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— Mi sentivo colpevole, caro. Volevo venire con te, ma non avevo una scusa valida. Dopo tutto, non servo a niente accanto a un calcolatore mentre qui ho delle responsabilità. O meglio ne avevo. Ora sono stata esonerata da tutti i miei incarichi, come te del resto.

— Come?

— Non sei più ministro della Difesa. Al tuo posto è stato nominato Finn. Tu sei vice Primo Ministro.

— Bene!

— …e viceministro della Difesa. Io sono già vicepresidente del Parlamento e Stu è stato nominato sottosegretario agli Esteri. Così viene anche lui con noi.

— Sono confuso.

— Non è stata una decisione improvvisa come sembra: Prof e Mike stavano lavorando da mesi. Decentralizzazione, caro, la stessa cosa che McIntyre ha escogitato per i servizi tecnici delle grotte. Se ci sarà un disastro a Luna City, la Luna avrà ancora un governo. Prof me l’ha spiegato così: mia cara Wyoh, fino a che voi tre e qualche altro membro del Parlamento sarete vivi, non sarà tutto perduto. Potrete sempre negoziare su un piano di parità e non dovrete ammettere le vostre ferite.

Così tornai a diventare un tecnico addetto ai calcolatori. Stu e Wyoh mi vennero incontro con i bagagli (comprese le altre mie braccia artificiali) viaggiammo insieme per interminabili gallerie senza aria, con indosso le tute a pressione, su un piccolo carrello che veniva impiegato per il trasporto dell’acciaio alla nuova catapulta. Greg ci aveva preparato un grande rolligon per il tratto da percorrere in superficie e si unì lui stesso a noi quando tornammo in galleria per il tratto terminale.

Per questo non potei assistere all’attacco contro i radar balistici, quel sabato sera.

24

Il Comandante della prima astronave, l’Esperance delle Nazioni Federate, era un uomo di fegato. Sabato sera cambiò improvvisamente rotta e si diresse a capofitto sulla Luna. Doveva aver pensato che avremmo tentato di far impazzire i cervelli dei suoi missili perché decise di avvicinarsi fino a identificare i nostri radar con quelli della nave anziché fidarsi a bombardarli con i missili.

Evidentemente era pronto a sacrificare se stesso, la nave e l’equipaggio, dato che scese a meno di mille chilometri prima di aprire il fuoco, un ventaglio di missili che si abbatté su cinque dei sei radar di Mike, ignorando le contromisure.

Mike, che si aspettava di rimanere accecato molto presto, fece sparare a volontà le artiglierie di Brody contro gli occhi elettronici della nave. Tre secondi di fuoco sulla nave, poi tiro a vista contro i missili che cadevano.

Risultato: l’astronave distrutta, due radar balistici messi fuori uso dalle cariche nucleari dei missili, tre missili uccisi in volo, due squadre di artiglieri uccisi (la prima postazione colpita da un missile acca, l’altra da un missile morto che cadde su di essa). Inoltre tredici artiglieri furono investiti da radiazioni superiori al livello mortale di 800 roentgen, in parte causate dalle esplosioni nucleari, in parte dall’eccessiva permanenza in superficie. Tra le vittime anche quattro ausiliarie del corpo femminile che avevano deciso di mettersi le tute e salire in superficie accanto ai loro uomini. Altre ragazze si erano esposte a quantità eccessive di radiazioni, ma inferiori al livello di 800 roentgen.

Intanto la seconda astronave continuava a girare intorno alla Luna lungo un’orbita ellittica.

Seppi queste notizie da Mike la domenica mattina, al mio arrivo al Mare delle Onde. Mike continuava a lamentarsi per la perdita di due dei suoi occhi e ancora di più per le due squadre di artiglieri… Penso che si stesse formando in lui qualcosa di simile a una coscienza umana. Sembrava che sentisse come una sua colpa personale il non essere riuscito a mettere fuori combattimento tutti e sei i missili con una sola bordata. Gli feci notare che aveva dovuto combattere con ordigni improvvisati e di scarsa gittata, non vere e proprie armi.

— Piuttosto, cosa è successo di te, Mike? Stai bene?

