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Wyoh sogghignò. — Ma, caro! Credi che mi interessi quello che pensa la gente? Sarò felice di fare la parte della tua amichetta… E non è detto poi che debba essere solo una finzione.

— Non prendere mai in giro un vecchio gufo — ribatté Prof sorridendo. — Potrebbe essere ancora capace di beccare. È probabile che verrò a dormire qua più di una notte. Manuel, conto di riprendere le mie normali abitudini. E anche tu dovresti tornare a casa.

— Io dormirei più tranquillo in questo nascondiglio, pur pensando che ci vuole ben più di un poliziotto in gamba per arrestarmi. Ma oltre che essere un nascondiglio, questa stanza è ottima per le riunioni di cellula: ha il telefono.

— Professore — disse Mike — posso permettermi un suggerimento?

— Certamente, amico, abbiamo bisogno della tua opinione.

— Ritengo che il rischio aumenti a ogni riunione della cellula esecutiva. Gli incontri non debbono essere necessariamente fisici. Potete radunarvi… e sarò con voi se mi vorrete… per telefono.

— Sarai sempre il benvenuto, compagno Mike: abbiamo bisogno di te. Però… — Il Professore parve preoccupato.

Dissi: — Prof, non temere, nessuno potrà ascoltare le conversazioni. — Gli spiegai come funzionava il sistema telefonico Sherlock. - È il mezzo di comunicazione più sicuro, se Mike sovrintende alle linee. A proposito, non ti è stato detto come metterti in contatto con Mike. Come facciamo, Mike? Prof può usare il mio numero?

Fra loro si accordarono per la parola Mysterious. Prof e Mike si divertivano come bambini all’intrigo per l’intrigo. Per il Professore, fare il ribelle era stata una fonte di gioia sin da ragazzo, da prima che costruisse la sua filosofia politica; per Mike, invece, che importanza poteva avere la libertà umana? La rivoluzione, per lui, era un gioco. Un gioco che gli offriva un uditorio davanti al quale sfoggiare la sua capacità. Mike era la macchina più presuntuosa del mondo.

Sbattei le palpebre. — Prof, hai mai rapinato una banca?

— Non recentemente. Ma forse lo farò di nuovo se la Causa lo richiederà. Per cominciare affittiamo la stanza per una lunazione. Vuoi occupartene tu, Manuel? L’amministrazione potrebbe rimanere sorpresa a sentire la mia voce; sono entrato dalla porta di servizio.

Chiamai il direttore dell’albergo e cominciai a discutere il prezzo della stanza per quattro settimane. Lui chiese novecento dollari di Hong Kong; io offrii novecento dollari dell’Ente. Poi voleva sapere quante persone avrebbero usato la camera. Io gli chiesi se rientrava nelle abitudini dell’Hotel Raffles di ficcare il naso negli affari dei suoi clienti.

Ci mettemmo d’accordo su 475 dollari di Hong Kong; gli spedii l’assegno e lui mandò giù due chiavi. Ne diedi una a Wyoh e una al Professore e tenni quella che avevo preso la sera prima. Sulla Terra mi ero imbattuto in quella consuetudine insolente che impone agli ospiti di un albergo di firmare il registro… e addirittura di mostrare la carta d’identità!

Chiesi: — Mangiamo?

— Non ho fame, Mannie.

— Manuel, ci hai chiesto di aspettare fino a che Mike avesse risposto alle tue domande. Torniamo ora al problema fondamentale. Come ci comporteremo quando avremo di fronte la Terra, Davide contro Golia?

— Ah… speravo che ve ne foste dimenticati. Mike? Hai davvero qualche idea?

— L’ho già detto, Man — rispose con aria lamentosa. — Potremo scagliare sassi.

— Santo cielo! Non è il momento di scherzare.

— Man — protestò — ma noi possiamo davvero scagliare sassi sulla Terra. E lo faremo!

Mi ci volle parecchio tempo per ficcarmi nel cranio l’idea che Mike diceva sul serio e che il suo progetto poteva funzionare. Mi ci volle ancora più tempo per convincere Wyoh e Prof. Eppure doveva essere ovvio a prima vista che Mike diceva sul serio e che il suo progetto era funzionale.

