— D’accordo, verrò.
— Benissimo, Manuel.
Mike mi avvertì: — Ho sentito tredici persone in quella stanza. Bada a come parli, Man.
— Ho capito. Meglio che vada a vedere quello che succede. Spero che tu non abbia bisogno di me.
— Man, vorrei che tu rimanessi vicino a un telefono.
— Senz’altro. Tu tieni sorvegliato l’ufficio del Governatore. Se ci riuniremo altrove, ti avvertirò. A più tardi, vecchio delinquente.
Trovai il governo riunito al completo nell’ufficio del Governatore, ministri in carica e tirapiedi vari. Individuai subito da che parte venivano i guai: un seccatore di nome Howard Wright.
Era stato inventato un ministero apposta per lui: ministero senza portafoglio per le Arti, Scienze e Libere Professioni. Si dava molto da fare. La sua nomina era stata una concessione fatta a Novylen poiché il governo era prevalentemente composto da compagni di Luna City, e una concessione allo stesso Wright perché si era autonominato capo di un gruppo parlamentare, povero di idee e proposte concrete, ma ricco di loquela. Prof aveva intenzione di sbarazzarsi di Wright, ma a volte Prof è troppo diplomatico: con certa gente è meglio usare metodi drastici, per esempio una passeggiata nel vuoto.
Prof mi chiese di illustrare al governo la situazione militare. Cosa che feci… ma a modo mio. — Vedo che è presente Finn — cominciai. — Chiediamo a lui a che punto sta la difesa delle grotte.
Wright intervenne: — Il Generale Nielsen ha già fatto il suo rapporto e non c’è bisogno che lo ripeta. Vogliamo sentire voi, ora.
Inarcai le sopracciglia. — Prof… scusatemi. Signor Presidente, devo dedurre che una relazione sulle attività del ministero della Difesa è stata fatta in mia assenza?
— Perché no? — ribatté Wright. — Non abbiamo potuto raggiungervi prima.
Prof afferrò la situazione. Si era accorto che ero in uno stato di tensione eccessiva. Non avevo dormito le ultime tre notti e non mi ero mai sentito così spossato da quando avevo lasciato la Terra. — Mozione d’ordine — disse con voce pacata. — Signor ministro per le Arti e le Professioni, siete invitato a esporre le vostre osservazioni chiedendo a me la parola. Signor ministro della Difesa, mi permetto di fare una precisazione sull’argomento. Non è stato presentato alcun rapporto sulle attività del ministero della Difesa per la semplice ragione che il governo non poteva considerarsi riunito in tua assenza. Il Generale Nielsen ha risposto a titolo personale ad alcune domande esposte a titolo personale. Forse non avremmo dovuto farlo. Se questo è il tuo pensiero, vediamo di riparare al danno.
— Non c’è stato danno, immagino. Finn, ci sono novità?
— No, Mannie.
— Va bene. Penso che desideriate essere messi al corrente sulla situazione esterna. Avete tutti seguito la trasmissione televisiva, quindi sapete che il primo bombardamento ha avuto successo. Alcuni proiettili stanno ancora cadendo, per esempio sul Quartier Generale della Difesa Spaziale che viene colpito ogni venti minuti. Continueremo a martellare questo obiettivo fino alle tredici. Quindi, alle ventuno, saranno bombardate Cina e India oltre a bersagli minori. Da mezzanotte alle quattro sarà la volta di Africa ed Europa. Tre ore di intervallo, poi bombarderemo il Brasile e l’America del Sud. Dopo altre tre ore si ricomincia daccapo dal Nord America. Ma intanto si sono venuti a creare problemi anche sulla Luna. Finn, bisogna evacuare Tycho Under.
— Un momento! — esclamò Wright alzando la mano. — Devo fare alcune domande. — Questa volta si era rivolto a Prof, non a me.
— Il ministro della Difesa ha finito la sua relazione?
Wyoh era seduta nell’ultima fila. Ci eravamo scambiati un sorriso, ma niente di più… Era il nostro modo di comportarci alle sedute del governo e del Parlamento. C’erano state alcune proteste per il fatto che due membri della stessa famiglia facevano parte del governo. Wyoh scuoteva la testa, come per mettermi in guardia.
