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Dirk aggrottò la fronte. «Falsuomini? Lorimaar mi ha chiamato falsuomo. Pensavo che volesse dire qualcosa come non-uomo, più o meno».

«No», disse Gwen. «Non-uomo è un termine comune, mentre falsuomo è usato solo su Alto Kavalaan. Cambia-aspetto, li chiama la leggenda, licantropi e mentitori. Possono assumere qualsiasi forma, ma assumono preferibilmente quella di uomini e cercano di infiltrarsi nelle granleghe. Una volta dentro, travestiti da uomini, possono colpire in segreto ed uccidere.

«Questi altri superstiti — gli agricoltori, le famiglie delle montagne, i mutanti, gli sfortunati, gli altri esseri umani che stavano su Cavanaugh — questi erano i falsuomini, i licantropi. Loro non potevano arrendersi, perché le regole dell’altaguerra per loro non venivano applicate. I Kavalari li sterminarono, mai credendo che potessero essere umani. Erano considerati degli animali alieni. Dopo parecchi secoli, quelli che erano rimasti venivano cacciati per sport. Gli uomini delle granleghe cacciano sempre a due a due, teyn-e-teyn, in modo che ognuno dei due possa giurare sull’umanità del compagno quando fanno ritorno».

Dirk pareva atterrito. «E questa cosa va ancora avanti?».

Gwen si strinse nelle spalle. «Raramente. I Kavalari moderni ammettono lo sbaglio dei loro antenati. Ancor prima che ritornassero i viaggi spaziali, Ferrogiada e Rossacciaio, le coalizioni più progressiste, avevano bandito la caccia ai falsuomini. I cacciatori avevano un’usanza. Quando non volevano uccidere immediatamente un falsuomo, per una ragione qualsiasi, ma lo volevano tenere come loro preda personale per più tardi, lo segnavano come korariel e nessun altro lo poteva toccare, pena la possibilità di essere sfidato a duello. I Ferrogiada ed i Rossacciaio allora, andarono fuori a prendere tutti i falsuomini che potevano, li sistemavano nei villaggi e cercavano di riportarli ad un buon grado di civiltà, perché nel frattempo erano diventati selvaggi. Tutti quelli che prendevano venivano detti korariel. Ci fu anche una breve altaguerra per queste cose, Ferrogiada contro Scianagate. Vinse Ferrogiada e korariel assunse il nuovo significato di proprietà protetta».

«E Lorimaar?», domandò Dirk. «Che cosa c’entra lui?».

Lei sorrise maliziosamente; per un secondo gli fece venire in mente Janacek. «In ogni cultura ci sono cose dure a morire, cose credute vere, dogmatiche. Braith è la più conservatrice delle coalizioni e per lo meno un decimo di loro — secondo le stime di Jaan — crede ancora nei falsuomini. Si tratta soprattutto di cacciatori, che vogliono crederci a tutti i costi. Sono quasi tutti dei Braith. Lorimaar ed il suo teyn, oltre ad un pugno di altri kethi sono qui per cacciare. Il gioco è più vario che non su Alto Kavalaan e non c’è nessuno che li obblighi a seguire certe regole del gioco. Infatti qui non ci sono regole. I patti in vigore per il festival sono caduti parecchio tempo fa. Lorimaar può uccidere chiunque».

«Anche gli esseri umani», disse Dirk.

«Se riescono a trovarli», disse lei. «Larteyn ha venti abitanti, credo… ventuno con te. Noi ed un poeta chiamato Kirak Rossacciaio Cavis, che abita su di una vecchia torre d’osservazione ed un paio di regolari cacciatori di Scianagate. Gli altri sono Braith. Cacciano i falsuomini e fanno altri giochi quando non riescono a trovare dei falsuomini. Una generazione più vecchia di quanto è Jaan, per lo più, e sono tutti assetati di sangue. Non sanno niente delle vecchie cacce, tranne le storie che hanno sentito nella loro granlega e forse qualche uccisione illecita di uomini che hanno visto sulle Colline Lameraane. Conoscono solo le leggende. Tutti quanti sono pieni di tradizioni e di frustrazioni».

