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Inoltre, prima della Rivoluzione, l’Ente svolgeva molte funzioni essenziali. Acquistava ghiaccio e grano dai Lunari, vendeva acqua, aria ed energia; insomma, aveva in mano le leve di controllo principali. Comunque avessero dovuto andare le cose in futuro, la vita doveva continuare. Forse era stata un’azione troppo affrettata, quella di distruggere gli uffici dell’Ente (io la pensavo così) insieme a tutti gli archivi. Prof sosteneva però che i Lunari, nessuno escluso, avevano bisogno di un simbolo da odiare e distruggere, e gli uffici rappresentavano il bersaglio di maggiore effetto e di minor valore.

Mike controllava le comunicazioni, il che significava avere il potere effettivo. Prof aveva imposto la censura delle notizie da e per la Terra, lasciando a Mike il compito di falsificare i dispacci fino al momento in cui saremmo riusciti a risolvere il problema di che cosa si doveva far sapere alla Terra. Aveva poi messo in esecuzione la sottofase M, un piano d’emergenza che isolava dal resto della Luna le centrali dell’Ente, l’Osservatorio Richardson e i Laboratori Associati (Radioscopio Pierce, Stazione Selenofisica, eccetera). Questi ultimi costituivano un grosso problema, a causa del continuo andare e venire degli scienziati terrestri, che riuscivano a prolungare fino a sei mesi la loro permanenza, esercitandosi costantemente con la centrifuga.

La maggior parte dei Terrestri che si trovavano sulla Luna, a eccezione di un gruppetto di trentaquattro turisti, erano scienziati. Dovevamo trovare una soluzione definitiva anche per loro, ma intanto era sufficiente impedire che comunicassero con la Terra. Mike aveva tagliato il collegamento telefonico delle installazioni scientifiche dell’Ente e non faceva fermare le capsule della Metropolitana alle stazioni un tempo riservate al personale dell’Ente, anche dopo che i trasporti erano stati riattivati. Questo avvenne appena Finn Nielsen e la sua squadra ebbero terminato la loro missione nella residenza personale del Governatore.

Risultò che il Governatore non era morto. Ma noi, per la verità, non avevamo avuto intenzione di ucciderlo. Prof era dell’avviso che fosse sempre possibile ammazzare un Governatore ancora vivo, mentre non si poteva farne resuscitare uno morto, se ne avessimo avuto bisogno. Avevamo perciò deciso di metterlo fuori combattimento, assicurandoci che tanto lui che i suoi accoliti non fossero in grado di nuocere, e di intervenire poi rapidamente, mentre Mike riprendeva il pompaggio dell’ossigeno.

Mike aveva calcolato che bastavano quattro minuti, o poco più, per ridurre l’ossigeno a zero effettivo. Quindi, la diminuzione graduale dell’ossigeno fino a zero, per cinque minuti, mancanza totale di ossigeno per altri cinque minuti, poi forzare la porta stagna dell’ultimo piano, mentre Mike immetteva ossigeno puro per ristabilire l’equilibrio atmosferico. Questo era il piano, un trattamento che non avrebbe dovuto uccidere nessuno, ma sufficiente a far perdere conoscenza come un potente anestetico. L’unico rischio poteva essere che alcuni, o tutti, si fossero infilati le tute a pressione. Ma era anche questo molto ipotetico. La riduzione graduale di ossigeno è traditrice, ci si può trovare finiti senza nemmeno accorgersi che manca l’aria. È l’errore fatale in cui incappa la maggior parte dei nuovi venuti sulla Luna.

Così, Mort il Carceriere sopravvisse, con tre delle sue donne. Benché vivo, però, non serviva più a niente. La deossigenazione era stata eccessiva per il suo cervello. Era ridotto alla vita vegetativa. Nessun poliziotto, invece, riuscì a scampare.

Negli uffici centrali dell’Ente non ci furono vittime. Riaccese le luci e ripristinata l’erogazione di ossigeno, si ristabilirono tutti rapidamente, compresi i sei assassini-violentatori incarcerati in caserma. Finn decise che ucciderli sarebbe stata una punizione troppo blanda. Si improvvisò giudice, e la sua squadra gli fece da giuria.

