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Sembrava che avessi minacciato di uccidere suo figlio! Si fece grigio. — Ma questo bloccherebbe le ricerche, distruggerebbe dati di valore inestimabile, significherebbe buttare via, oh, non so quanto! Almeno mezzo miliardo di dollari!

— Lo immaginavo. Potrei confiscare tutto il materiale, se preferite, e lasciarvi continuare come potete.

— Sarebbe lo stesso! Dovete capire, signore, che quando si interrompe un esperimento…

— Lo so. Forse, anziché trasportare il materiale, con il rischio, magari, di perdere qualche cosa, sarebbe meglio portare tutti voi nelle centrali dell’Ente e tenervi sotto chiave. Ci sono i locali che una volta servivano da caserma per gli Arditi. Ma… di dove siete voi, Dottore?

— Princeton, New Jersey.

— Davvero? Siete qui da cinque mesi, e senza dubbio avete continuato a esercitarvi con i pesi. Dottore, potreste non rivedere più Princeton. Se vi portiamo via, vi terremo ben chiuso. Diventerete leggero. Se lo stato di emergenza si prolunga ancora per molto tempo, sarete trasformato in Lunare, che vi piaccia o no. E con voi, tutto il vostro ingegno.

Un galletto impertinente si fece avanti. Era uno di quelli che si erano rifiutati di interrompere il lavoro alla prima chiamata.

— Non potete agire in questo modo. È contro la legge!

— Quale legge, signore? Una legge del vostro Paese natale? — ribattei. — Finn, fagli vedere come funziona la nostra legge.

Finn si avvicinò e appoggiò la canna del fucile all’ombelico dell’uomo. L’indice si appoggiò al grilletto… Non aveva tolto la sicura, l’avevo visto. Dissi: — Non ucciderlo, Finn. — Poi ripresi: — Eliminerò quest’uomo, se sarà necessario per convincervi. Perciò state bene attenti! Un altro atto di insubordinazione e non rivedrete più le vostre case. E anche le ricerche saranno finite. Dottore, a voi consiglio di tenere d’occhio i vostri uomini.

Mi rivolsi poi ai Lunari: — Amici, teneteli buoni. Ciascuno usi il sistema che preferisce, ma non permettete loro che facciano altre sciocchezze. I Terrestri sono in periodo di prova. Se dovete ammazzarne qualcuno, non esitate. — E al Direttore: — Dottore, i Lunari possono andare ovunque vogliono, in qualsiasi momento: anche nella vostra camera da letto. I vostri ex assistenti sono ora i vostri padroni, per motivi di sicurezza. Se un Lunare decide di seguire voi o chiunque altro al gabinetto, non discutete! Potrebbe essere nervoso e perdere la calma. Sicurezza innanzi tutto — conclusi, rivolto ai Lunari. — Ciascuno di voi lavora come assistente di un Terrestre. Sorvegliatelo in ogni momento! Seguitelo tanto da vicino che non possa costruire trappole e tanto meno trasmittenti. E non preoccupatevi per il vostro impiego: le paghe saranno aumentate.

Notai qualche sorriso di soddisfazione. Assistente di laboratorio era il miglior impiego che un Lunare potesse trovare in quei giorni, però bisognava lavorare alle dipendenze di quei bastardi di Terrestri che ti stavano sempre addosso, anche quelli che fingevano di essere, ed erano, oh, tanto gentili.

Chiusi l’argomento. Quando avevo ricevuto la telefonata, ero deciso a eliminare i colpevoli. Ma Prof e Mike mi avevano fatto riflettere: il piano non ammetteva l’uso della violenza nei confronti dei Terrestri, se appena si poteva evitare.

Installammo congegni d’ascolto, con ricevitori a nastro, intorno alla zona dei laboratori, dato che anche le trasmittenti più perfezionate rivelano la loro presenza. Inoltre Mike si teneva in contatto con tutti i telefoni della zona. Dopo di che, non ci restava che aspettare e sperare.

Le notizie che provenivano dalla Terra erano tranquillizzanti: non avevano avuto sentore di quello che era accaduto sulla Luna. Sembrava che i Terrestri avessero accettato senza sospetti le trasmissioni censurate e ritenessero normale il traffico di comunicazioni private e commerciali.

Nel frattempo noi ci davamo da fare cercando di portare a termine, nel giro di giorni, un’attività che avrebbe richiesto mesi.

