— Perché sabato?
— Perché sabato dovrà probabilmente occuparsi lui di tutti i lanci. È il giorno in cui ci colpiranno.
— Che cosa dici? Mike, mi vuoi nascondere qualche cosa?
— Te lo sto dicendo, no? È appena successo e sto analizzando i primi dati. Proprio mentre le prime cariche colpivano la Terra, un oggetto si è staccato dall’orbita di parcheggio della Terra. Non l’ho più seguito perché avevo altro da fare. Non l’ho visto mentre accelerava a velocità di fuga perché avevo altro da guardare. È troppo lontano per identificarlo, ma a giudicare dalle sue dimensioni dovrebbe essere un incrociatore delle Nazioni Federate, diretto verso di noi. Il radar doppler registra una probabile orbita circumlunare, con passaggio al periselenio alle nove zero tre di domenica, salvo modifiche di rotta. Questi sono dati approssimativi, ne avrò di migliori più tardi. Ed è difficile avere queste poche informazioni, Man. Usa congegni anti-radar e lascia intorno a sé una nube polverosa.
— Sei sicuro di non sbagliare?
Fece il solito sogghigno. — Man, non mi confondo tanto facilmente. Ho tutti i miei piccoli adorati segnali sulla punta delle dita. Correzione: ore nove, due minuti e quarantatré secondi.
— Quando passerà sotto il nostro tiro?
— Mai, a meno che non cambi direzione. Ma sarò io sotto tiro suo, sabato, penso verso sera; l’ora dipenderà dalla distanza da cui vorrà sparare. E la situazione sarà molto interessante. Potrebbe fare fuoco su una grotta. Penso che comunque si debba evacuare Tycho Under e che in tutte le grotte venga rafforzato al massimo il servizio di emergenza per il mantenimento della pressione. Ma è più probabile che miri alla catapulta. Oppure potrebbe aspettare di bombardarci fino all’ultimo; cioè fino a dove arriva il suo coraggio, poi cercare di mettere fuori uso i miei radar, lanciando piccoli missili contro ciascun raggio.
Mike sogghignò e riprese: — Divertente, non ti pare? Del tipo divertente una volta sola, è ovvio. Se ritiro i radar, i suoi missili non possono colpirli. Ma in questo caso non ho la possibilità di vedere l’incrociatore e non posso dare le coordinate per il puntamento agli artiglieri. Così niente gli impedirebbe di venire a bombardare la catapulta. Comico.
Feci un profondo sospiro e mai come in quel momento rimpiansi il giorno in cui mi ero lasciato invischiare nella rivoluzione e il giorno in cui avevo accettato di fare il ministro della Difesa. — Che cosa dobbiamo fare? Rinunciare? No, Mike! No, fino a che saremo in grado di combattere.
— Ma chi ha parlato di rinunciare? Ho già previsto questa e altre mille situazioni ancora più gravi, Man. Ecco un nuovo dato: è appena partito un secondo incrociatore dall’orbita circumterrestre, con le stesse caratteristiche del primo. Seguiranno altri particolari. Non rinunciamo affatto. Gli daremo del filo da torcere, vecchio galeotto.
— E come?
— Lascia fare al tuo amico Mycroft. Ho sei radar balistici qui, più uno alla nuova catapulta. Ho chiuso il nuovo radar e sto facendo lavorare il mio discepolo ritardato con il numero due di qui… e non guarderemo mai quelle due navi con il nuovo radar. Non sapranno che lo abbiamo. Ora sto seguendo il volo dei due incrociatori con il radar numero tre e, ogni tre secondi, controllo che non ci siano altre partenze dall’orbita circumterrestre.
"Tutti gli altri radar sono fermi e non li utilizzerò fino al momento del bombardamento sulla Grande Cina e l’India. E anche allora, dalle astronavi non se ne accorgeranno, perché eviterò di guardare dalla loro parte. E poi li metterò in azione tutti insieme, fermandoli a intervalli irregolari… ma solo dopo che le navi avranno lanciato i loro missili. Un missile non può avere un cervello molto sviluppato, Man… li farò impazzire."
— E i calcolatori che controllano l’artiglieria delle navi?
