L’uomo si mise a sedere lentamente sbattendo gli occhi. Vide Dirk e lo fissò con sguardo truce.
«Alzati», disse Dirk. Gli fece un cenno con il laser.
Janacek si alzò barcollando e si guardò attorno cercando la sua arma.
«Non troverai niente», gli disse Dirk. «L’ho presa io».
Gli occhi di Janacek erano stanchi ed arrossati, ma ormai la sua ubriachezza era quasi del tutto scomparsa. «Perché sei qui, t’Larien?», disse lentamente, con voce da cui traspariva più la stanchezza che l’effetto del vino. «Sei venuto a prendermi in giro?».
Dirk scosse il capo. «No. Mi dispiace per te».
Janacek lo fissò. «Ti dispiace per me?».
«Non ti sembra di fare pietà? Guardati attorno!».
«Attento», gli disse Janacek. «Sfottimi ancora un po’ t’Larien, e scoprirò subito se hai abbastanza fegato da usare quel laser che tieni in maniera tanto balorda».
«No, Garse», disse Dirk. «Per piacere. Mi serve il tuo aiuto».
Janacek rise, gettando indietro il capo in un ruggito.
Quando ebbe finito, Dirk gli disse tutto ciò che era capitato fin da quando Vikary aveva ucciso Myrik Braith a Sfida. Janacek rimase rigido e immobile mentre ascoltava, con le braccia incrociate strettamente sul petto nudo e ferito. Rise ancora una volta… quando Dirk gli disse le sue conclusioni circa Ruark. «I manipolatori di Kimdiss», mormorò Janacek. Dirk lo lasciò brontolare, poi fini la storia.
«Allora?», domandò Janacek quando l’altro ebbe finito. «Cosa ti fa pensare che queste cose mi interessino?».
«Ho immaginato che tu non avessi avuto intenzione di permettere ai Braith di dar la caccia a Jaan come se fosse un animale», disse Dirk.
«È lui che ha voluto diventare un animale».
«Questo secondo i Braith, immagino», rispose Dirk. «Tu sei un Braith?».
«Io sono un Kavalar».
«Allora tutti i Kavalari sono uguali?». Fece un gesto verso la testa di pietra della cariatide nel caminetto. «Vedo che anche tu prendi dei trofei adesso, proprio come Lorimaar».
Janacek non disse niente. I suoi occhi erano durissimi.
«Forse avevo torto», disse Dirk. «Ma quando sono venuto qui e ho visto tutto questo, ho cominciato a pensare. Ho cominciato a pensare che forse tu avevi dei sentimenti umani verso l’uomo che una volta era stato il tuo teyn. Mi sono ricordato che mi avevi detto che tra te e Jaan c’era un vincolo più forte di qualsiasi altro io avessi mai conosciuto. Però penso che questa fosse una bugia».
«Era la verità. È stato Jaan Vikary a spezzare il vincolo».
«Gwen ha spezzato tutti i vincoli che c’erano tra di noi parecchi anni fa», disse Dirk, «eppure io sono venuto quando lei ha avuto bisogno di me. Oh, è poi venuto fuori che lei non aveva proprio bisogno di me ed io sono venuto per un mucchio di motivi egoistici. Comunque sono venuto. Non puoi negarmelo, Garse. Ho mantenuto la mia promessa». Fece una pausa. «E non permetterò a nessuno di farle del male, ammesso che riesca a fermarli. Pare che noi fossimo vincolati da qualcosa che era assai più forte del vostro ferro-e-fuoco Kavalar».
«Dì quel che ti pare t’Larien. Le tue parole non cambiano niente. L’idea di te che mantieni le promesse è ridicola. Che mi dici delle promesse che avevi fatto a Jaan e a me?».
«Le ho tradite», disse rapidamente Dirk. «Lo so. Per cui tu ed io siamo pari, Garse».
«Io non ho tradito nessuno».
«Tu stai abbandonando quelli che ti sono stati più vicini. Gwen, che è stata la tua cro-betheyn, che ha dormito con te, ti ha amato e ti ha odiato tutto assieme. E Jaan. Il tuo prezioso teyn».
«Io non li ho mai traditi», disse Janacek accalorandosi. «Gwen ha tradito me e la giada-e-argento che indossava fin dal giorno in cui si è unita a noi. Jaan ha abbandonato tutto ciò che era valido per il modo in cui ha ucciso Myrik. Mi ha ignorato, ha ignorato i doveri del ferro-e-fuoco. Non devo niente a loro».
«Tu no, davvero?». Dirk sentiva la gemma mormorante sotto la camicia, dura contro la pelle, che lo inondava di parole e memorie, che avevano un senso per l’uomo che una volta lui era stato. Era molto arrabbiato. «E questo spiega tutto? Tu non devi niente a loro, e allora chi se ne frega? Tutti i vostri dannati vincoli Kavalari non sono altro, in definitiva, che debiti ed obblighi. Tradizioni, antica saggezza delle granleghe, come il codice duellesco e la caccia ai falsuomini. Non starci a pensare, ma segui le tradizioni. Ruark aveva ragione su una cosa: non c’è amore in nessuno di voi, tranne forse in Jaan e non ne sono nemmeno completamente sicuro. Che cosa diavolo avrebbe fatto se Gwen non avesse più avuto il suo braccialetto?».
