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Vikary salutò per primo Dirk, con un breve cenno ed un sorriso vago. Poi guardò Chell. «Chell Nim Ventofreddo fre-Braith Daveson», disse formalmente. «Onore alla tua granlega, onore al tuo teyn».

«Anche a te», disse il vecchio Braith. «Il mio nuovo teyn mi protegge il fianco e tu non lo conosci ancora». Indicò Bretan.

Jaan si voltò e soppesò rapidamente il giovane sfregiato con gli occhi. «Io sono Jaan Vikary», disse, «dell’Unione Ferrogiada».

Bretan fece lo strano rumore, quel rumore così particolare. Cadde un silenzio impacciato.

«Più esattamente», disse Janacek, «il mio teyn è Jaantony Riv Lupo alto-Ferrogiada Vikary. Ed io sono Garse Ferrogiada Janacek».

A questo punto Bretan rispose. «Onore alla vostra granlega, onore al tuo teyn. Io sono Bretan Braith Lantry».

«Non ci sarei mai arrivato», disse Janacek con una leggera traccia di sorriso. «Avevamo sentito parlare di te».

Jaan Vikary gli gettò uno sguardo di ammonimento. C’era qualcosa che non andava sul viso di Jaan. In un primo momento Dirk pensò che fosse uno scherzo della luce — l’oscurità avanzava velocemente ormai — ma poi vide che la mascella di Vikary era un po’ gonfia da una parte ed il suo profilo aveva un aspetto leggermente più paffuto del solito.

«Siamo venuti da voi molto addolorati», disse Bretan Braith Lantry.

Vikary guardò Chell. «È così?».

«È così, Jaantony alto-Ferrogiada».

«Mi dispiace che si debba bisticciare», rispose Vikary. «Quale è il problema?».

«Dobbiamo farti una domanda», disse Bretan. Mise una mano sulla spalla di Dirk. «Questo, Jaantony alto-Ferrogiada. Dicci, è korariel di Ferrogiada o no?».

Adesso Garse Janacek sghignazzava apertamente ed i suoi occhi azzurri incontrarono quelli di Dirk. E gli occhi ridevano un po’ nei loro abissi gelati, come se dicessero: bene, bene, che cosa hai fatto adesso?

Jaan Vikary si limitò a corrugare la fronte. «Perché?».

«La tua verità è forse dipendente dalle nostre ragioni, altolegato?», chiese duramente Bretan. La sua guancia distrutta tremò violentemente.

Vikary guardò Dirk. Era chiaro che non era contento.

«Non hai nessun motivo per ritardare o negarci la risposta, Jaantony alto-Ferrogiada», disse Chell Daveson. «La verità può essere solo sì o no; non ci possono essere risposte diverse da queste». La voce del vecchio era assolutamente tranquilla; lui almeno non aveva da nascondere il nervosismo ed il suo codice di comportamento gli dettava tutte le parole che doveva dire.

«Una volta tu avresti avuto ragione, Chell fre-Braith», cominciò Vikary. «Nei vecchi giorni delle granleghe, la verità era una cosa semplice, ma questi sono tempi nuovi, pieni di cose nuove. Ormai siamo un popolo che appartiene a molti mondi, non più a uno solo, per cui le nostre verità sono più complesse».

«No», disse Chell. «Questo falsuomo è korariel, o questo falsuomo non è korariel. Non mi sembra complicato».

«Il mio teyn Chell parla bene», aggiunse Bretan. «La domanda che ti ho fatto mi pare abbastanza semplice, altolegato. Ora aspetto la tua risposta».

A Vikary non piaceva che gli facessero fretta. «Dirk t’Larien è un uomo che proviene dal lontano mondo di Avalon, al di là del Velo Tentatore, un mondo umano dove ho abitato anch’io un tempo ed ho studiato. Io lo avevo nominato korariel per dargli la mia protezione e la protezione dei Ferrogiada contro quelli che potrebbero volergli fare danno. Ma la mia è una protezione da amico, nello stesso modo in cui proteggerei un fratello a Ferrogiada, come un teyn protegge un teyn. Lui non è di mia proprietà, non reclamo su di lui nessuna potestà. Mi capisci?».

