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Non tutti, però, erano disposti a lavorare. Parecchi compagni si dimostrarono abili solo a chiacchiere. Molti pensavano che, una volta eliminati gli Arditi del Corpo di Pace e catturato il Governatore, la guerra fosse finita. Altri si sentirono offesi quando seppero che erano stati assegnati ai livelli più bassi della struttura del Partito; volevano crearne una nuova, mettendo se stessi alla direzione. Adam ricevette un numero infinito di telefonate su questo tema. Li stava a sentire, dava loro ragione, li assicurava che i loro servigi non sarebbero stati vani in attesa delle elezioni, e li rimandava a Prof e a me. Non riesco nemmeno a ricordare quanti fossero questi individui ambiziosi che si dimostravano incapaci appena messi alla prova.

Era un lavoro interminabile, e nessuno era disposto a farlo. Be’, pochi. I migliori volontari erano quelli che non avevano avuto incarichi specifici nel Partito. Ma, in generale, i Lunari, sia dentro sia fuori del Partito, non dimostravano nessun interesse per il lavoro patriottico, a meno che non fosse ben pagato.

Un pivello che sosteneva di essere membro del Partito (in realtà non lo era) mi bloccò al Raffles, dove avevamo installato il quartier generale, e voleva che sottoscrivessi un contratto per cinquantamila distintivi da assegnare ai Volontari della Rivoluzione, pre colpo di Stato… un piccolo profitto per lui (calcolai un margine netto del 400 per cento), dollari facili per me, un bel ricordo per tutti.

Quando lo feci cacciare fuori, minacciò di denunciarmi ad Adam Selene ("Un mio carissimo amico, vi avverto!") per sabotaggio.

Questo era l’aiuto che riuscivamo a ottenere. Ci serviva ben altro. Avevamo bisogno di acciaio per la catapulta nuova, e molto per giunta. (Prof chiese se fosse davvero necessario incapsulare i missili di roccia nell’acciaio: gli feci notare che un campo di induzione non fa presa sulle sole pietre.) Dovevamo cambiare posizione ai radar balistici di Mike e installarne uno nuovo di tipo doppler: due iniziative indispensabili perché era logico aspettarsi un attacco spaziale contro le vecchie postazioni.

Cercammo volontari e se ne presentarono solo due in grado di svolgere il lavoro. Ci occorrevano parecchie centinaia di meccanici che non si spaventassero davanti a un duro lavoro in superficie, con indosso le tute a pressione; perciò cominciammo ad assumerli, pagando le somme che ci venivano richieste. La LuNoHo chiese un prestito alla Banca di Hong Kong Luna. Non c’era tempo per rubare somme così ingenti col vecchio sistema prerivoluzionario e d’altra parte quasi tutto quello che avevamo era finito sulla Terra per finanziare le attività di Stu. Un onesto compagno, Foo Moses Morris, sottoscrisse una quantità di cambiali per tenerci in vita… e finì per fare bancarotta e ricominciare da zero con un negozietto di confezioni a Kongville. Ma questo avvenne più tardi.

Il valore dei dollari dell’Ente, dopo il colpo di Stato, precipitò da 3 a 1 rispetto ai dollari di Hong Kong e gli impiegati pubblici cominciarono ad agitarsi dato che Mike continuava a pagarli con i soldi dell’Ente. Comunicammo a tutti che potevano restare a quelle condizioni o dare le dimissioni. Pagammo i nuovi assunti in dollari di Hong Kong. Ma da allora si venne a creare un gruppo ostile a noi, che rimpiangeva i bei tempi andati ed era pronto a stabilire un nuovo regime.

Contadini e mercanti di grano protestavano perché i pagamenti alla catapulta venivano eseguiti in valuta dell’Ente, sempre ai vecchi prezzi. Non li accettiamo! gridavano, e i funzionari della LuNoHo si stringevano nelle spalle e spiegavano che non erano obbligati a portare il loro grano. Perciò, o accettavano l’assegno dell’Ente, oppure si ricaricavano il grano sui loro carri e lo portavano fuori dai piedi.