— Per quanto riguarda le parti essenziali, sì, ma ho qualche discontinuità nelle comunicazioni esterne. Un missile ha tagliato i circuiti che mi collegano con Novy Leningrad, ma notizie giuntemi tramite Luna City mi assicurano che i sistemi locali di emergenza hanno provveduto in modo soddisfacente a ristabilire tutti i servizi urbani. Mi sento frustrato da questi inconvenienti… ma ce ne occuperemo più tardi.

— Mike, mi sembra che tu sia stanco.

— Stanco, io? Ridicolo! Man, dimentichi che sono un calcolatore. Sono seccato, ecco tutto.

— Quando si farà rivedere la seconda astronave?

— Tra circa tre ore, se manterrà l’orbita assunta. Ma non lo farà… con novanta probabilità su cento. Aspetto che arrivi entro un’ora.

— Un’orbita rasente al suolo, eh?

— È scomparsa alla mia vista all’azimut, con una rotta nord-est di trentadue gradi. Non ti suggerisce niente questo, Man?

Cercai di ricostruire la situazione visivamente. — Suggerisce che hanno l’intenzione di atterrare e di cercare di catturare te, Mike. Hai avvertito Finn? Voglio dire, hai detto a Prof di avvertire Finn?

— Il Professore è informato. Ma la mia analisi è diversa dalla tua.

— Davvero? Bene, allora forse è meglio che tenga la bocca chiusa e ti lasci lavorare in pace.

Feci così. Lenore mi preparò la colazione mentre ispezionavo il piccolo calcolatore. Devo dire, con vergogna, che non riuscivo a dispiacermi troppo per le perdite subite, con Wyoh e Lenore accanto a me. Mum aveva mandato Lenore per fare da mangiare a Greg dopo la morte di Milla… Ma era una scusa. C’erano abbastanza donne alla nuova catapulta per fare da mangiare per tutti. L’aveva mandata per tirare su di morale Greg e anche Lenore. Lenore e Milla erano molto legate.

Il piccolo calcolatore sembrava a posto. Stava bombardando il Sud America, un masso alla volta. Rimasi nella sala dei radar e osservai, su uno schermo enorme, le immagini di un’esplosione fra Montevideo e Buenos Aires; Mike non avrebbe potuto sparare con più precisione. Controllai poi il programma della terza scarica sul Nord America, non trovai niente da criticare e lo inserii nel calcolatore Junior, così chiamavamo il piccolo cervello elettronico di riserva, che ora avrebbe fatto tutto da sé a meno che Mike non si sbarazzasse degli altri problemi e decidesse di riprendere il controllo dei bombardamenti.

Mi misi a sedere e cercai di ascoltare le notizie provenienti dalla Terra e da Luna City. Il cavo coassiale da Luna City assicurava il collegamento telefonico e i fili fra Mike e il suo discepolo stupido ci portavano i programmi radio e TV, la nuova catapulta ora non era più isolata, ogni notizia terrestre ci giungeva come se fossimo stati nelle Centrali dell’Ente, presso Luna City. E non era stato un capriccio inutile istituire quel collegamento: i programmi radio e TV della Terra erano stati l’unica fonte di divertimento nei lunghi mesi della costruzione della catapulta; ora, la nuova catapulta era una vera e propria centrale di emergenza in caso di attacco a Luna City.

La stazione ripetitrice installata sul satellite ufficiale delle Nazioni Federate sosteneva che i radar balistici della Luna erano stati distrutti e che noi eravamo ormai senza speranze. Chissà che cosa pensavano di quell’annuncio gli abitanti di Buenos Aires e Montevideo! Probabilmente erano troppo occupati per ascoltare la radio. In un certo senso i tiri in acqua erano anche peggiori di quelli che cadevano sulla terraferma.

Il canale televisivo del Lunatic di Luna City trasmetteva in quel momento un resoconto letto da Sheehan sull’esito dell’attacco sferrato dalla Esperance. Ogni pochi minuti ripeteva l’ammonimento che la battaglia non era ancora finita, dato che una seconda nave da guerra sarebbe tornata da un momento all’altro nel nostro cielo: tutti pronti a ogni evenienza, tutti con indosso le tute a pressione (Sheehan stesso aveva la tuta, con l’elmetto aperto), sistemi di condizionamento al massimo, tutti i reparti militarizzati in allarme rosso, gli altri cittadini non direttamente impegnati nella difesa dovevano trasferirsi con urgenza ai livelli più bassi e attendervi il cessato allarme. Eccetera.