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Per fortuna, Stu LaJoie era stato informato del nostro arrivo. Mi svegliai in mezzo a decine di persone, poi persi di nuovo conoscenza e rinvenni in un letto d’ospedale, adagiato sulla schiena e con un senso di oppressione sul petto; tutti i muscoli mi sembravano pesanti e inerti, ma non stavo male, ero solo stanco, ammaccato, svuotato di ogni volontà e avevo fame e sete. Una tenda di plastica trasparente sopra il letto spiegava il fatto che riuscivo a respirare senza alcuna fatica.

All’improvviso, alcune figure mi apparvero intorno: una piccola infermiera indiana da una parte, Stuart LaJoie dall’altra. Stu mi sorrise: — Salve, vecchio mio! Come ti senti?

— Uhm… sto bene. Ma accidenti! Che maniera di viaggiare!

— Prof dice che è il modo migliore. È un tipo in gamba, lui!

— Un momento! Prof dice? Ma se è morto!

— Neanche per sogno. Non è in perfette condizioni… lo abbiamo messo in un letto pneumatico, sorvegliato giorno e notte, e gli abbiamo applicato tanti di quegli strumenti che non riusciresti nemmeno a vederlo. Ma è vivo e potrà svolgere la sua missione. Si è addormentato in un ospedale e si è svegliato in un altro. Pensavo che avesse avuto torto a rifiutare l’astronave che volevo mandarvi sulla Luna, ma ha avuto ragione lui: la pubblicità è stata immensa!

Chiesi lentamente: — Prof ha rifiutato un’astronave?

— Sarebbe meglio dire che la rifiutò il Presidente Selene. Non hai visto lo scambio di messaggi, Mannie?

— No. — Ormai era troppo tardi per scatenare una battaglia su quell’argomento. — Negli ultimi giorni sono stato molto occupato.

— Non stento a crederlo. Anche qui. Non mi ricordo nemmeno da quanto tempo non mi faccio una bella notte di sonno.

— Mi sembri un Lunare.

— Sono un Lunare, Mannie, non dubitarne mai. Ma l’infermiera mi sta guardando come se volesse fulminarmi. — Stu sollevò la ragazza fra le braccia e la fece piroettare. Pensai che non fosse ancora diventato un vero Lunare. Ma l’infermiera non se la prese. — Vai a giocare da qualche altra parte, tesoro, tra pochi minuti ti restituirò il tuo paziente… ancora caldo. — Chiuse la porta alle spalle dell’infermiera e tornò accanto al letto.

— In realtà, Adam aveva ragione. Non solo per la splendida pubblicità che vi siete fatti, ma era anche il sistema più sicuro.

— Pubblicità, forse, lo ammetto. Ma la sicurezza? Lasciamo perdere!

— Sicurezza, certo, vecchio mio. Non vi hanno sparato addosso. Eppure hanno avuto due ore a disposizione, durante le quali sapevano in ogni istante dove si trovava la vostra chiatta. Non sapevano decidersi. Non hanno ancora stabilito una linea di condotta. Eravate un magnifico bersaglio ma non hanno avuto il coraggio di sparare. Non hanno nemmeno osato ritardare l’atterraggio, agenzie di stampa e giornali non parlavano che di voi e io mi ero dato molto da fare per soffiare sul fuoco. Adesso non possono più torcervi un capello, siete eroi popolari. Se invece avessi noleggiato un’astronave per venirvi a prendere… ecco, non so come sarebbe andata a finire. Probabilmente ci avrebbero ordinato di rimanere in orbita di parcheggio e sarebbero poi venuti ad arrestarci, voi due certamente e forse anche me. Nessun Comandante di astronave ha voglia di assaggiare un missile, quale che sia la somma che gli offri.

"Ed eccoti ora la vostra situazione: siete entrambi cittadini della Repubblica Popolare del Ciad, è quanto di meglio sono riuscito a organizzare in così poco tempo. Il Ciad ha riconosciuto il nuovo governo della Luna. Ho dovuto comprare un Primo Ministro, due generali, alcuni capi tribù e un ministro delle Finanze… Un affare abbastanza a buon mercato per essere stato fatto all’ultimo istante. Non sono riuscito a farvi ottenere l’immunità diplomatica, ma spero di farcela prima che lasciate l’ospedale. Per il momento non hanno osato dichiararvi in arresto: non riescono a immaginare quale colpa attribuirvi. Ci sono guardie all’ingresso dell’ospedale, ma solo per proteggervi. Ed è stata una buona idea altrimenti sareste circondati da uno sciame di giornalisti, che vi metterebbero decine di microfoni sotto il naso."

