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— Perché non vieni a mangiare a casa mia, invece? Ti presenterò ai miei. A quest’ora c’è sempre qualche cosa di pronto.

— Non vorrei disturbare.

— No. Aspetta un minuto che faccio una telefonata.

Rispose Mum. — Manuel! Che sorpresa, tesoro. La capsula è arrivata da ore. Credevo che non saresti arrivato prima di domani.

— Ho fatto tardi con una cattiva compagnia di ubriaconi, Mimi. Ora vengo a casa… se riesco ancora a trovare la strada, e porto uno dei cattivi compagni.

— Sì, caro. La cena sarà pronta fra venti minuti, non tardare.

— Non vuoi sapere se il mio cattivo compagno è un uomo o una donna?

— Conoscendoti, presumo che sia una donna. Ma immagino che sarò capace di capirlo da sola quando la vedrò.

— Mi conosci troppo bene, Mum. Di’ alle ragazze di farsi belle, non vorrei che l’ospite facesse miglior figura di loro.

— Non perdere tempo e vieni subito, la cena si raffredda. Ciao, caro.

— Ciao, Mum. — Attesi un attimo, poi composi Mycroft-xxx. — Mike, voglio che controlli un nominativo. È un terrestre imbarcato a Popov. Stuart René LaJoie, reperibile negli elenchi sotto la L o la J.

Non dovetti aspettare più di pochi secondi. Mike trovò Stu in varie pubblicazioni biografiche terrestri, da Chi è all’Almanacco di Gotha: esule francese, monarchico, benestante, noto sotto almeno altri sei nomi, tre lauree in legge alla Sorbona, discendente dall’aristocrazia francese e scozzese, divorziato, senza figli, dalla nobildonna Pamela Blueblood. Apparteneva cioè a quel tipo di verme terrestre che non avrebbe nemmeno rivolto la parola a un Lunare, figlio di deportati… E invece Stuart parlava con tutti.

Ascoltai la descrizione per un paio di minuti, poi chiesi a Mike di preparare un dossier completo sul suo conto, senza tralasciare alcun particolare. — Mike — gli comunicai — potrebbe essere il nostro uomo.

— Forse sì, Man.

— Ora devo andare, ciao. — Tornai dal mio ospite, riflettendo. Quasi un anno prima, mentre discutevamo, semiubriachi, in una stanza d’albergo, Mike ci aveva premesso una probabilità di successo su sette… se certe condizioni si fossero verificate. Una di queste era di trovare aiuto sulla Terra.

A parte la possibilità di tirare sassi, Mike sapeva, e lo sapevano tutti, che la potentissima Terra con i suoi undici miliardi di abitanti e le sue risorse infinite non poteva essere sconfitta da tre milioni di Lunari che non avevano niente, anche se noi stavamo in posizione predominante e potevamo lanciare sassi su di loro.

Mike aveva fatto dei raffronti con il XVIII secolo, quando le colonie americane della Gran Bretagna avevano rotto con la madrepatria, e con il XX, quando molte colonie si erano rese indipendenti, e aveva fatto notare che, in nessun caso, una colonia aveva ottenuto la libertà con l’uso della forza. No, l’indipendenza era venuta quando la Nazione imperialista era impegnata altrove, oppure era stanca e aveva rinunciato alla colonia senza usare la forza di cui disponeva.

Da mesi eravamo forti a sufficienza per sopraffare le forze di polizia del Governatore, se lo avessimo desiderato. Una volta che la catapulta fosse stata pronta, ed era questione di giorni, non ci saremmo trovati indifesi. Però avevamo bisogno di un clima favorevole sulla Terra. E per crearlo, dovevamo trovare aiuto sulla Terra.

Prof non considerava difficile il problema. E invece risultò molto difficile. I suoi amici sulla Terra erano morti tutti o quasi e io avevo solo conosciuto insegnanti di elettronica, ma non avevo fatto amicizie laggiù. Diffondemmo questo messaggio in tutte le cellule: Quali pezzi grossi conoscete sulla Terra? e la risposta invariabilmente era: Volete scherzare? Un programma nullo.

Prof controllava le liste dei passeggeri delle navi in arrivo, sperando di individuare qualche personaggio da avvicinare, e aveva letto vecchi giornali per trovare Terrestri incontrati in passato. Io non avevo fatto nessun tentativo: quei pochi che avevo conosciuto sulla Terra non erano certamente pezzi grossi.