Ci venne in aiuto, concedendoci qualche giorno di più, una circostanza favorevole: in quel momento non si trovava sulla Luna nessuna astronave passeggeri e non era previsto alcun arrivo dalla Terra fino al 7 luglio.

Forse saremmo riusciti lo stesso a cavarcela convincendo tutti gli ufficiali di una nave terrestre a venire a cena dal Governatore, o qualche trucco del genere, così noi avremmo potuto montare la guardia agli apparati trasmittenti della nave e demolirli se necessario. Non sarebbero stati in grado di ripartire per la Terra senza il nostro aiuto: a quel tempo la Luna forniva l’energia per il decollo. Il traffico delle navi era comunque poca cosa, in confronto alle spedizioni di grano con la catapulta. Una nave al mese rappresentava un traffico imponente allora, mentre i carichi di grano partivano quotidianamente. Insomma, la venuta di una nave non sarebbe stata un guaio insuperabile. Tuttavia la mancanza di traffico fu lo stesso un vantaggio per noi: facevamo già molta fatica a far apparire la situazione normale e dovevamo continuare così fino al giorno in cui fossimo stati in grado di difenderci.

Le spedizioni di grano furono fatte regolarmente. Un carico fu catapultato quasi contemporaneamente all’irruzione di Finn e dei suoi uomini nella residenza del Governatore. Il carico successivo e poi tutti gli altri partirono in perfetto orario.

Non ci furono né errori né inganni in quei primi giorni: Prof sapeva quello che stava facendo. Gli invii di grano erano una grossa operazione per un Paese piccolo come la Luna e non si poteva modificare la situazione in pochi giorni: per troppe persone la vendita del grano ai magazzini della catapulta rappresentava il pane quotidiano. Se il Comitato di Emergenza avesse imposto l’embargo e interrotto gli acquisti di grano, gli agricoltori si sarebbero immediatamente ribellati, sostituendoci poi con un nuovo Comitato, di idee diverse.

Prof riteneva necessario un periodo di rieducazione; nel frattempo i carichi di grano continuavano a viaggiare verso la Terra. La Società LuNoHo teneva i conti ed emetteva le ricevute, servendosi del personale della vecchia amministrazione. Le comunicazioni portavano la firma del Governatore e Mike parlava con la sede centrale dell’Ente, sulla Terra, usando la voce di Mort. Il vicegovernatore si dimostrò ragionevole, appena si accorse che era l’unico modo per sperare di rimanere in vita. Anche l’ingegnere capo conservò il suo posto: McIntyre non era un servo sciocco ma un vero Lunare, una volta che gli si fosse offerta l’occasione. Gli altri capi dipartimento e il personale non costituivano alcun problema. La vita continuò come prima, e noi eravamo troppo occupati per trovare il tempo di smontare il sistema dell’Ente e mettere in vendita i pezzi ancora utilizzabili.

Almeno dodici persone saltarono fuori a dire di essere Simon Jester. Simon smentì con versi violenti pubblicati con la sua fotografia sulla prima pagina del Lunatic, della Pravda e del Gong. Wyoh tornò bionda e andò a trovare Greg alla sede della nuova catapulta, poi fece una visita più lunga a Hong Kong Luna e si fermò per una decina di giorni nella sua vecchia casa, insieme ad Anna che voleva vedere Hong Kong. Wyoh aveva bisogno di una vacanza e Prof aveva insistito che se la prendesse, facendole notare che sarebbe sempre stata in contatto telefonico con noi e che a Hong Kong si sentiva la necessità di più frequenti rapporti con il Partito.

Mi occupai io dei suoi giovani stilyagi e presi Slim e Hazel come miei luogotenenti: ragazzi svegli e brillanti dei quali potevo fidarmi ciecamente. Slim mi trattò con timore reverenziale quando scoperse che ero il compagno Bork e vedevo tutti i giorni Adam Selene. Il suo nome di Partito incominciava con la lettera G. Ma c’era un’altra ragione che rendeva redditizio il lavoro della giovane coppia. Hazel aveva improvvisamente fatto sfoggio di un corpo pieno di curve, la cui responsabilità non risaliva interamente alla magnifica cucina di Mimi. Era venuto il suo momento, ecco. Slim si disse pronto a cambiarle il nome in Stone appena lei avesse accettato di optare. Nell’attesa era entusiasta di svolgere qualsiasi attività del Partito che potesse condividere con la nostra piccola e fiera testa rossa.