— Ma che colpa potremmo aver commesso? Voglio dire, che cosa pensano di escogitare? Immigrazione illegale?

— Nemmeno questo, Mannie. Tu sei stato deportato e hai conservato la cittadinanza Pan-Africana grazie a uno dei tuoi nonni. Per il Professor de la Paz abbiamo scoperto un documento che dimostra come sia cittadino del Ciad da quarant’anni: abbiamo lasciato asciugare l’inchiostro e abbiamo fatto sventolare il documento sotto il naso delle autorità. Non siete nemmeno entrati illegalmente qui in India: non solo sono state le autorità indiane a farvi atterrare, sapendo che vi trovavate sulla chiatta, ma un funzionario del controllo astronautico, molto cortesemente e abbastanza a buon mercato, ha apposto un timbro sui vostri passaporti nuovi di zecca: Inoltre, la sentenza che ha esiliato il Professore non ha più valore legale, in quanto il governo che lo ha cacciato non esiste più. Ne ha preso atto una Corte internazionale competente… Questo ci è venuto a costare molto di più.

L’infermiera rientrò, indignata come una gatta che difende i suoi piccoli. — Lord Stuart… dovete lasciar riposare il mio paziente!

— Immediatamente, mia cara.

— Da quanto sei Lord Stuart?

— Dovrei essere conte. Un po’ di sangue blu aiuta sempre. Da quando sono scomparse le loro altezze reali questa gente non è più felice.

Uscendo accarezzò le curve posteriori dell’infermiera. Invece di strillare, la ragazza scodinzolò leggermente. Quando si avvicinò al mio letto, sorrideva ancora. Stu doveva stare bene attento a quel genere di cose, quando fosse venuto sulla Luna. Se mai ci fosse tornato.

5

Due giorni dopo partimmo per Agra per presentare le credenziali alle Nazioni Federate.

Mi sentivo ancora giù di giri. Me la cavavo bene su una sedia a rotelle e potevo fare anche qualche passo, ma non in pubblico. Avevo un mal di gola che non diventò polmonite solo grazie a continue iniezioni, le vertigini del viaggiatore e una malattia della pelle che mi aveva coperto le mani e si stava ora estendendo ai piedi… proprio come in tutti gli altri viaggi che avevo fatto in quel buco appestato che è la Terra. Noi Lunari non sappiamo come siamo fortunati a vivere in un luogo che ha severissime quarantene, dove i germi sono quasi sconosciuti e comunque eliminabili provocando temporaneamente il vuoto, quando è necessario. Oppure sfortunati, dato che non siamo immunizzati contro nessuna malattia. Comunque non cambierei la nostra situazione per nessuna cosa al mondo. Non avevo mai sentito il termine venereo fino a quando non ero venuto sulla Terra ed ero convinto che le malattie da raffreddamento fossero i geloni che vengono ai piedi dei minatori di ghiaccio quando rimangono troppo a lungo nei giacimenti.

La nostra situazione non era allegra anche per un altro motivo. Stu ci aveva portato un messaggio di Adam Selene che celava fra le righe la notizia che le nostre probabilità di successo erano al di sotto dell’uno per cento. Che ragione c’era di affrontare un viaggio così pazzesco, se serviva solo a peggiorare le cose? Mike sapeva davvero che cosa volesse dire la parola probabilità? Non riuscivo proprio a capire come facesse a calcolare percentuali in un campo tanto aleatorio, per quanto fosse al corrente di un numero infinito di dati.

Ma Prof non sembrava turbato. Parlava con plotoni di giornalisti, posava sorridendo per infinite fotografie, rilasciava dichiarazioni facendo sapere al mondo che riponeva grande fiducia nelle Nazioni Federate ed era certo che le nostre giuste rivendicazioni sarebbero state riconosciute; desiderava infine ringraziare gli Amici di Luna Libera per il loro magnifico contributo nel diffondere fra la buona gente della Terra la vera storia della nostra piccola e risoluta Nazione (e con Amici di Luna Libera intendeva riferirsi a Stu, a un’impresa professionale di sondaggio della pubblica opinione, ad alcune migliaia di sottoscrittori cronici di petizioni e a una scorta ingente di dollari di Hong Kong).