Prof non aveva individuato il nominativo di Stu nella lista passeggeri della Popov. Ma lui non l’aveva mai incontrato. Io non sapevo se Stu fosse semplicemente un eccentrico, come sembrava denunciare quel suo strano biglietto di visita. Comunque, era il solo Terrestre con cui avessi mai bevuto in un bar sulla Luna. Mi pareva un tipo con la testa sulle spalle e il rapporto di Mike mostrava che non era del tutto normale.

Così lo portai a casa per vedere che cosa avrebbe pensato di lui la mia famiglia.

L’inizio fu ottimo. Mum gli sorrise e gli tese la mano. Lui gliela strinse e si inchinò tanto profondamente da farmi pensare che volesse fare il baciamano. E lo avrebbe fatto davvero, penso, se non lo avessi messo in guardia sulle donne. Mum faceva le fusa quando lo accompagnò in sala da pranzo.

19

In aprile e maggio raddoppiammo gli sforzi per sollevare i Lunari contro il Governatore e costringere il Governatore stesso ad adottare una politica repressiva.

Mort il Carceriere, però, non era tanto stupido. In realtà non avevamo motivi personali di odio contro di lui se non il fatto che era il simbolo dell’Ente. Era necessario spaventarlo sul serio per costringerlo a reagire duramente.

Il Lunare medio era indifferente. Disprezzava il Governatore, ma con quel sentimento amorfo che non crea rivoluzionari. In realtà, niente gli importava all’infuori della birra, le donne, il gioco e il lavoro. Il solo elemento che impediva alla Rivoluzione di morire d’anemia era il fatto che gli Arditi del corpo di pace avevano un vero talento per suscitare disordini. Però dovevamo continuare a stuzzicarli.

Insistemmo. Mike adattò con nuove parole le vecchie canzoni rivoluzionarie: La Marsigliese, L’Internazionale e Yankee Doodle. Simon Jester si occupò della diffusione, e quando una di esse prendeva piede la facevamo trasmettere, senza le parole, alla radio e alla televisione. Tutto questo metteva il Governatore nella sciocca situazione di dover proibire certe canzoni: era quello che volevamo, e la gente le fischiava per strada.

Mike si mise poi a studiare le voci e le espressioni consuete del Vice Amministratore Capo e di altri capi sezione dell’Ente e il Governatore cominciò a ricevere frenetiche telefonate notturne dai suoi collaboratori. Loro negavano di averle fatte, naturalmente. Così Alvarez dispose un controllo delle linee telefoniche per rintracciare la prima chiamata notturna… e, naturalmente, con l’aiuto di Mike, Alvarez scoprì che proveniva dal telefono privato del capo, e che la voce era quella del Governatore in persona.

La successiva chiamata pirata a Mort parve venire da Alvarez e ciò che Mort ebbe a dire ad Alvarez il giorno dopo e ciò che Alvarez disse per difendersi può essere descritto come una conversazione caotica, venata di follia.

Prof costrinse Mike a smettere quel gioco. Temeva che Alvarez potesse perdere il posto, e noi non volevamo: faceva troppo bene i nostri interessi. Ma a quel punto gli Arditi del corpo di pace erano stati spediti in missione due volte in una sola notte, in base a quello che era sembrato un ordine del Governatore. Il morale delle truppe ne fu ulteriormente minato e il Governatore si convinse di essere circondato da traditori fino nella sua stessa famiglia, mentre i suoi collaboratori erano sicuri che gli avesse dato di volta il cervello.

Sulla Lunaya Pravda apparve un’inserzione che annunciava la conferenza del dottor Adam Selene sul tema Poesia e Arte sulla Luna: un Nuovo Rinascimento. Nessun compagno vi si fece vedere, dato che avevamo passato parola in tutte le cellule di stare alla larga. Quando tre squadre di Arditi accorsero sul luogo della conferenza, non c’era nessuno. Il direttore del giornale ebbe il suo da fare per spiegare che non riceveva personalmente le inserzioni pubblicitarie e che quella era stata ordinata agli sportelli e pagata in contanti. Gli fu ordinato di non accettare più inserzioni a nome di Adam Selene. Poi venne un contrordine: accettare qualsiasi cosa da parte di Adam Selene, ma avvertire subito Alvarez.