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I più grossi grattacapi ce li procuravano quelli che si erano autoeletti uomini politici. Per fortuna Prof aveva un posto anche per loro: ciascuno veniva invitato a intervenire a un’Assemblea Costituente di Luna Libera. Le riunioni avvenivano nella Sala dei Congressi di Luna City, l’Assemblea decideva regolarmente di prolungare la sessione finché il lavoro non fosse terminato, una settimana a Luna City, una a Novylen, poi a Hong Kong e così di seguito. Tutte le sedute venivano riprese alla televisione. Prof presiedette la seduta inaugurale e Adam Selene pronunciò per l’occasione un solenne discorso alla TV, incoraggiando i membri dell’Assemblea a svolgere un lavoro proficuo… La Storia vi guarda.

Partecipai anch’io ad alcune riunioni, poi ne parlai con Prof e gli chiesi dove diavolo contava di arrivare. — Pensavo che per ora non volessi nessun governo! Hai sentito che cosa hanno inventato quei pazzi, da quando li hai lasciati soli?

Mi sorrise, mettendo in mostra le fossette. — Che cosa ti tormenta, Manuel?

Molte cose mi tormentavano. Già mi spezzavo le ossa con le pesanti perforatrici, quando altri le avrebbero potute maneggiare come fucili e non lo facevano, e poi c’erano queste teste vuote che sprecavano pomeriggi interi per discutere il problema dell’immigrazione. Alcuni la volevano bloccare completamente, altri volevano renderla selettiva, stabilendo quote etniche, altri ancora chiedevano che fosse limitata alle donne fino a che il rapporto fra i due sessi sulla Luna non avesse raggiunto un buon equilibrio.

Un’altra discussione riguardava la proposta di costituire un comitato che determinasse con esattezza le caratteristiche della lingua lunare e che quindi applicasse una multa contro tutti coloro che avessero parlato l’inglese della Terra o qualsiasi altra lingua. Oh, povera gente!

Sul Lunatic lessi una proposta di tassazione straordinaria: erano previsti quattro tipi di nuove imposte. Una tassa cubica, per penalizzare chi estendeva le gallerie, una tassa pro-capite (ognuno pagava il medesimo ammontare), una tassa sul reddito e una tassa sull’aria, che non erano i contributi che già pagavamo, ma qualche cosa d’altro. Non avevo pensato che la Luna Libera dovesse avere un sistema fiscale così complesso. Non c’era mai stato ed eravamo sopravvissuti.

Un altro giorno un individuo pieno di sé propose che l’alito cattivo e gli odori del corpo fossero considerati offesa punibile con l’eliminazione.

Tra tanti uomini, le poche donne si rifacevano con la stupidità: una di loro presentò una lunga lista di proposte di legge, tutte su questioni private. Abolizione dei matrimoni collettivi. Abolizione del divorzio. Proibita la fornicazione. Niente alcolici, a eccezione della birra al di sotto dei quattro gradi. Una lunga lista di medicinali da proibire e una, più breve, di altri da vendersi solo su prescrizione medica. Voleva perfino far dichiarare illecito il gioco d’azzardo. Se un Lunare non poteva giocare alla roulette, sarebbe andato in capo al mondo pur di giocare almeno una partita ai dadi, anche se avesse saputo che erano truccati.

Mi colpì non tanto l’elenco delle cose che odiava, perché evidentemente quella donna era fuori di senno, ma il fatto che trovasse sempre adesioni alle sue proposte. Dev’essere un desiderio insopprimibile dell’animo umano quello di impedire al prossimo di fare ciò che vuole. Regole, leggi… sempre per gli altri: una prerogativa misteriosa del nostro essere, che dovevamo avere prima di venire giù dagli alberi e che non ci eravamo scrollati di dosso nemmeno quando avevamo cominciato a camminare su due gambe. Nessuno dei presenti si alzò a dire: "Per piacere, approvate questa legge, in modo che io non possa fare più una certa cosa che so che dopo dovrei smettere di fare". No, compagni, si trattava sempre di una cosa che non volevano che facesse il vicino. Naturalmente volevano proibirglielo per il suo bene, non perché il presentatore della proposta sostenesse che la cosa gli dava fastidio.