Mike aveva calcolato che cosa sarebbe successo se un carico di grano di cento tonnellate, o una massa di pietre equivalente, fosse precipitato sulla Terra senza essere frenato. L’energia cinetica sviluppata dall’impatto sarebbe stata di 6.250 per 1012 joule, ovvero oltre seimila miliardi di joule. In una frazione di secondo questa energia si sarebbe trasformata in calore: esplosione. Un’esplosione colossale.

Avrebbe dovuto apparirmi evidente sin dal primo momento. Basta guardare la Luna: che cosa si vede? Migliaia e migliaia di crateri, cioè di buchi prodotti da Qualcuno che si è divertito a tirare sassi.

Wyoh disse: — L’espressione joule a me non dice molto. Potreste farmi il confronto con le bombe acca?

— Dunque… — cominciai a fare calcoli mentali. Ma la testa di Mike funzionava molto più in fretta. Rispose lui per me: — L’impatto sulla Terra di una massa di cento tonnellate libera una quantità di energia pari a quella di una bomba atomica di due chiloton.

— Chilo vuol dire mille — mormorò Wyoh — mentre mega è un milione… Ma come, è solo la cinquantamillesima parte di una bomba acca di cento megaton! Non era questa la potenza della più grossa bomba sovietica?

— Wyoh, tesoro — osservai gentilmente — tu vedi le cose da un punto di vista sbagliato. Un’esplosione da due chiloton equivale allo scoppio di due milioni di chilogrammi di trinitrotoluolo… e ti assicuro che un chilo di tritolo fa già un bel botto. Chiedi a un minatore. Due milioni di chili distruggono una città di dimensioni medie. Vero, Mike?

— Sì, Man. E poi, Wyoh, mia unica amica, c’è un altro aspetto da tenere presente. Le bombe termonucleari di molti megaton sono inefficaci. L’esplosione è concentrata in un unico punto, troppo ristretto, e la maggior parte dell’energia viene sprecata. Mentre la potenza di una da cento megaton è cinquantamila volte superiore a quella di una bomba da due chiloton e il suo effetto distruttivo è solo milletrecento volte maggiore.

— Una differenza di milletrecento volte è enorme, mi pare, specie se loro useranno quelle colossali bombe contro di noi.

— È vero, mia amica Wyoh… Ma la Luna ha molti sassi.

— Oh, certo, ne abbiamo molti.

— Compagni — disse il Professore — l’argomento esula dalla mia competenza. Nei miei giovani anni, la mia esperienza dinamitarda era limitata a ordigni di al massimo un chilo di esplosivo chimico, quelli a cui hai accennato tu, Manuel. Ma presumo che voi due sappiate di che cosa state parlando.

— Lo sappiamo — disse Mike.

— Perciò credo a quello che dite. Per riportare l’argomento su un piano che io possa capire devo concludere che il piano richiede la conquista della catapulta.

— Sì — rispondemmo all’unisono Mike e io.

— Non è impossibile. Poi dobbiamo conservare la conquista e mantenere la catapulta in funzione. Mike, hai pensato a come proteggere la catapulta contro, diciamo, un piccolo missile a testata termonucleare?

La discussione proseguì a lungo. Interrompemmo per mangiare… secondo la regola rivoluzionaria del Professore. Mike invece continuò imperterrito a raccontare barzellette suscitando una selva di ricordi al Professore.

Quando lasciammo l’Hotel Raffles, la sera del 14 maggio del ’75, avevamo delineato il piano della Rivoluzione, compresa una serie di varianti per le situazioni critiche: o meglio l’aveva delineato Mike con l’aiuto del Professore.

Stavamo per uscire, io diretto a casa e Prof alla scuola serale e poi, sempre che non lo arrestassero, a casa a fare il bagno, cambiarsi e prendere gli oggetti necessari per passare la notte in albergo, quando risultò evidente che Wyoh non aveva voglia di rimanere sola in quella strana stanza. Wyoh era una donna forte di fronte al pericolo, ma era debole e vulnerabile nelle situazioni d’attesa.