«Sarebbe stato lo stesso!».
«Davvero? E tu? Avresti sfidato Myrik solo perché aveva fatto male a Gwen? O non è stato forse perché aveva danneggiato la tua giada-e-argento?». Dirk sbuffò. «Può darsi che Jaan avrebbe fatto la stessa cosa, ma non tu, Janacek. Tu sei Kavalar come lo stesso Lorimaar, rigido come Chell o Bretan. Jaan voleva che la sua gente fosse migliore, ma immagino che tu volessi solo fare una scorreria e non ci hai creduto nemmeno un istante». Estrasse il laser di Janacek dalla cintura e lo gettò attraverso la stanza con la mano libera. «Ecco», gridò, abbassando il fucile. «Va a cacciare falsuomini!».
Janacek sobbalzò, afferrò l’arma a mezz’aria quasi per riflesso condizionato. La strinse goffamente e si accigliò. «Potrei ucciderti adesso, t’Larien», disse.
«Fallo, oppure non far niente», disse Dirk. «Fa lo stesso. Se tu avessi davvero amato Jaan…».
«Io non amo Jaan», scattò Janacek. «Lui è il mio teyn!».
Dirk lasciò sospese le parole del Kavalar in aria per un lungo minuto. Si grattò il mento pensoso. «È?», disse. «Vuoi dire che Jaan era il tuo teyn, non è vero?».
Il rossore di Janacek scomparve così com’era venuto. Sotto la barba un angolo della bocca ebbe un guizzo in modo che a Dirk ricordò Bretan. I suoi occhi si spostarono, quasi furtivamente, in parte vergognosi, verso il pesante braccialetto di ferro che era sempre attaccato al braccio insanguinato.
«Tu non hai tolto tutte le pietreluci, non è vero?», disse gentilmente Dirk.
«No», disse Janacek. La sua voce era stranamente morbida. «No, non le ho tolte. Naturalmente non vuol dire granché. Il ferro fisico non vuol dire niente quando il ferro dell’anima è scomparso».
«Ma non è scomparso, Garse», disse Dirk. «Jaan mi ha parlato di te quando eravamo assieme a Kryne Lamiya. Lo so. Può darsi che lui si senta vincolato co! ferro anche a Gwen e forse in questo sbaglia. Non chiederlo a me. Tutto ciò che so è che per Jaan quell’altro ferro c’è ancora. A Kryne Lamiya portava ancora il braccialetto di ferro-e-fuoco. E continuerà a portarlo anche quando i cani Braith lo abbatteranno, suppongo».
Janacek scosse il capo. «t’Larien», disse, «giurerei che tua madre venisse da Kimdiss. Infatti non riesco a resisterti. Sei un manipolatore nato». Fece un ampio sorriso; era l’antico ghigno, quello che gli aveva lanciato quel mattino quando aveva puntato il laser su Dirk e gli aveva chiesto se la cosa lo allarmasse. «Jaan Vikary è il mio teyn», disse. «Che cosa vuoi farmi fare?».
La conversione di Janacek, anche se un po’ riluttante, risultò però abbastanza completa. Il Kavalar si mise al lavoro quasi immediatamente. Dirk pensava che dovessero andarsene subito e discutere i piani mentre andavano, ma Janacek insistette che avrebbero avuto il tempo per fare una doccia e per rivestirsi. «Se Jaan è ancora vivo, sarà abbastanza al sicuro fino all’alba. I cani non ci vedono bene di notte ed ai Braith non verrà certo la voglia di infilarsi in un bosco di soffocatori con il buio. No, t’Larien, si accamperanno ed aspetteranno. Un uomo solo ed a piedi non può certo andare lontano. Per cui abbiamo tutto il tempo per incontrarci con loro da veri Ferrogiada».
Quando furono pronti a partire, Janacek era riuscito a togliere quasi ogni traccia della sua rabbia da ubriaco. Lui era snello ed immacolato, con un vestito di tessuto camaleonti.no bordato di pelliccia, con la barba ripulita e pettinata, i capelli rosso scuro accuratamente sistemati all’indietro. Il braccio destro era stato bendato e ripulito attentamente, ma era ancora gonfio ed era l’unica traccia rimasta del suo stato precedente. Ma le ferite non parevano avergli recato grossi danni; i suoi movimenti erano eleganti e fluidi mentre caricava il laser e lo controllava, per poi farlo scivolare nella cintura. Oltre alla pistola, Janacek portava anche un coltello a doppia lama ed un fucile come quello di Dirk. Sorrise allegramente mentre lo sollevava.