Dissi: — È tutto per quello che riguarda i bombardamenti. Le domande si riferiscono a questo argomento?
— Le vostre domande riguardano i bombardamenti, signor Wright?
— Certamente, signor Presidente. — Wright si alzò in piedi, guardandomi in faccia. — Come sapete, io rappresento gli intellettuali del Libero Stato e, se è lecito dirlo, le loro opinioni sono della massima importanza negli affari pubblici. Penso perciò che sia doveroso…
— Un momento — lo interruppi. — Pensavo che rappresentaste l’ottavo Distretto di Novylen.
— Signor Presidente, mi si permette di esporre le mie domande?
— Non sono domande — ribattei — è un discorso. E io sono stanco e voglio andarmene a dormire.
— Siamo tutti stanchi, Manuel — disse cortesemente Prof. — Ma la tua obiezione è giusta. Signor Deputato, voi rappresentate solo il vostro Distretto. Nella vostra qualità di membro del governo, vi sono stati affidati determinati compiti in relazione a determinate professioni.
— Il risultato è identico.
— Non proprio. Comunque, esponete solo le vostre domande.
— Ah, benissimo. Lo farò. Il maresciallo Davis si rende conto che questo piano di bombardamenti è completamente sbagliato e che migliaia di vite umane sono state distrutte senza ragione? E conosce il giudizio estremamente serio espresso su questa strage dagli intellettuali della nostra Repubblica? E può spiegare perché questo bombardamento sconsiderato è stato intrapreso senza consultare il Parlamento? E ora, è pronto a modificare il piano, o procede ciecamente? È vera l’accusa che ci è stata mossa, che i nostri missili sono armi nucleari, bandite da tutte le nazioni civili? Pensa davvero che lo Stato di Luna Libera possa venire accettato nel consesso delle nazioni civili, dopo un’azione di questo genere?
Guardai l’orologio. Era passata un’ora e mezzo da quando il primo masso era arrivato a destinazione. — Prof, vuoi dirmi cos’è questa requisitoria?
— Mi dispiace, Manuel — disse a voce bassa — volevo… avrei dovuto… aprire questa riunione con la lettura di un dispaccio giornalistico dalla Terra. Ma sembrava che tu ti sentissi vittima di un sopruso e… insomma, mi sono dimenticato di leggerlo. Il ministro si riferisce a una notizia giunta un attimo prima che ti telefonassi. Dall’agenzia Reuter di Toronto. Se il dispaccio dice la verità, e premetto il se, anziché seguire i nostri avvertimenti, pare che migliaia di spettatori si siano affollati nei luoghi bersagliati. Ci sono state probabilmente molte vittime. Non sappiamo quante.
— Capisco. Che cosa avrei dovuto fare? Prenderli per mano a uno a uno e condurli via? Li avevamo avvertiti.
— Gli intellettuali — intervenne Wright — ritengono che una elementare considerazione di ordine umanitario faccia obbligo…
— Senti, testa di legno — sbottai — hai sentito il Presidente dire che la notizia è arrivata pochi minuti fa. E allora come fai a sapere quali sono le reazioni della gente?
Si fece scarlatto. — Signor Presidente! Mi ha insultato!
— Non insultare un ministro, Manuel.
— Non lo farò se anche lui eviterà di farlo. La differenza fra me e lui è che lui usa parole più raffinate. Che cosa sono queste sciocchezze a proposito di bombe nucleari? Non ne abbiamo nemmeno una, e voi tutti lo sapete.
Prof pareva imbarazzato. — Anch’io sono confuso. Queste sono le parole del dispaccio. Ma quello che mi rende veramente perplesso è che alla televisione abbiamo effettivamente visto qualcosa che sembrava un’esplosione atomica.
— Oh! — Mi rivolsi a Wright. — I vostri amici intelligenti vi hanno spiegato che cosa succede quando si liberano alcuni miliardi di calorie in una frazione di secondo e tutte nel medesimo punto? Che temperatura? Che grado di luminosità?