Wyoh tracciava linee su linee convincendosi sempre più che lo schema funzionava… Non poteva non funzionare, era un circuito idiota. Bastava che Mike lo studiasse per qualche millisecondo e avrebbe prodotto uno schema migliore, più sicuro; probabilmente, anzi certamente, avrebbe scoperto il modo per evitare tradimenti accelerando la velocità di comunicazione. Il fatto è che io non sono un calcolatore elettronico.
Prof guardava con gli occhi sbarrati.
— Che cosa c’è che non va? — chiesi. — Funziona benissimo; questa roba è come l’alfabeto, per me.
— Manuel, mio caro rag… Scusami: signor O’Kelly… sarete voi il capo di questa rivoluzione?
— Io? Santo Dio, no! Non sono il martire delle cause perse. Stavo solo parlando di circuiti elettronici.
Wyoh alzò gli occhi.
— Mannie — disse con voce asciutta — è deciso: sei il capo.
10
— Macché deciso, macché capo.
— Manuel — disse il Professore — pensaci su. Eccoci qua, in tre, il numero perfetto, con un sacco di talento e di esperienza. Bellezza, età, e l’energia di un uomo maturo…,
— Non ho nessuna energia!
— Per favore, Manuel. Riflettiamo su ogni aspetto possibile, prima di prendere una decisione. E per rendere le cose più facili posso chiedere se questo albergo fornisce roba da bere? Ho qualche fiorino che potrei inserire nella corrente del commercio.
Era la proposta più sensata che avessi udito nell’ultima ora. — Vodka Stilichnaya?
— Ottima scelta. — Fece per aprire la borsa.
— Faccio io — dissi, e ne ordinai un litro, con ghiaccio. Ci arrivò tutto nel giro di pochi minuti.
— Ora — ripresi dopo un brindisi — Prof, come pensi che andrà a finire il campionato di baseball? Credi che la squadra degli Yankees ce la possa fare ancora?
— Manuel, qual è la tua filosofia politica?
— Hanno quel ragazzo nuovo di Milwaukee e mi sento di fare un buon investimento.
— A volte un uomo non definisce la propria filosofia, però, con un’indagine socratica, riesce a sapere qual è la sua posizione e perché.
— Ho deciso: scommetto sugli Yankees, tre a due.
— Cosa? Giovane idiota! E quanto punti?
— Trecento dollari di Hong Kong.
— Accetto. Per esempio, in quali circostanze lo Stato può, a buon diritto, mettere il proprio benessere al disopra di quello di un qualsiasi cittadino?
— Mannie — disse Wyoh — hai qualche altro dollaro da buttare via? Punterei sulla squadra di Filadelfia.
La guardai. — Che cosa pensavi di puntare?
— Vai all’inferno, seduttore!
— Prof, da come la vedo io, non esiste alcuna circostanza che giustifichi la pretesa dello Stato di porre il proprio benessere al disopra, per esempio, del mio.
— Bene. Abbiamo un punto di partenza.
— Mannie — disse irritata Wyoh — il tuo è un giudizio estremamente egoista.
— Io sono la persona più egoista che ci sia.
— Oh, sciocchezze! Chi ha salvato me, una straniera? E non hai nemmeno cercato di approfittarne. Prof, stavo scherzando prima. Mannie si è comportato da vero cavaliere.
— Senza macchia e senza paura. Lo sapevo, lo conosco da anni. E quello che so di lui è coerente con il giudizio che ha espresso.
— Ma è un giudizio egoista! Non dal punto di vista della situazione attuale, ma nei confronti dell’ideale verso il quale tendiamo. Mannie, lo Stato è la Luna. Benché non sia ancora uno Stato sovrano e noi si sia ufficialmente cittadini terrestri. Ma io mi sento parte dello Stato Lunare e lo stesso dicasi per la tua famiglia. Saresti disposto a morire per la tua famiglia?
— Questo non c’entra.
— Sì che c’entra! È proprio qui il punto.
— Nyet! No! Conosco la mia famiglia, sono stato optato molti anni fa.
— Mia cara signorina, devo prendere le difese di Mannie. Il suo giudizio è giusto, anche se forse lui non è capace di esprimerlo. Posso fare un’altra domanda? In quali circostanze diventa morale, per un gruppo, fare un’azione non morale per un singolo membro del gruppo?
— Uhm… è una domanda trabocchetto.
— È la domanda chiave, cara Wyoming. Una domanda che va alla radice del problema stesso del governo. Chiunque risponda onestamente e accetti tutte le conseguenze, sa in che posizione si trova… e per che cosa è disposto a morire.
Wyoh corrugò la fronte. — Non morale per un singolo membro del gruppo… — disse. — Professore, quali sono i tuoi principi politici?
— Posso prima chiedere i tuoi? Ammesso che tu sia in grado di esprimerli.
— Certamente sono in grado di esprimerli! Faccio parte della Quinta Internazionale, come la maggior parte dei membri dell’Organizzazione. Oh, noi non vogliamo escludere nessuno che si muova nella nostra direzione: è un fronte unito. Abbiamo anche Comunisti e membri della Quarta Internazionale, Societari, Randiti e chissà quanti altri. Però io non sono marxista; noi della Quinta abbiamo un programma pratico. Iniziativa privata dove conviene l’iniziativa privata, pubblica dove e più funzionale la pubblica, e ammettiamo che le circostanze possano alterare i singoli casi.
— Pena capitale?
— Per che cosa?
— Per i casi di tradimento, diciamo. Contro la Luna, dopo che avrete liberato la Luna.
— Tradimento in che modo? Se non conosco le circostanze, non posso rispondere.
— Nemmeno io, cara Wyoming. Però io credo nella pena capitale in alcune circostanze, con questa differenza: non chiederei che ci fosse la sentenza di un tribunale. Processerei, condannerei ed eseguirei la sentenza io stesso, accettandone la piena responsabilità.
— Ma… Professore, quali sono le tue opinioni politiche?
— Sono un razionalista anarchico.
— Non conosco questo gruppo. Anarchici individualisti, anarchici comunisti, anarchici cristiani, anarchici filosofici, sindacalisti, libertari… questi li conosco. Ma che roba è questa? Come i Randiti?
— Posso andare abbastanza d’accordo con un Randita. Un razionalista anarchico crede che concetti come Stato e società non abbiano un’esistenza propria, salvo che sia fisicamente rappresentata negli atti di individui responsabili. Il razionalista anarchico ritiene che sia impossibile trasferire una colpa, condividere una colpa, distribuire colpe… poiché colpe, decisioni e responsabilità sono cose che accadono nella sfera individuale degli esseri umani e da nessun’altra parte. Essendo però razionale, sa che non tutti gli individui condividono le sue opinioni, e perciò cerca di vivere perfettamente in un mondo imperfetto, cosciente che il suo sforzo sarà meno che perfetto, eppure non travolto dalla coscienza del proprio insuccesso.
— Senti, senti! — dissi. — Meno che perfetto: è la meta a cui ho aspirato per tutta la vita.
— L’hai raggiunta — ribatté Wyoh. — Professore, le tue parole sembrano belle, ma c’è qualche cosa che non va. Troppo potere nelle mani di un solo individuo. Certamente non vorresti… insomma, faccio un esempio… non vorresti che i missili con testata termonucleare fossero controllati da una persona irresponsabile…