo in profondi rifugi, altrimenti nelle miniere. Per appropriarsi del pianeta, gli Hrangani fanno atterrare anche dei contingenti delle loro razze-schiave. Poi se ne vanno e non ritornano più per un secolo. Le miniere diventano le prime granleghe, altre sono costruite in seguito, scavate profondamente nella pietra. Dato che le città non ci sono più, i minatori si orientano verso un tipo di cultura che garantisce la sopravvivenza. Per innumerevoli generazioni combattono contro le razze-schiave e tra di loro. Ad un certo momento, ecco che sorgono delle mutazioni umane, tra le rovine radioattive delle città…».

A questo punto Dirk scattò in piedi. «Jaan», disse.

Vikary smise di camminare, si voltò e corrugò la fronte.

«Sono stato maledettamente paziente», disse Dirk. «Capisco che queste sono cose che a te interessano moltissimo. È il tuo lavoro. Ma io voglio delle risposte e le voglio subito». Alzò una mano e conteggiò le domande sulle dita. «Chi è Lorimaar? Che cosa voleva? E perché io devo essere protetto da lui?».

Anche Gwen si alzò. «Dirk», disse lei. «Jaan si limita a fornirti le informazioni base che ti servono per capire. Cerca di non…».

«No!», Vikary la fece zittire con un cenno della mano. «No, t’Larien ha ragione, io mi entusiasmo un po’ troppo quando parlo di queste cose». Poi disse a Dirk: «Allora ti risponderò direttamente. Lorimaar è un Kavalar assai tradizionale, talmente tradizionale che è fuori posto anche su Alto Kavalaan. È una creatura di un’altra epoca. Ti ricordi l’altra mattina, quando ti ho dato la spilla e sia io che Garse esprimemmo preoccupazione per la tua salute al calar del giorno?».

Dirk annuì. Sollevò una mano e toccò la piccola spilla, strettamente attaccata al suo colletto. «Sì».

«Lorimaar alto-Braith ed altri del suo tipo erano il motivo per cui noi eravamo preoccupati, t’Larien. Le ragioni non sono facili da spiegare».

«Permetti», disse Gwen. «Dirk, ascolta. I Kavalari altolegati, la gente delle granleghe, si sono sempre rispettati l’uno con l’altro attraverso i secoli… Be’, hanno combattuto e guerreggiato, a tal punto che una ventina di granleghe e di coalizioni sono andate distrutte completamente e sono rimasti solo quattro grandi gruppi, che sono le granleghe attuali. Comunque si riconoscevano l’un l’altro come esseri umani, soggetti alle regole dell’altaguerra ed al codice duellesco dei Kavalari. Ma c’erano altri, sai… gente solitaria delle montagne, gente che abitava al di sotto delle rovine delle città, agricoltori. Si tratta di idee — mie e di Jaan — ma il punto è che questa gente effettivamente esiste, sopravvissuti al di fuori dei campi minerari. Bene, gli altolegati non riconoscono questi sopravvissuti come autentici uomini e donne. Vedi, Jaan ha lasciato qualcosa fuori da tutta questa storia… Oh, insomma, calmati. Lo so che era una storia lunga, ma era importante. Tu ti ricordi di quelle tre ragazze-schiave degli Hrangani che corrispondevano ai demoni del mito Kavalar? Bene, l’unico problema era che c’erano tre razze-schiave, ma c’erano quattro tipi di demoni. I demoni più cattivi e pericolosi erano i falsuomini».