Gwen sorrise.

«E la cosa continua? Nessuno fa niente?».

Jaan Vikary incrociò le braccia. «Ti devo fare una confessione t’Larien», disse in tono grave. «Ti abbiamo mentito, ieri. Garse ed io, quando tu ci avevi chiesto perché fossimo qui. Per la verità, sono stato io a mentirti. Garse ti aveva detto per lo meno una parziale verità… dobbiamo proteggere Gwen. Lei è una che viene da altri mondi, non è una Kavalar ed i Braith la ucciderebbero volentieri dichiarandola un falsuomo, se non avesse la protezione di Ferrogiada. Lo stesso vale per Arkin Ruark, che non sa niente di tutto questo, nemmeno che ha la nostra protezione. Eppure è così. Anche lui è korariel di Ferrogiada.

«Comunque la ragione per cui siamo qui va al di là di queste motivazioni. Era una cosa vitale per me lasciare Alto Kavalaan nel momento in cui l’ho fatto. Quando ho assunto i miei aitinomi ed ho pubblicato le mie teorie, sono immediatamente diventato assai potente nel consiglio degli altolegati ed anche molto odiato. Molti uomini di religione hanno considerato un insulto personale la mia affermazione che Kay Ferro-Fabbro era una donna. Fui sfidato sei volte, solo per quel motivo. Nell’ultimo duello Garse uccise un uomo, mentre io ferii il suo teyn in malo modo, sicché non potrà mai più camminare. Non volevo che una cosa del genere continuasse. Pareva che qui a Worlorn non ci fossero nemici. Alle mie sollecitazioni, il consiglio di Ferrogiada assegnò il progetto ecologico a Gwen.

«Però, nello stesso tempo, venni a conoscenza delle attività di Lorimaar quaggiù. Lui aveva già guadagnato il suo primo trofeo e ne era giunta voce a Braith e quindi a noi. Garse ed io discutemmo della cosa e decidemmo di por fine a questa attività. La situazione è estremamente esplosiva. Se i Kimdissi venissero a sapere che i Kavalari stanno di nuovo dando la caccia ai falsuomini propagherebbero la notizia a tutti i mondi esterni. Non corre molta simpatia tra Kimdiss ed Alto Kavalaan, come tu certo saprai. Noi non temiamo i Kimdissi, che hanno aderito ad una religione e ad una filosofia di non-violenza, come anche gli Emereli. Altri mondi del Margine sono più pericolosi. I Lupani sono sempre in movimento, erratici; i Toberiani possono por termine ai loro commerci se sanno che i Kavalari cacciano i loro turisti pelandroni. Forse anche Avalon si rivolterebbe contro di noi, se tali notizie dovessero arrivare al di là del Velo e noi saremmo banditi dall’Accademia. Questo è un rischio che non possiamo correre. Lorimaar ed i suoi amici non se ne curano ed i consigli delle granleghe non possono farci niente. Non hanno alcuna autorità qui e solamente i Ferrogiada si preoccupano un po’ di quello che capita su di un mondo morente a parecchi anni luce di distanza. Sicché Garse ed io siamo da soli a combattere contro i cacciatori di Braith.

«Fino ad adesso non siamo ancora giunti ad un conflitto aperto. Viaggiamo in lungo ed in largo, visitiamo tutte le città, a cercare quelli che ancora abitano su Worlorn. Tutti quelli che troviamo li facciamo diventare korariel. Ne abbiamo trovati pochi… un bambino che viveva allo stato selvaggio, abbandonato durante il festival, alcuni Lupani che andavano attorno a Città di Haapala, un cacciatore di ferrocorni di Tara. A tutti ho dato un segno della mia stima», sorrise, «una piccola spilla di ferro fatta a forma di banscea. È una specie di segnale di preavviso, che serve a far capire ad un cacciatore che è troppo vicino a qualcosa che non deve cacciare. Se toccassero qualcuno che indossa la mia spilla, uno dei miei korariel, sarebbe un’offesa meritevole di un duello. Lorimaar può blaterare ed arrabbiarsi fin che vuole, ma non farebbe mai un duello con noi. Sarebbe la sua fine».