Chell non capiva. Il vecchio premette le labbra tra di loro, stirando i sottili baffetti spinosi e borbottò qualcosa in Antico Kavalar. Poi parlò ad alta voce. Per la verità fin troppo ad alta voce, quasi gridando. «Che cos’è questa corbelleria? Il tuo teyn è Garse Ferrogiada, non è questo straniero. Come fai a dire che è come un teyn? È un Ferrogiada? Non è nemmeno armato! Non so neppure se è davvero un uomo! Perché se lo fosse non potrebbe essere un korariel e se non lo è allora deve essere un korariel e tu ne devi reclamare la proprietà. Non mi paiono proprio sensate le tue parole falsuomine».

«Questo mi dispiace, Chell fre-Braith», disse Vikary, «ma sono le tue orecchie che non vanno bene, non sono le mie parole. Sto cercando di trattarti con onore, ma non mi rendi certo facili le cose».

«Tu mi vuoi fregare!», disse Chell con tono accusatore.

«No».

«Sì, invece».

Allora parlò Bretan Braith e la sua voce non aveva il timbro iroso di quella di Chell, ma era dura. «Dirk t’Larien, come lui dice di chiamarsi e come infatti tu lo chiami, ci ha fatto un torto. Questo è il centro della faccenda, Jaantony alto-Ferrogiada. Lui ha messo le mani su cose di proprietà di Braith senza che Braith gli avesse dato una sola parola di permesso. Ora, chi paga per questo? Se lui è un falsuomo ed un korariel vostro, allora io lancio subito, senza mezzi termini, la sfida. Ferrogiada ha fatto torto a Braith. Se lui non è korariel allora, be’…». Si fermò.

«Capisco», disse Jaan Vikary. «Dirk?».

«Per la verità, tutto ciò che ho fatto è consistito nel sedermi in quel maledetto coso per un paio di secondi», disse Dirk a disagio. «Stavo solo cercando un relitto, una macchina abbandonata che funzionasse ancora. Gwen ed io ne avevamo trovata una di quel tipo a Kryne Lamiya ed ho pensato che forse era possibile trovarne una anche qui».

Vikary alzò le spalle e fissò i due Braith. «Pare che il torto sia davvero minimo, ammesso che ci sia. Non è stato preso niente».

«La nostra macchina è stata toccata!», berciò il vecchio Chell. «Da lui, da un falsuomo; lui non aveva nessun diritto! Tu lo chiami un piccolo torto, questo? Avrebbe potuto volarsene via. Tu dici che io debbo tenere gli occhi chiusi come un falsuomo e dire che in fondo è stato fatto ben poco?». Si voltò verso il suo teyn Bretan. «I Ferrogiada ci vogliono fregare, ci hanno insultati», disse. «Può anche darsi che non siano dei veri uomini, ma che siano anche loro dei falsuomini. Sanno dire un sacco di parole da falsuomo».

Garse Janacek rispose immediatamente. «Io sono teyn di Jaantony Riv Lupo alto-Ferrogiada e posso testimoniare per lui. Non è un falsuomo». Disse le parole in fretta, come se fosse una formula di rito.

Dal modo in cui Janacek guardò Vikary, sembrò chiaro a Dirk che lui si aspettava che il suo teyn ripetesse le stesse parole. Invece Jaan scosse il capo e disse: «Ah, Chell. Non ci sono falsuomini». La sua voce pareva immensamente stanca e le larghe spalle si reclinarono.

Il Braith alto, e più vecchio dava l’impressione di essere stato colpito in faccia da Jaan. Borbottò di nuovo a voce bassa delle parole in antico Kavalar.

«Questa è una cosa che non può continuare», disse Bretan Braith. «Non concludiamo niente. Hai nominato quest’uomo korariel, Jaantony alto-Ferrogiada?».

«Si».

«Rifiuto quel nome», disse tranquillamente Dirk. Si sentiva praticamente costretto ed il momento pareva giusto. Bretan si volse a metà e lo fissò e l’occhio verde del Braith pareva anche più acceso di quello di pietraluce.