La maggior parte incassava i soldi. Ma tutti brontolavano e alcuni minacciavano di smettere la produzione del grano per dedicarsi alla coltivazione della verdura o di fibre vegetali o di qualsiasi altra cosa pagabile in dollari di Hong Kong… e Prof sorrideva.

Avevamo bisogno di minatori, e soprattutto scavatori di ghiaccio, muniti di pesanti perforatrici a raggi laser. Ne avevamo tanto bisogno che, nonostante il mio braccio artificiale e la ruggine che mi sentivo addosso, pensai seriamente di unirmi a loro, pur rendendomi conto che occorrevano buoni muscoli per maneggiare una perforatrice e un arto fasullo non è un muscolo. Prof mi disse di non fare pazzie.

Il sistema che avevamo in mente non avrebbe funzionato troppo bene nei confronti della Terra. Un raggio laser carico di energia dà il massimo rendimento in condizioni di vuoto assoluto, ma, anche in tal caso, funziona perfettamente solo entro il raggio per cui è stata preordinata la sua collimazione. Queste enormi perforatrici, che servivano per scavare nella roccia alla ricerca di depositi di ghiaccio, vennero ora montate come pezzi d’artiglieria per respingere gli attacchi spaziali. Sia le astronavi sia i missili sono dotati di un sistema di guida elettronico, e per un congegno elettronico non è igienico essere sottoposto a un’esplosione della potenza di parecchi joules compressi in un raggio sottile. Se il bersaglio è pressurizzato (come tutte le navi con equipaggio a bordo nonché la maggior parte dei missili), basta soltanto praticare un foro per depressurizzarlo. In caso contrario, un raggio laser pesante è comunque in grado di distruggerlo bruciando le cellule fotoelettriche, sconquassando il quadro comandi, rovinando tutti i congegni elettronici.

Sembra facile, ma non lo è. Le nostre perforatrici a raggi laser non erano state concepite per colpire bersagli posti a un migliaio di chilometri di distanza, e forse nemmeno a uno, e non c’era tempo per provvedere rapidamente a questo inconveniente. Gli artiglieri dovevano avere il fegato di aspettare a far fuoco proprio fino all’ultimo istante, contro un bersaglio mobile che sarebbe precipitato su di loro alla velocità di un paio di chilometri al secondo.

Ma era quanto di meglio possedevamo e così organizzammo il Primo e il Secondo Corpo Artiglieri volontari per la Difesa di Luna Libera. Due reggimenti, in modo che il primo trattasse dall’alto in basso il secondo e il secondo fosse geloso del primo. Nel Primo Corpo vennero inquadrati gli uomini anziani, nel Secondo i più giovani e bellicosi.

Avendoli chiamati volontari, li pagammo con dollari di Hong Kong… e non fu casuale il fatto che stessimo pagando il ghiaccio sul mercato controllato con la carta straccia dell’Ente.

Oltre a tutto questo, stavamo creando la psicosi della guerra. Adam Selene ne parlava dal video, ricordando che l’Ente avrebbe certamente tentato di riconquistare il potere e noi avevamo solo pochi giorni per prepararci; i giornali si diffondevano in particolari, dando ampio rilievo ai discorsi di Adam e pubblicando lunghi articoli di loro iniziativa (prima del colpo di Stato ci eravamo dati molto da fare per reclutare giornalisti). Di continuo lanciavamo avvertimenti perché tutti tenessero pronte le tute e controllassero i manometri della pressione all’interno delle case. In ogni grotta costituimmo un Corpo di Difesa Civile.

Con tutti i lunimoti che avevamo, ogni cooperativa di pressurizzazione delle grotte aveva sempre a disposizione squadre di piombatoli d’emergenza. Nell’attuale circostanza, reclutammo centinaia di altre squadre straordinarie, per la maggior parte composte da ragazzi, e le addestrammo con esercitazioni di allarme durante le quali i giovani volontari dovevano indossare le tute a pressione e gli elmetti. Svolgevano il lavoro con grande entusiasmo.