Li denudarono e, legati mani e piedi, li consegnarono alle donne negli stessi locali dell’Ente. Mi fa star male il solo pensiero di quello che deve esser successo, ma non credo che abbiano sofferto a lungo come Mary Lions. Le donne sono creature sorprendenti, dolci, tenere, gentili, e molto più selvagge di noi uomini.

Due parole sulle spie che ci tradirono. Wyoh si era detta un tempo fieramente pronta a eliminarle, ma all’ultimo momento le era mancato il coraggio. Mi aspettavo che Prof fosse d’accordo. Invece scosse la testa. — No, cara Wyoh, per quanto deplori la violenza, ci sono solo due modi di trattare un nemico. Ucciderlo, o farselo amico. Ogni soluzione intermedia è causa di infiniti guai. Un uomo che tradisce una volta lo farà ancora, e noi abbiamo di fronte un lungo periodo in cui le spie potranno essere pericolose. Devono essere eliminate. E pubblicamente, per far riflettere gli altri.

Wyoh osservò: — Professore, una volta hai detto che se avessi condannato un uomo, lo avresti eliminato tu stesso. Lo farai ora?

— Sì e no. Il loro sangue cadrà sulle mie mani, ne accetto la responsabilità. Ma ho in mente un sistema più adatto a scoraggiare altri traditori.

Così Adam Selene annunciò che queste persone erano state alle dipendenze di Juan Alvarez, già capo della Sicurezza del defunto Ente, in qualità di spie, e diede nomi e indirizzi. Adam non suggerì che ci fosse qualche cosa di particolare da fare.

Una delle spie riuscì a rimanere nascosta per sette mesi cambiando continuamente nome e rotta. Poi, all’inizio del ’77, il suo corpo fu trovato fuori della porta stagna Sud di Novylen. Ma la maggior parte scampò solo per poche ore.

Subito dopo il colpo di Stato ci trovammo ad affrontare un problema che non avevamo previsto: Adam Selene in persona. Chi era Adam Selene? Dove si trovava? Questa era la sua rivoluzione, lui aveva organizzato ogni particolare, tutti i compagni ne conoscevano la voce. Adesso non poteva più nascondersi. Perciò… dov’era Adam?

Nessuno di noi chiuse occhio quella notte, nella stanza L dell’Hotel Raffles. Discutemmo a lungo del problema Adam tra una decisione e l’altra sui mille problemi che ci si presentavano, continuamente interrotti dalle telefonate dei compagni che volevano istruzioni. Intanto Mike, servendosi di varie voci, trattava le questioni che non richiedevano una discussione generale, fabbricava le notizie fasulle da inviare sulla Terra, teneva isolate e sotto controllo le centrali dell’Ente, risolveva mille problemi. (Non c’è dubbio: senza Mike non saremmo riusciti a impossessarci della Luna, né a mantenere il potere.)

La mia idea era che Prof dovesse diventare Adam. Prof era stato il nostro organizzatore e il teorico della rivoluzione. Tutti lo conoscevano, i compagni sapevano che era il compagno Bill, e tutti gli altri rispettavano e stimavano il vecchio Professor Bernardo de la Paz. Era stato il maestro di scuola di metà dei dirìgenti di Luna City e di molti cittadini di altre grotte, ed era noto a tutti gli uomini più in vista della Luna.

— No — disse Prof.

— Perché no? — chiese Wyoh. — Prof, sei stato optato. Faglielo capire tu, Mike.

— Mi riservo di dare il mio giudizio — disse Mike. — Voglio sentire le ragioni del Professore.

— Vedo che pensi con serenità, Mike — disse Prof. — Wyoh, carissima compagna, se appena fosse possibile, non rifiuterei. Ma non è possibile far passare la mia voce per quella di Adam, e tutti i compagni riconoscono Adam dalla voce. Mike le ha dato un tono personale proprio per questo scopo.

Allora pensammo di servirci lo stesso del Professore, facendolo apparire solo alla televisione. Mike gli avrebbe prestato la voce di Adam. Scartammo anche questa soluzione perché troppe persone conoscevano Prof e lo avevano sentito parlare. Poi la sua voce e il suo modo di parlare non erano conciliabili con la personalità di Adam. La stessa possibilità fu studiata per me. La mia voce e quella di Mike erano entrambe baritonali, poche persone mi avevano sentito parlare al telefono, e nessuno mi aveva mai visto sul video.