Ascoltandoli, quasi mi sentii dispiaciuto che avessimo rovesciato Mort il Carceriere. Lui, almeno, se ne stava chiuso in casa con le sue donne e non veniva a darci consigli sulla nostra vita privata.

Prof non ci badava: continuava a sorridere. — Manuel, pensi veramente che quel branco di ritardati mentali possa approvare delle leggi?

— Gliel’hai chiesto tu. Li hai spinti tu a farlo.

— Non temere, figliolo, questa Assemblea Popolare Costituente non concluderà niente, e se approveranno qualche legge, dopo fatiche indescrivibili, saranno talmente piene di contraddizioni che bisognerà rifarle da capo. Ma intanto quella gente se ne sta fuori dai piedi. Inoltre, c’è qualcosa per cui ci saranno utili, più tardi.

— Mi pare che tu abbia detto che non concluderanno niente.

— Non saranno loro a fare la cosa che intendo io. Sarà scritta da un uomo, un uomo morto, e una sera, molto più tardi, quando non ne potranno più dalla stanchezza, la approveranno per acclamazione.

— Chi è questo morto? Non vorrai dire Mike?

— No, no! Mike è molto più vivo di tutte quelle teste di legno. Il morto Thomas Jefferson, il primo degli anarchici razionalisti, uno che quasi riusciva a imporre il suo non-sistema con la più bella retorica che sia mai stata scritta. Ma lo scopersero, cosa che io spero di evitare. Non posso migliorare il suo stile; mi limiterò ad adattarlo alla Luna e al Ventunesimo Secolo.

— L’ho già sentito nominare. Ha forse liberato gli schiavi in America?

— Si potrebbe dire che ha provato ma non c’è riuscito. Non ha importanza, comunque. Procede l’organizzazione della difesa? Non vedo come potremo continuare a ingannare la Terra, dopo l’arrivo della prossima astronave.

— Non saremo pronti per quel giorno. È assolutamente fuori discussione.

— Mike dice che dovremo farcela.

Non fummo pronti per quel giorno, ma l’astronave non arrivò mai. Gli scienziati riuscirono a prendere per il naso me e tutti i Lunari che avevo messo alle loro calcagna. Avevano installato una trasmittente nel punto focale del riflettore e gli assistenti lunari avevano bevuto la storiella che si trattasse di un nuovo apparecchio astronomico, l’ultima scoperta in fatto di radiotelescopi per lo studio dei raggi ultravioletti.

Si trattava di una sorgente di ultramicroonde. Venivano fatte rimbalzare contro il riflettore da un’onda guida e il telescopio rimaneva perfettamente in linea con lo specchio. Molto simile a un radar elementare. Una intelaiatura a traliccio e uno schermo a lamine di metallo eliminavano la dispersione di onde, in modo che i congegni d’ascolto che avevo predisposto non potevano registrare niente.

Trasmisero un lungo messaggio con la loro versione degli avvenimenti. Lo venimmo a sapere quando la direzione dell’Ente sulla Terra chiese al Governatore di smentire questa burla. Scoprimmo il burlone e mettemmo fine al gioco.

Alla direzione dell’Ente rispondemmo con una Dichiarazione di Indipendenza, redatta su uno schema già preparato.

L’Assemblea Popolare Costituente, il giorno quattro del mese di luglio dell’anno duemilasettantasei…

Fu meraviglioso.

3

L’approvazione della Dichiarazione d’Indipendenza avvenne come previsto da Prof. Gettò il documento sul tappeto alla fine di una lunga giornata di discussioni e annunciò una seduta supplementare per la sera, nel corso della quale avrebbe preso la parola Adam Selene.

Adam lesse la Dichiarazione d’Indipendenza alla TV, a voce alta, discutendo paragrafo per paragrafo, poi la rilesse senza interruzioni, facendo risuonare le parole come musica.