— Confonderò anche quelli. Vuoi scommettere che riuscirò a far credere che invece di due radar ne ho uno solo piazzato a metà strada fra il primo e il secondo? Ma il progetto su cui sto lavorando ora… Ah, scusami! Ho dovuto usare ancora la tua voce.
— Non preoccuparti. Che cosa avrei dovuto fare?
— Se il Comandante di quella astronave è veramente in gamba, concentrerà il tiro sul foro di espulsione della vecchia catapulta, tenendosi alla massima distanza possibile per restar fuori dalla portata dei nostri cannoni. Sia che conosca la nostra arma segreta, sia che ne ignori l’esistenza, martellerà la catapulta trascurando i radar. Così ho ordinato alla catapulta, voglio dire, tu hai ordinato, di prepararsi a lanciare tutti i massi di cui dispongono, mentre io preparo per ciascun proiettile nuove traiettorie di lunga durata. Poi li lanceremo nello spazio al più presto possibile, uno dopo l’altro, e senza radar.
— Volo cieco?
— Non ho bisogno dei radar per lanciare un carico nello spazio, lo sai, Manuel. Nel passato li controllavo sempre, ma non è necessario: il radar non ha niente a che vedere con i lanci, è solo questione di precalcoli e di controllo esatto della velocità di uscita alla catapulta. Lanciando tutte le munizioni dalla vecchia catapulta in traiettorie rallentate, obbligheremo l’astronave a occuparsi dei radar invece che della catapulta, o per lo meno la costringeremo a dividere la sua potenza di fuoco su due bersagli, catapulta e radar: la terremo impegnatissima. Il Comandante arriverà a tale punto di disperazione da avvicinarsi di più per essere certo di colpire i bersagli: in quel momento entreranno in funzione le nostre artiglierie.
— I ragazzi di Brody ne saranno felici. — Mi era balenata un’idea. — Mike, hai guardato la televisione oggi?
— Ho seguito le notizie, ma non posso dire di avere osservato lo schermo.
— Da’ un’occhiata alla trasmissione in corso.
— Fatto. Perché?
— Il telescopio utilizzato per trasmettere alla TV le immagini della Terra è ottimo, e ce ne sono anche altri simili. Perché usare i radar per seguire il volo delle astronavi?
Mike tacque per almeno due secondi. — Man, mio migliore amico — esclamò poi — non hai pensato di farti assumere come calcolatore elettronico?
— Stai facendo dello spirito?
— No, Man, neanche per sogno. Mi vergogno di me stesso. Non avevo mai pensato di prendere in considerazione i telescopi dell’Osservatorio Richardson. Sono stupido, devo ammetterlo. Sì, sì, sì, da, da, da! Osservare le astronavi per mezzo dei telescopi e non impiegare il radar a meno che non deviino dalla traiettoria calcolata! Altre possibilità… non so che cosa dire, Man, se non che non mi è mai venuto in mente di usare i telescopi. Io guardo con i radar, ho sempre fatto così, non ho mai pen…
— Smettila!
— Ma è la verità, Man.
— Io forse mi scuso, quando tu pensi a qualcosa per primo?
— C’è qualcosa in questa faccenda che non riesco ad analizzare — riprese Mike lentamente. — La mia funzione è…
— Smettila di agitarti. Se l’idea è buona, usala. E magari puoi svilupparla. Ora scendo.
Ero entrato da poco nella stanza di Mike quando telefonò Prof.
— Pronto, Quartier Generale? Sapete dov’è il maresciallo Davis?
— Sono qui, Prof, nella sala del calcolatore principale.
— Puoi venire da noi nell’ufficio del Governatore? Ci sono decisioni da prendere e molto lavoro da fare.
— Prof, io ho lavorato. Sto lavorando!
— Non ne dubito. Ho spiegato ai colleghi che la programmazione di un calcolatore balistico è talmente delicata in questa fase che c’è bisogno della tua presenza fisica. Nonostante questo, alcuni ritengono che il ministro della Difesa dovrebbe essere presente a queste discussioni. Appena ti senti di poter passare le consegne al tuo assistente… Mike mi pare, vero?… ti dispiace…